Verona, 7 giugno 2022 – “Serve impegno nazionale su sicurezza e socialità”. È l’appello lanciato oggi Maria Orietta Gaiulli, sindaca di Peschiera del Garda, teatro della maxi rissa che lo scorso 2 giugno ha portato in città una scia di violenza. Disordini e molestie sessuali che, secondo la prima cittadina, si potevano evitare: i segnali erano già evidenti da giorni.
Dopo la guerriglia urbana della settimana scorsa, Maria Orietta Gaiulli ha scritto una lettera al Governo, al Prefetto e al Questore di Verona, chiedendone le dimissioni. “In maniera provocatoria – sottolinea la sindaca – ho detto che ci deve essere qualcuno che si dimette perché, se andiamo ad analizzare e a ‘grattare’ le carte, probabilmente qualcuno che ha sottovalutato c'è stato, e c'è anche qualcuno che poteva probabilmente tamponare il problema fin da subito, dando sicurezza sulle proprie spiagge. Noi – ribadisce Gaiulli, riferendosi al vicino Comune di Castelnuovo – siamo stati oggetto di disgrazia per il fatto che siamo vicini a una spiaggia libera”.
Peschiera ha paura, cosa sta succedendo:
“Problema grande, va risolto”
“Credo che siano interessati due grossi ambiti: quello della sicurezza e quello della socialità. Gli interventi sociali estesi sul territorio nazionale dovranno ‘tamponare’ questi giovani, dovranno cercare di capire la radice del problema e dovranno risolverlo”. Lo ha sottolineato oggi la sindaca di Peschiera del Garda, Orietta Gaiulli, a margine dell'incontro con alcuni parlamentari veronesi dopo la maxi rissa del 2 giugno e le molestie ad alcune ragazze. “È un lavoro grande – ha precisato Gaiulli – ma bisogna cominciare, altrimenti fra cinque anni credo che avremo grossi problemi”.
Il summit sicurezza
Stamattina c’è stato un incontro tra la sindaca di Peschiera del Garda e quattro parlamentari veronesi – Francesca Businarolo, Massimo Ferro, Ciro Maschio, Paolo Paternoster e Diego Zardini – con il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa. "È andato molto bene l'incontro perché tutti i parlamentari – spiega Maria Orietta Gaiulli – hanno accolto il mio appello e grido d'allarme e ciascuno per la propria parte si è impegnato a fare interrogazioni e sollecitazioni al ministro".
La situazione a Peschiera è tornata alla normalità da giorni, ma per una piccola e tranquilla località turistica il ricordo di quanto accaduto lo scorso 2 giugno è ancora vivido e presente. "Non si tratta di Peschiera, ma del fatto che quello che è accaduto qua può accadere ovunque – prosegue la prima cittadina – abbiamo una ferita importante data dalla paura e dalla consapevolezza di quello che è accaduto e sarebbe potuto accadere, un segno che difficilmente se ne andrà': abbiamo visto in pochi minuti cosa significa essere in stato di guerra".
Molestie: mancano all’appello altre denunce
"Le indagini stanno procedendo anche se è ancora presto, per ora il fascicolo resta aperto contro ignoti". A dirlo è il procuratore di Verona, Francesco Bruni, che sta seguendo l'indagine aperta dopo il maxi raduno e le successive molestie subite da cinque ragazze sul treno che le riportava a casa, a Milano. "Sono 5 le ragazze molestate, ma potrebbero essere molte di più, per ora diciamo che sono 5 le denunce", ha poi aggiunto invitando eventuali altre vittime a denunciare quanto accaduto, anche se, vista la gravità del reato, una volta acclarata la dinamica dei fatti, si potrà procedere anche d'ufficio.