ALESSANDRO FELIZIANI
Cronaca

Morandi, Ferroni, Goya e De Vita. Universi quotidiani a Palazzo Ricci

Inaugurata la mostra della Fondazione Carima curata da Roberto Cresti: dialogo tra pittura e fotografia

Morandi, Ferroni, Goya e De Vita. Universi quotidiani a Palazzo Ricci

Morandi, Ferroni, Goya e De Vita. Universi quotidiani a Palazzo Ricci

Ci sono elementi di novità quest’anno nella tradizionale mostra d’arte, che la Fondazione Carima offre all’estate maceratese. La rassegna, aperta da ieri al piano terra di Palazzo Ricci, per la prima volta non "riscopre" solo opere presenti nei depositi della ricca collezione del Museo dell’Arte italiana del Novecento, ma si avvale di prestiti ottenuti da gallerie d’arte e da privati. Inoltre, sempre per la prima volta, l’esposizione fa dialogare la pittura anche con la fotografia e pone in relazione antico e contemporaneo.

"Universi quotidiani", questo il titolo della mostra, curata da Roberto Cresti, docente di storia dell’arte all’università di Macerata e direttore artistico di Palazzo Ricci, ruota intorno a un doveroso omaggio maceratese a Giorgio Morandi (1890-1964), artista bolognese, tra i maggiori incisori del Novecento, del quale ricorre il sessantesimo anniversario della morte. L’intera sala dedicata a Morandi, presenta nove opere, tra cui due oli della collezione Carima, "Vaso di rose" (1927) e "Natura morte" (1962), più sette acqueforti. Tra queste, un capolavoro del 1927 proveniente da Bologna e altre quattro del collezionista tolentinate Alberto Marcelletti, che spaziano dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. Le opere di Morandi introducono a quelle del pittore, incisore, nonché scenografo e costumista marchigiano (nato ad Ancona) Luciano De Vita (1929-1992), che del maestro bolognese fu prima assistente e poi successore all’Accademia di belle arti. Dell’artista anconetano, che ha lavorato a lungo per il Teatro comunale di Bologna, la mostra di Palazzo Ricci propone due dipinti ad olio e sette acqueforti, che dialogo con quelle di Francisco Goya (1746-1828), cui De Vita si è molto ispirato, specchiandosi nell’opera del grande artista spagnolo avente ad oggetto la guerra, tema per cui De Vita, che da giovane aveva sofferto per gli eventi della seconda guerra mondiale, ha mostrato sempre forte sensibilità. Nella sala dove le acqueforti di De Vita dialogano con quelle di Goya, è presente una scultura del maceratese Valeriano Trubbiani, "Ipotesi bellica" (1963).

Quarto artista cui è dedicata la mostra estiva di Palazzo Ricci è il livornese, ma lombardo di adozione, Gianfranco Ferroni (1927-2001), fondatore nel 1979 – insieme al pittore e paroliere Sandro Luporini, coautore di molti successi di Giorgio Gaber – del movimento della "Metacosa". Di Ferroni sono presenti 14 opere, tra acqueforti e tecniche miste, nonché diciotto scatti fotografici che hanno per tema la periferia milanese.

All’apertura della mostra hanno presenziato l’assessore comunale Katiuscia Cassetta e alcuni dei prestatori delle opere. Il presidente della Fondazione Carima, Francesco Sabatucci Frisciotti, presente con il segretario generale Gianni Fermanelli, ha evidenziato come "gli elementi di novità della mostra – ingresso libero fino al 29 settembre – consentano ai visitatori di fruire di opere del tutto nuove per il territorio maceratese, che ben si integrano con il Novecento di Palazzo Ricci".