Il Papa a Verona. Arena di Pace, l’abbraccio a israeliani e palestinesi. Omelia di Francesco: “Siamo tutti differenti ma con un solo cuore”

Il pontefice evoca Romeo e Giulietta: “Città dell’amore”. Incontro su giustizia e pace all’Arena, nel carcere di Montorio pranzo preparato dai detenuti (risotto e spezzatino), fuoriprogramma per l’anziana madre del vescovo. Messa al Bentegodi con 32mila fedeli  

Verona, 18 maggio 2024 – Papa Francesco oggi è a Verona. L'elicottero del pontefice è atterrato alle 8 nell'antistadio del Bentegodi, prima tappa di un’intera giornata nella città scaligera. É stato accolto dal vescovo Domenico Pompili, dal presidente del Veneto, Luca Zaia, dal sindaco Damiano Tommasi, e dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, mentre centinaia di persone, fedeli, famiglie con bambini, si sono riuniti fuori della basilica di San Zeno dove si è svolto l'incontro con 850 preti e consacrati per un momento di preghiera. Le tappe di papa Francesco sono state il saluto ai bambini e ragazzi nella piazza San Zeno, poi l’incontro all’Arena dal titolo "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno" e la visita alla casa circondariale di Montorio con un pranzo con i detenuti. Nel pomeriggio il pontefice ha celebrato la messa allo stadio Bentegodi davanti a 32mila fedeli. Alle 17.45 ha ripreso l’elicottero per tornare a Roma. 

Messa di papa Francesco allo stadio Bentegodi davanti a 32mila fedeli
Messa di papa Francesco allo stadio Bentegodi davanti a 32mila fedeli

Gli aggiornamenti

15:45
Papa Francesco è ripartito in elicottero per Roma

Papa Francesco è ripartito in elicottero da Verona al termine della visita pastorale alla diocesi e della partecipazione all'Arena di Pace. Terminata la messa allo stadio Bentegodi, il Pontefice è stato accompagnato all'antistadio dove lo attendeva il velivolo, salutato dalla folla che ha applaudito il corteo papale fino alla fine. 

15:20
Il ringraziamento del vescovo Pompili: "Il Papa insegna che la guerra non è inevitabile"

"Un proverbio popolare dice che 'non c'è sabato senza sole, non c'è donna senza amore'. In effetti, oggi è una splendida giornata di sole e comunque sarebbe stata una splendida giornata perché porta a compimento un'attesa e realizza un incontro. La donna non è Giulietta, ma siamo noi: è la chiesa di Verona, convocata dalla Pentecoste, per dirle grazie di essere stato qui oggi a donare la gioia del Vangelo". Sono le parole di ringraziamento rivolte dal vescovo di Verona, Domenico Pompili, a papa Francesco al termine della messa nello Stadio Bentegodi. "Sì, grazie per l'Evangelii gaudium che lei non solo ha scritto, ma incarna alla perfezione, con la sua imprevedibilità, sempre spiazzante - ha sottolineato il presule -. Le bambine e i bambini stamattina nell'accoglierla davanti alla piazza di san Zeno hanno invocato 'un cielo senza nuvole', cioè un mondo senza guerra. Subito dopo in Arena, Lei ci ha persuasi che la pace è un dono che nasce dall'alto, ma si fa strada dal basso. La sua parola limpida e senza sbavature afferma che la guerra non è un esito inevitabile. Dipende da ciascuno di noi. La guerra, infatti, nasce dalle azioni che compromettono il benessere sociale e l'equità economica, che mettono a dura prova la tenuta democratica, che negano l'ecologia integrale, che impediscono la convivenza e la mobilità dei popoli, che implementano l'industria delle armi". "Nelle sue Encicliche Laudato sì e Fratelli tutti la pace è la prospettiva unificante del suo pensiero e della sua vita", ha detto ancora Pompili. Per questo, "desideriamo impegnarci ad avviare processi capaci di invertire la rotta ed immaginare un mondo in cui l'amicizia tra le persone e la cooperazione tra i popoli inventino nuove strade per uno sviluppo integrale".

