Verona, 6 giugno 2023 - Torture e pestaggi, e umiliazioni inflitti ai fermati dai poliziotti di Verona. Le vittime degli agenti quasi sempre stranieri o senzatetto. Gli autori delle violenze questa mattina sono finiti agli arresti domiciliari, si tratta cinque poliziotti, un ispettore e quattro agenti della questura scaligera, che all’epoca dei fatti tra il luglio 2022 e il marzo 2023, prestavano servizio al Nucleo Volanti. Le accuse sono, a vario titolo, di tortura, lesioni aggravate, peculato.
Ad eseguire gli arresti altri uomini e donne con la divisa della Polizia, l'indagine è stata condotta per otto mesi dalla Squadra Mobile veronese. Secondo le accuse, gli agenti avrebbero in diverse occasioni pestato persone fermate per strada nel corso di controlli, per poi truccare i verbali in modo tale da allontanare responsabilità e sospetti.
Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.
"È innegabile che tutti gli indagati, con le condotte descritte abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità offendendone la stessa dignità di persone, creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza, commettendo reati piuttosto che prevenirli, in ciò evidentemente profittando della qualifica ricoperta, anche compiendo falsi ideologici in atti pubblici con preoccupante disinvoltura", sottolinea la gip di Verona, Livia Magri.
Contro i più deboli per evitare denunce
'Amara constatazione è quella per la quale i soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcool o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente 'deboli'''. E' quanto si legge nell'ordinanza. Una ''circostanza - sottolinea la gip Livia Magri - che, da un lato, ha consentito agli indagati di vincere più facilmente eventuali resistenze delle loro vittime, dall'altro lato ha rafforzato la convinzione dei medesimi indagati di rimanere immuni da qualunque conseguenza di segno negativo per le loro condotte, non essendo prevedibile, nella loro prospettiva, che alcuna delle persone offese si potesse determinare a presentare denuncia o querela (come in effetti confermato dagli eventi) o che comunque potesse essere considerata attendibile e più affidabile degli atti fidefacenti a firma degli stessi indagati''.
Spray, botte, insulti
Picchiati e umiliati. In uno dei casi di violenza che hanno portato agli arresti di cinque agenti della questura di Verona, due poliziotti sono accusati non solo di aver picchiato un ragazzo sottoposto a fermo di identificazione, ma anche di averlo costretto a urinare nella stanza fermati. Lo hanno poi spinto in un angolo facendolo cadere a terra e usandolo "come uno straccio per pulire il pavimento", scrive il Gip di Verona nell'ordinanza di fermo nei confronti degli indagati. Calci, pugni ed umiliazioni contro stranieri o senzatetto, persone in stato di fermo costrette a subire la violenza degli agenti di polizia. I capi d'accusa raccontano di una serie di violenze nei confronti di chi veniva fermato e portato negli uffici per l'identificazione. In un caso un agente sferrò uno schiaffo al volo di uno dei fermati, si legge nell'ordinanza, così "vigoroso da fargli perdere i sensi per alcuni minuti". "Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio", una delle frasi con cui gli agenti si rivolgevano ai fermati. In alcuni casi, poi, oltre alle botte e agli insulti razzisti e xenofobi, gli agenti infierivano utilizzando anche lo spray al peperoncino. "Ti spruzzo nel c...o", minacciava l'ispettore arrestato davanti ai colleghi. "I soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva - scrive il gip, Livia Magri -, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente 'deboli'".
Urina su un arrestato “per svegliarlo”
Uno dei poliziotti arrestati a Verona aveva in un'occasione anche urinato addosso a una persona in loro custodia ''per svegliarlo''. ''Si tratta, innegabilmente, di una pluralità di condotte integranti reiterate violenze foriere di 'acute sofferenze fisiche', che si desumono non solo dalle parole della persona offesa, ma risultano anche cristallizzate dai filmati acquisiti, che immortalano'' la vittima ''in preda a spasmi e contrazioni, lasciato al suo destino dal personale di polizia''. ''Come già sottolineato, questo atto denigratorio e sminuente ha certamente incontrato l'approvazione e suscitato l'ilarità degli altri poliziotti presenti - si legge - tant'è che nessuno degli altri poliziotti ha dato il minimo segnale di disappunto, portando avanti anche in seguito, come si è visto, un coerente atteggiamento di scherno nei confronti della persona offesa, dovendosi rammentare che gli operanti ai quali'' la vittima ''si rivolgeva manifestando sofferenza e chiedendo aiuto al di là barriera in plexiglass facevano gesti che significavano che a loro non interessava il suo stato; e che, in una certa fase, come comprovato anche dai filmati, uno degli operanti si divertiva ad accecare con la torcia'' la vittima ''mentre gli altri ridevano''.
