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Verona, spaccio di cocaina stadio: indagati 12 Ultrà dell’Hellas. Il Questore: “Inquietante allarme sociale”

La droga veniva venduta alla Curva Sud durante la partite di calcio. I pusher preparavano le ‘strisce’ di coca sui cellulari, che poi lasciavano in bagno. Identificati 80 clienti con precedenti per violenza.

Le indagini della Polizia e il blitz antidroga a Verona

Verona, 30 agosto 2023 – È di due persone in carcere, tre agli arresti domiciliari e sette con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, il bilancio dell'operazione della Polizia che a Verona ha sgominato un giro di spaccio di cocaina all'interno dello stadio Bentegodi. I 12 ultrà indagati colpiti dalle misure cautelari hanno tra i 20 e i 50 anni. Sono state inoltre eseguite 14 perquisizioni durante il blitz scattato questa mattina a Verona. Il gruppo spacciava cocaina alla Curva Sud, nei bagni dello stadio e al bar dove si trovavano i tifosi dell’Hellas

L'attività di spaccio iniziava fin dall'apertura dei cancelli dello stadio e proseguiva per tutta la durata della partita, ma solo quando l’Hellas Verona giocava in casa. Centinaia le dosi di droga vendute ad ogni incontro di calcio, tutte documentate dall'indagine. I pusher preparavano le 'strisce’ di coca sugli schermi dei loro cellulari, lasciati poi all'interno dei bagni. Per eludere i controlli ai varchi d'ingresso del settore Curva Sud, la droga veniva nascosta nell'abbigliamento intimo e nelle scarpe.

Violenza sotto l’effetto della droga 

Sono ancora in corso gli accertamenti sui clienti, ripresi dalle telecamere usate per le intercettazioni mentre fanno uso di stupefacente all'interno dello stadio. Sono comunque già oltre un'ottantina le persone identificate con certezza dalla Polizia di Stato e alcune di loro risultano aver già commesso episodi di violenza nel corso di manifestazioni sportive.

Per la Questura scaligera “la sistematica cessione e il contestuale ingente consumo di cocaina all'interno della Curva Sud affollata di tifosi mette in evidenza l'alto rischio di scatenare episodi di aggressività e violenza, mettendo in concreto pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica all'interno dello stadio”. Nel corso delle perquisizioni, sono stati sequestrati complessivamente 110 grammi di cocaina, 2.7 chilogrammi di hascisc e 200 di marjuana, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento.

Le indagini

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Verona sono state avviate dopo l'arresto in flagranza di uno spacciatore che, insieme alla compagna, stava cedendo la cocaina a numerosi ultras dell'Hellas Verona, anche all'interno della Curva Sud dello stadio e nell'omonimo bar che si trova davanti allo stadio, luogo di ritrovo dei tifosi prima e dopo la partita.

L'inchiesta è stata estesa sia allo stadio che al bar davanti – che ha subìto la sospensione della licenza per 30 giorni – ha fatto emergere “uno spaccato criminoso di inquietante allarme sociale”, spiegano dalla Questura, con un'intensa attività di spaccio di cocaina esercitata dalla coppia e da altri pusher. Centinaia di grammi di droga venduti a ogni partita.

Il questore: “Ultrà non è sinonimo di illegalità”

È stato così scoperto un vero e proprio “bazar della droga” all'interno dei bagni della Curva Sud dello Stadio in occasione delle partite casalinghe dell'Hellas, che ha coinvolto centinaia di ultras, tra cui alcuni appartenenti ad alcune frange oltranziste di gruppi organizzati. “Un’operazione di grande rilievo – ha commentato il questore, Roberto Massucci – che ripropone il rischio di curve protese all'appropriazione del territorio e alla esclusione del controllo dello Stato. Ultrà non è sinonimo di illegalità ed è necessario stimolare la sensibilità dei club nel lavoro con i tifosi anche rispettando spazi di colore e passione”.