14:55
Omelia 'a braccio' di Francesco: "Siamo tutti differenti ma con un solo cuore"

"Oggi celebriamo la festa del giorno in cui lo Spirito Santo è venuto. Ma pensate, gli apostoli erano tutti chiusi nel Cenacolo, avevano paura, le porte chiuse, tutto. È venuto lo Spirito Santo, gli ha cambiato il cuore e sono andato a predicare con coraggio. Coraggio: lo Spirito Santo ci dà il coraggio di vivere la vita cristiana". Così papa Francesco nell'omelia - pronunciata interamente a braccio mettendo da parte il testo predisposto - della messa allo Stadio Bentegodi, ultimo appuntamento della sua visita pastorale a Verona. "E per questo, con questo coraggio, cambia la nostra vita - ha proseguito -. Lo Spirito prima di tutto è quello che ci cambia la vita". "Lo Spirito Santo ci dà coraggio per vivere cristianamente: tante volte troviamo cristiani che sono come l'acqua tiepida, né caldi né freddi: gli manca coraggio: E padre, dove si può fare un corso per avere coraggio?. No, prega lo Spirito, affidato allo Spirito", ha sottolineato il Pontefice. "Poi una cosa molto bella - ha continuato Francesco -: quel giorno di Pentecoste c'era gente di tutte le nazioni, di tutte le lingue, di tutte le culture, e lo Spirito con quella gente edifica la Chiesa. Cosa vuol dire? Che fa tutti uguali? No, tutti differenti, ma con un solo cuore, con l'amore che ci unisce. Lo Spirito è quello che ci salva dal pericolo di farci tutti uguali". "C'è una parola che spiega bene questo - ha aggiunto il Papa -: lo Spirito fa l'armonia, l'armonia della Chiesa. Ognuno differente dall'altro, ma in un clima di armonia". "Cari fratelli e sorelle, questo è il miracolo di oggi: prender uomini codardi, con paura, e farli coraggiosi. Prendere uomini e donne di tutte le culture, e farli una unità di tutti, fare la Chiesa. Prendere questa gente, e non farli uguali. Cosa fa lo Spirito? L'armonia". "Adesso ognuno di noi pensi nella propria vita -ha quindi sollecitato -: tutti noi abbiamo bisogno dell'armonia, tutti noi abbiamo bisogno che lo Spirito ci dia armonia, nella nostra anima, nella famiglia, nella città, nella società, nel posto di lavoro. Il contrario dell'armonia è la guerra, è lottare uno contro l'altro".

14:51
Messa del Papa: 32mila presenti

Per la messa del Papa allo Stadio Bentegodi a Verona sono presenti circa 32 mila fedeli. La stima è del Vaticano.

14:30
Bentegodi: inizia la messa, sull'altare il crocifisso del 1982 di San Martino Buon Albergo

Inizia la messa celebrata da Francesco allo stadio Bentegodi di fronte a 31mila persone ufficialmente conteggiate. Alle spalle dell'altare campeggia il particolare crocifisso in legno intarsiato, opera dello scultore Lao K, realizzato nel 1982 per la chiesa di San Martino Buon Albergo (Verona). L'opera rivisita e recupera l'iconografia del Cristo Trionfante, antica di quindici secoli.

13:40
Papa Francesco al Bentegodi: 31mila persone presenti per la messa

Papa Francesco è arrivato allo stadio Bentegodi di Verona dove in 31mila tra giovani e adolescenti lo stanno attendendo per la celebrazione della messa che conclude la sua visita pastorale alla Diocesi scaligera. Prima di giungere allo stadio, proveniente dal carcere di Montorio, il corteo papale ha fatto una sosta fuori programma al palazzo del Vescovado, che ha comportato un ritardo all'inizio della celebrazione di circa mezz'ora. A bordo della papamobile elettrica, il pontefice compie un giro intorno al prato dello stadio, poi sull'altare avrà inizio l'eucaristia. 

Papa arriva al Bentegodi, celebra davanti a 31mila persone
Papa arriva al Bentegodi, celebra davanti a 31mila persone
12:54
Fuoriprogramma: il Papa fa visita all'anziana madre del vescovo Pompili

Il Papa, dopo il pranzo alla casa circondariale di Montorio, a Verona, si è diretto verso il Vescovado per una breve visita all'anziana madre del vescovo, Domenico Pompili. Lo fa sapere il Vaticano.

12:00
Stadio Bentegodi: attese 30mila persone per la messa del Papa

Si sta riempiendo a vista d'occhio lo stadio Bentegodi di Verona per la messa delle 15 con papa Francesco. Dopo i 12.500 di stamattina dell'Arena di Pace, allo stadio sono attese 30mila persone. I cancelli sono stati aperti alle 11 ma già di prima mattina erano migliaia i fedeli in attesa di poter entrare. Le operazioni di entrata si sono accelerate perché dopo le 14 nessuno potrà più entrare allo stadio per questioni di sicurezza. 

