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Verona, truffa bonus facciate: 84 milioni in crediti ma case e ditte non esistono

La maxi truffa compiuta da 13 società e 14 persone a Verona, Vicenza, Padova, quindi Roma, Brescia e Milano. Già 'monetizzati' 26 milioni al ‘prezzo’ di 19 milioni. Sequestrati conti correnti, quote societarie una Rolls Royce e monete d'oro

Bonus facciate: ma in questa maxi truffa i proprietari non hanno nemmeno un immobile di proprietà e le aziende sono fittizie

Verona, 13 aprile 2023 - Case inesistenti, non registrate al catasto, lavori mai eseguiti. Tutto però dato per vero, per aver accesso al 'bonus facciate', e poter cedere a banche o a terzi crediti d'imposta per 84 milioni di euro. Era il meccanismo truffaldino messo in piedi da un gruppo di 13 società, operanti in diverse regioni, e con sedi anche in Austria, scoperto dalla Guardia di Finanza di Verona. Le 'fiamme gialle' hanno eseguito sequestri per un totale di 110 milioni di euro nei confronti delle società e di 14 persone fisiche, nelle province Verona, Vicenza, Padova, Roma, Brescia e Milano. Il sodalizio aveva usato in maniera illecita le misure agevolate per gli interventi edilizi, sotto forma di crediti d'imposta cedibili a terzi e utilizzabili in compensazione, o monetizzabili presso le banche. Sono un centinaio gli indagati, perché hanno partecipato alla generazione dei crediti inesistenti e alla compilazione dei Cir con le particelle catastali di immobili fittizi.

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Società senza mezzi edili, persone senza casa

All'Agenzia delle Entrate erano stati comunicati crediti d'imposta inesistenti sul bonus facciate per 84 milioni di euro. Alcune società erano prive di strutture e mezzi per fare gli interventi edilizi; la maggior parte delle persone fisiche che avevano ceduto il credito d'imposta per dichiarati lavori edilizi alle 6 società indagate, non era proprietaria di alcun immobile; i lavori, mai eseguiti, sono stati dichiarati all'Agenzia con dati catastali artefatti, relativi a immobili inesistenti. La detrazione fiscale delle spese sostenute negli anni 2020 e 2021 era del 90%, con la possibilità di cederle a terzi come credito d'imposta e, quindi, monetizzare.

26 milioni di euro di crediti già ceduti ad un prezzo di 19

Quota-parte dell'ammontare dei crediti d'imposta inesistenti, pari a 26 milioni di euro, era stata già monetizzata mediante cessione a terzi acquirenti al prezzo totale di 19 milioni. Una ulteriore parte dei crediti inesistenti, per 5 milioni, è stata ceduta ad altre 19 società del Veneto, Lombardia e Trentino per la successiva indebita compensazione con le imposte dovute all'Erario. I crediti d'imposta oggetto della frode, pari a 84 milioni di euro, sono stati sequestrati così come conti correnti, quote societarie e beni di lusso, tra cui una Rolls Royce, monete d'oro e altri oggetti preziosi), fino alla somma di 29 milioni di euro.

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