Risate dopo le violenze: "Che botte ho dato"
Uno dei poliziotti di Verona arrestati "raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime". È quanto emerge dall'ordinanza di arresto. Nel documento vengono riportate alcuni stralci dei suoi dialoghi con la fidanzata, quando le raccontava delle violenze nei confronti di alcune persone che aveva fermato: "m... che pigna che gli ho dato". E ancora: "ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!". In un'altra conversazione aggiungeva: "gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l'abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per...".
Trasferiti e rimossi dagli incarichi
Il silenzio dei colleghi che sapevano si aggiunge alle brutture. I destinatari delle misure cautelari erano già stati trasferiti ad altri incarichi all'indomani della chiusura delle attività di indagine e quindi da alcuni mesi. Negli sviluppi dei successivi accertamenti giudiziari, il Questore della provincia di Verona, Roberto Massucci, ha disposto la rimozione dagli incarichi di altro personale che, pur non avendo preso parte a episodi di violenza, si presume possa non aver impedito o comunque non aver denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi.
Sono 23 in tutto gli agenti del reparto Volanti della Questura di Verona ad essere stati spostati nell'ambito degli accertamenti che hanno portato ai cinque arresti odierni per maltrattamenti. "Questo non significa - ha precisato Massucci - che debbano essere necessariamente sottoposti ad ulteriori accertamenti. Per ora ci fermiamo al dato dei cinque, che è quello oggettivo contenuto nell'ordinanza del Gip. Il principio del mio provvedimento è stato quello di destinare ad altri incarichi tutti i poliziotti che fossero in una posizione tale da non consentire loro di lavorare in serenità, e quindi li ho spostati in incarichi burocratici; nel frattempo - ha sottolineato - il reparto Volanti ha continuato a lavorare serenamente”.
Le intercettazioni
L'inchiesta è partita grazie ad una intercettazione telefonica, compiuta nell'ambito di un'altra indagine, in cui un agente si vantava di aver "messo al suo posto" una persona fermata dandogli due schiaffi. In un altro dei sette casi documentati sino al marzo di quest'anno, uno straniero si sarebbe preso un manrovescio per aver compiuto un atto osceno mentre si trovava nella stanza degli interrogatori. È quanto riferiscono fonti investigative sugli episodi che hanno portato stamane agli arresti di cinque poliziotti sottoposti ai domiciliari. Le stesse fonti sottolineano quanto la stessa Polizia si sia spesa per individuare al suo interno i responsabili dei fatti. L'indagine, si rileva, "non è nata da pressioni dell'opinione pubblica o da filmati postati in rete. Un segnale positivo - viene sottolineato - sulla presenza di un sistema che anche dall'interno consente di intercettare (e non nascondere) episodi di derive illegali". In un terzo episodio, secondo quanto trapelato, gli agenti avrebbero usato contro il fermato dello spray al peperoncino sul viso. La questura sottolinea che si tratta di sette casi isolati, che sono stati documentati attraverso intercettazioni audio e video all'interno degli stessi uffici di polizia.
Il capo della Polizia: "Affronteremo con dignità"
"Ringrazio la procura di Verona per la fiducia accordata alla Polizia nel delegare alla squadra mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura". Lo dice il capo della Polizia Vittorio Pisani in relazione all'inchiesta sulle presunte violenze negli uffici della questura, sottolineando che "la levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre".
«Non è stato affatto semplice - ha ribadito Massucci - anzi direi che è stato veramente difficile indagare. Oggi è anche una giornata di sofferenza, perché quando si ha a che fare con poliziotti che potrebbero aver commesso fatti che vanno a tradire i valori della Polizia di Stato, per chi come noi vive il servizio con i valori e con ciò che la nostra storia ci ha insegnato è un momento ovviamente di dolore. La soddisfazione è che abbiamo mostrato come Polizia di Stato di esser capaci di praticare la via della trasparenza e della non reticenza, portando avanti con determinazione per un lungo periodo indagini di polizia giudiziaria di poliziotti su altri poliziotti". “Mi prendo tutta la responsabilità - ha quindi affermato il Questore veronese - e la sento sulla pelle come un fatto doloroso; quello che mi sento dire ai cittadini è che rispetto ai sette episodi che abbiamo accertato ci sono decine e decine e centinaia di episodi che vedono i poliziotti mettersi al servizio dei cittadini - ha concluso - e rispettare quel giuramento che tutti quanti noi abbiamo fatto”
Investigazioni "impeccabili"
L'indagine della Squadra mobile della Questura di Verona sulle presunte torture e lesioni a danni di persone che erano state momentaneamente fermate o arrestate e che hanno fatto finire agli arresti domiciliari un ispettore e quattro agenti "sono state oggetto di accurate indagini delegate dall'Autorità Giudiziaria alla stessa Polizia di Stato di Verona, la cui professionalità nell'azione investigativa è stata, peraltro, evidenziata dal gip nell'ordinanza che ha disposto le misure cautelari", lo sottolinea in una nota la Questura scaligera, mettendo in luce "l'encomiabile efficienza e sollecitudine dimostrata nello svolgimento delle investigazioni".