Papa Francesco in visita a Verona
Papa Francesco in visita a Verona
11:42
La direttrice del carcere: "Qui scorre la vita"

"Speriamo ci sia riuscito di farle arrivare l'abbraccio che arriva da questa comunità Santo Padre e di poter condividere con lei la vita che scorre tra queste mura. Perché qui scorre la vita, non si ferma". È uno dei passaggi dell'indirizzo di saluto che la direttrice del carcere di Montorio, Francesca Gioieni, ha rivolto a papa Francesco. "La nostra missione - ha aggiunto, parlando di tutto il personale dell'istituto - è intercettare e accompagnare dei percorsi di vita, cercando di non essere un carcere abitato da carcerieri e carcerati, ma un luogo dove, nel rispetto delle regole necessarie in una comunità così grande, ciascuno trova uno spazio di ascolto, una mano tesa". Riflettendo sulle ragioni che portano a decidere di lavorare in un carcere, Gioieni ha osservato che "ancora oggi nella società vale lo stigma che lo ritiene solo un luogo punitivo - perché occuparsi di chi merita di essere solo un numero? - Noi, invece, improntiamo ogni singola azione e decisione al rispetto della dignità di ogni singola detenuta o detenuto che ci viene affidato". In una casa di reclusione si incontrano persone che hanno mostrato la loro fragilità, i propri limiti umani, violando la legge penale "ma non per questo - ha sottolineato - gli possiamo negare dignità o umanità. Qui - ha concluso Gioieni - ascoltiamo storie di vita in cui spesso mancano i legami familiari, la solitudine è una costante. Ma non scostiamo lo sguardo, mai". 

11:15
Il pranzo per Francesco preparato dai detenuti con prodotti locali: risotto e spezzatino

Non c'è solo il pranzo con detenuti e operatori a segnare l'attenzione di papa Francesco per il mondo del carcere, nella sua tappa alla casa circondariale di Montorio. Tutta la visita del Pontefice ha visto la valorizzazione anche del lavoro dei carcerati. Il pranzo in carcere è stato curato dai detenuti che, insieme a quattro mastri risottari di Isola della Scala (Verona), hanno preparato un menu a base di risotto e uno spezzatino di manzo, con prodotti locali. Il pane e i prodotti da sono preparate dal forno della Casa circondariale, gestito dalla coop "Panta Rei", con lievito madre creato in carcere nel 2022 e ogni giorno ravvivato da un detenuto. Il servizio in sala è organizzato dai detenuti che frequentano la scuola alberghiera del carcere, costola dell'Istituto alberghiero "Berti" del Chievo. Ma anche gli allestimenti in legno disposti sul palco di "Arena di Pace 2024" sono prodotti nella falegnameria che Reverse Cooperativa Impresa sociale gestisce all'interno del carcere di 
Verona dal 2016. Tre detenuti hanno realizzato in particolare la poltrona del Pontefice in Arena, le poltroncine laterali, il leggio e le pedane rialzate. Gli allestimenti sono realizzati utilizzando legno proveniente da scarti produttivi e da filiera controllata, e possono essere riutilizzati. Infine, le 30mila particole che verranno utilizzate durante la messa allo stadio Bentegodi sono state prodotte nel carcere di Castelfranco Emilia (Modena), attraverso un progetto della Cooperativa Giorni Nuovi. 

11:05
Il Papa a Montorio: "Dolore per i suicidi, si lavori per migliorare la vita carceraria"

