Verona, 1 agosto 2023 – È un operaio veronese di 39 anni l'automobilista denunciato per l'investimento di Chris Obeng Abom, il 13enne travolto la notte scorsa da un'auto pirata e morto poche ore dopo in ospedale. L’uomo, che è già stato individuato dai carabinieri, ha piccoli precedenti penali, tra cui spaccio di stupefacenti e guida in stato di ebrezza. I militari sono arrivati al suo indirizzo attraverso le immagini del sistema di videosorveglianza comunale – dotato di un sistema di riconoscimento delle targhe – e i resti della sua macchina rinvenuti sull'asfalto.
Sognava di fare il calciatore in qualche grande squadra Chris, il ragazzino di origini ghanesi investito sulla strada provinciale 12 dell'Aquilio, in Valpolicella. Non aveva neppure 14 anni, li avrebbe compiuti il 2 settembre. ll ragazzo stava tornando a casa a piedi dopo una partita a calcio con gli amici quando una vettura lo ha colpito, gettandolo a terra. Poi l'automobilista è ripartito senza prestare soccorso. È successo intorno alle 23.30 di ieri a San Vito di Negrar in Valpolicella, su un’arteria molto trafficata e di notte poco illuminata. "Chris non doveva morire, era un ragazzo buono e solare”, ha detto la mamma del 13enne ai giornalisti locali.
Come è stata rintracciata l’auto pirata
Un fanale e un pezzo dello specchietto retrovisore. Sono i resti dell’auto pirata trovati dai carabinieri sull’asfalto, risultati determinanti per risalire all’uomo che stanotte ha travolto e ucciso il 13enne di Negrar. Con questi elementi, è stato infatti possibile individuare il modello del veicolo coinvolto nell'incidente e cercarlo nelle immagini delle diverse telecamere comunali munite del sistema di lettura targhe. Esaminate per tutta la notte i filmati, i militari hanno individuato il mezzo, risultato intestato ad una donna di 64 anni, ma in uso al figlio: l’operaio 39enne fermato oggi.
Stamattina l’uomo ha usato la stessa auto per recarsi sul posto di lavoro, un cantiere edile in Valpolicella. Raggiunto dai militari, il 39enne ha ammesso di essere stato alla guida della vettura ieri notte, ma non di aver investito una persona. La macchina presenta danni nella parte anteriore destra, compatibili con i frammenti rinvenuti sul terreno. Sul parabrezza sono inoltre evidenti segni che nom lascerebbero spazio a dubbi sull'investimento di una persona.
I medici: “Poteva essere salvato”
Chris Abom “poteva essere salvato se fosse stato soccorso” dopo l'incidente. Lo affermano i medici della terapia intensiva e d'emergenza dell'Azienda Ospedaliera universitaria di Verona, che la notte scorsa avevano accolto la giovane vittima. Secondo i sanitari, le lesioni riportate dal giovane non sarebbero da sole “compatibili con il decesso”, causato invece da “arresto cardiaco per ipossia da schiacciamento”. Prima di essere notato da un passante, il 14enne è rimasto accasciato a terra per un periodo di tempo così lungo che potrebbe essere risultato fatale.
Tracce dell’auto pirata
L’auto pirata potrebbe avere le ore contate: sulla strada sono rimasti dei pezzi della carrozzeria, staccati dalla forza dell’urto con il corpo del ragazzo. Sul posto anche la scarpa nera di Chris, riconosciuta dagli amici che stanno facendo la spola su via San Vito in omaggio al 13enne ucciso. I medici hanno tentato il tutto per tutto pur di salvare il ragazzo, ma le ferite erano troppo gravi e per lui non c’è stato nulla da fare. É morto in ospedale poche ore dopo il ricovero. Sulle tracce dell'automobilista lavorano i carabinieri intervenuti sul posto.
Chi era Chris Obeng
Tesserato alla Figc, Chris era una promessa del calcio: giocava nel vivaio della Polisportiva Negrar e, oltre al campionato giovanile, veniva schierato anche nella formazione di Terza categoria. I genitori del giovane – il padre è operaio in un'azienda metalmeccanica della provincia di Modena – sono in Italia da una ventina d'anni, e qui sono nati anche gli altri due loro figli: un maschio di un anno e una femmina di 8 anni.
Zaia: “Tragedia inaccettabile”
"Un'altra tragedia inaccettabile, un'altra giovane vita stroncata da un pirata della strada, che mi auguro sia individuato al più presto". A commentare la tragedia costata la vita al 13enne Chris Abom, investito da un’auto che è poi fuggita senza prestare soccorso al ragazzo, è il governatore del Veneto, Luca Zaia.
"Alla famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che hanno voluto bene a questa giovane vita stroncata mentre sbocciava – aggiunge Zaia – rivolgo il mio più addolorato cordoglio. Fa male, fa molto male dover prendere atto di un ennesimo atto criminoso, com'è quello di non soccorrere una persona dopo un incidente. Se l'investitore si fosse fermato e avesse chiamato i soccorsi, forse l'epilogo per questo ragazzo sarebbe stato diverso e magari oggi non saremmo qui a piangere l'ennesima giovane vita stroncata su una strada. Quanto accaduto è inaccettabile".
La preside: “Solo e morente sul ciglio della strada”
“Non ho parole e lacrime, ho tanta rabbia, la vita del nostro carissimo alunno Abom Chris è stata falciata da una auto pirata, non hanno avuto pietà, lo hanno lasciato solo e morente sul ciglio della strada… gioia di vivere, speranze, riscatto falciati in pochi attimi”. Sono le parole scritte su Facebook da Angela Longo, la dirigente scolastica scuola frequentata da Chris, che a settembre avrebbe dovuto iniziare la terza media.
“Il tuo abbraccio con il mazzo di fiori, a conclusione del concerto di fine anno scolastico, rimarrà indelebile nei miei ricordi. Tutta la comunità scolastica dell’Istituto Comprensivo di Negrar ti ricorderà sempre e si stringe al dolore della tua famiglia. Addio Chris, continua a calciare fra le nuvole”, conclude la preside della scuola.
Cosa è successo
Trasportato in gravissime condizioni all'ospedale Borgo Trento di Verona, il 13enne è morto poche ore dopo. Gli agenti della stradale stanno lavorando per ricostruire la dinamica dell'investimento, avvenuto lungo un rettilineo su via San Vito, un'arteria che attraversa in senso longitudinale il paese collinare della Valpolicella. Intanto è iniziata la caccia al pirata della strada che lo ha falciato e ucciso.
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