Bologna, 21 agosto 2024 – La sua biciclettina e il monopattino bianco sembrano aspettarla, in fondo alle scale del suo palazzo. Ma Fatiha, la loro proprietaria di quattro anni appena, non imparerà mai a sfrecciare senza il sostegno delle rotelline rosse. Non tornerà a pattinare veloce sul vialetto fuori casa. Fatiha non c’è più.
Via della Campagna, con la sua lunga file di case di mattoni rossi che un tempo venivano assegnate ai ferrovieri, è in lutto. Nessuno ieri ha assistito alla tragedia della piccola precipitata dalla finestra della cucina del suo appartamento, al terzo piano del civico 30, ma moltissimi hanno poi visto la corsa disperata delle ambulanze e i lampeggianti della polizia, richiamati anche dalle urla disperate della madre della piccola, che ha trovato la sua bambina svenuta sull’asfalto, ormai esanime.
“Quella piccina era un tesoro – racconta la vicina del piano terra con la voce rotta dalla commozione, mentre indica i giochini di Fatiha accanto al portone d’ingresso –. Non posso credere a quel che è successo. Stanotte (ieri, ndr) non ho chiuso occhio. Era dolcissima, si fermava sempre a fare le coccole al mio cagnolino. Quel che è successo è...", si copre il viso con una mano, non trova un termine sufficiente a comprendere l’enormità dell’accaduto, il dolore per l’inspiegabile tragedia di una vita spezzata così presto. Durante un gioco. Pare infatti che la bimba bengalese si sia sporta giocando con l’acqua piovana, che forse voleva guardare mentre cadeva nel cortiletto davanti al suo palazzo. E così sia precipitata.
È stata questa vicina la prima a intervenire in soccorso della mamma di Fatiha quando ha ritrovato la figlia sull’asfalto. Richiamata dalle grida della donna è prima corsa in strada, poi ha chiamato l’ambulanza. "Pioveva fortissimo – racconta –. Ho sentito urlare. Son corsa fuori e ho visto la mamma di Fatiha con la bimba svenuta su una spalla. Non c’era nessun altro intorno, eran tutti chiusi in casa per la pioggia. La signora urlava fortissimo. Mi sono avvicinata al viso della bimba, le ho fatto una carezza leggera. Era svenuta, ma respirava e non ho visto ferite. Ho cercato di calmare la mamma, che parla poco italiano, e l’ho bloccata mentre cercava di caricare le bimbe sulla macchina (oltre a Fatiha la famiglia comprende una piccola di pochi mesi, che la mamma stava addormentando nella stanza accanto al momento della tragedia, ndr ), per portare la grande all’ospedale. Era in preda al panico. Sono corsa in casa a chiamare il 118 e intanto è arrivato anche il papà, che era nel suo negozio di alimentari e parla benissimo italiano. Poi sono andati tutti all’ospedale, anche la mamma in ambulanza perché nel frattempo si era sentita male. È arrivata anche la polizia, è stata qui fino a tardi. Ma ho saputo solo in serata che la bimba non ce l’aveva fatta. Un dispiacere terribile". Assieme ad altri vicini, la signora ha acquistato un mazzo di fiori da mettere in un vaso nel punto in cui la piccola Fatiha è caduta e dove già ieri mattina qualcuno aveva posato una rosa fucsia.
È mesta anche Lucia, che abita da sempre al civico accanto ai Molla: "Mi chiamava nonna, vedevo spesso lei e la sua mamma che prendevano il fresco nel parchetto davanti a casa e Fatiha veniva a coccolare la mia gatta. Ed era così orgogliosa della sorellina! La mostrava come la cosa più preziosa che avesse", racconta con un sorriso triste. "La loro è una famiglia normalissima, ben integrata, gentile. Quando ho saputo cos’era successo, sono rimasta sconvolta".
Nel frattempo, arriva in bicicletta Mamun Sheik, carissimo amico di famiglia che la bimba chiamava "zio" perché molto legato al suo papà, Faisal. "La famiglia Molla ora è ospite di parenti che abitano a Bologna, ne hanno tanti in città – racconta –; altri ancora stanno arrivando da Londra, dove vivono. Stanno pensando a dove fare i funerali, se qui oppure a casa, in Bangladesh". E aggiunge: "Nel nostro Paese le inferriate sono a tutte le finestre, sempre. Tutti i nostri palazzi le hanno, spesso di muratura. Così sono sicure. Qui non è così, a casa di Fatiha non c’erano. E quando i vetri sono aperti è pericolosissimo".
Un problema, questo, che ieri ha segnalato pure la pagina Facebook ’Bologna Bangladeshi Community’, che stringendosi al dolore della famiglia Molla mette anche in guardia: "Un avvertimento per la comunità del Bangladesh. La tragica morte di Fatiha non ha fatto dormire nessuna madre, stanotte. Siamo tutti in lutto. Ma le abitazioni italiane non prevedono le inferriate. Chiunque di noi abbia bambini piccoli o fragili, pensi alla sicurezza e metta le griglie alle finestre. Investa sulla sicurezza senza necessariamente affidarsi al proprietario della casa".