"Per me entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto". Lo ha detto papa Francesco durante la sua vista alla casa circondariale di Montorio, a Verona. "E in questa umanità, qui, in tutti voi, in tutti noi, è presente oggi il volto di Cristo, il volto del Dio della misericordia e del perdono", ha sottolineato. "Non dimenticate questo: Dio perdona sempre, e perdona tutto". "Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate, con conseguenti tensioni e fatiche - ha osservato il Pontefice -. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l'appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria". "Seguendo le cronache del vostro istituto, con dolore ho appreso che purtroppo qui, recentemente, alcune persone, in un gesto estremo, hanno rinunciato a vivere. È un atto triste, questo, a cui solo una disperazione e un dolore insostenibili possono portare", ha continuato. Perciò, "mentre mi unisco nella preghiera alle famiglie e a tutti voi, voglio invitarvi a non cedere allo sconforto. La vita è sempre degna di essere vissuta, e c'è sempre speranza per il futuro, anche quando tutto sembra spegnersi". Secondo Francesco, "la nostra esistenza, quella di ciascuno di noi, è importante, non siamo materiale di scarto, è un dono unico per noi e per gli altri, per tutti, e soprattutto per Dio, che mai ci abbandona, e che anzi sa ascoltare, gioire e piangere con noi. E perdonare sempre. Con Lui al nostro fianco, possiamo vincere la disperazione, e vivere ogni istante come il tempo opportuno per ricominciare". Perciò, "nei momenti peggiori, non chiudiamoci in noi stessi: parliamo a Dio del nostro dolore e aiutiamoci a vicenda a portarlo, tra compagni di cammino e con le persone buone che ci troviamo al fianco. Non è debolezza chiedere aiuto: facciamolo con umiltà e fiducia. Tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri, e tutti abbiamo diritto a sperare, al di là di ogni storia e di ogni errore o fallimento. È un diritto la speranza, che non delude, mai". "Tra pochi mesi inizierà l'Anno Santo - ha detto ancora il 
Papa -: un anno di conversione, di rinnovamento e di liberazione per tutta la Chiesa; un anno di misericordia, in cui deporre la zavorra del passato e rinnovare lo slancio verso il futuro; in cui celebrare la possibilità di un cambiamento, per essere e, dove necessario, tornare ad essere veramente noi stessi, donando il meglio. Sia anche questo un segno che ci aiuti a rialzarci e a riprendere in mano, con fiducia, ogni giorno, la nostra vita". "Grazie per questo incontro: vi dico la verità, mi fa bene, mi state facendo bene", ha concluso. 

10:25
L'arrivo a Montorio: il pontefice a pranzo con i detenuti

Terminato l'incontro sulla giustizia e la pace all'Arena di Verona, papa Francesco ha raggiunto in auto la casa circondariale di Montorio. Qui è accolto dalla direttrice del carcere, Francesca Gioieni, e dal direttore della Polizia penitenziaria, Mario Piramide. Nella casa circondariale il Pontefice saluta gli agenti di Polizia penitenziaria, i detenuti, gli operatori, i volontari. Dopo aver pronunciato il suo discorso, Francesco si tratterrà anche a pranzo con i detenuti. 

10:00
Papa Francesco lascia l'Arena: prossima tappa il carcere di Montorio

Papa Francesco ha lasciato da poco l'Arena di Verona, dove si è tenuto l'incontro sui temi della pace, davanti a 10mila persone, per dirigersi verso la prossima tappa della sua visita nella città scaligera. Il Pontefice è atteso al carcere veronese di Montorio, dove incontrerà e pranzerà con i detenuti e le detenute. 

Papa Francesco all'incontro "Arena di Pace" a Verona
Papa Francesco all'incontro "Arena di Pace" a Verona
09:56
Francesco: "La pace non è mai frutto dei muri. Seminiamo speranza"

 "La pace non sarà mai frutto della diffidenza, dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri". Lo ha detto papa Francesco al termine dell'incontro "Arena di Pace". "Dice San Paolo: Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato (Gal 6,7) - ha aggiunto il Pontefice -. Non seminiamo morte, distruzione, paura. Seminiamo speranza! È quello che state facendo anche voi, in questa Arena di Pace. Non smettete. Non scoraggiatevi. Non diventate spettatori della guerra cosiddetta inevitabile. Come diceva il vescovo Tonino Bello: In piedi costruttori di pace!" 

Papa Francesco all'Arena di Pace, in 10mila lo applaudono
Papa Francesco all'Arena di Pace, in 10mila lo applaudono
09:44
L'abbraccio ai familiari delle vittime israeliane e palestinesi assieme per un discorso di pace

Papa Francesco, durante l'incontro "Arena di Pace" ha abbracciato l'israeliano Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas il 7 ottobre, e il palestinese Aziz Sarah, al quale l'esercito israeliano ha ucciso il fratello, ora amici e collaboratori, applauditi all'Arena con una standing ovation. Un grande applauso di tutta l'Arena in piedi, assieme alll'abbraccio con Papa Francesco, sul palco, ha salutato il discorso di pace pronunciato poco fa dai due familiari di vittime del conflitto dalla parte israeliana e da quella Palestinese. "Credo non ci sia bisogno di dire niente" ha commentato il Papa. 

Papa Francesco in visita a Verona
Papa Francesco in visita a Verona
09:15
Papa: "Rallentare i ritmi di vita per avere tempo per curare la pace"

"Nella nostra società viviamo questa tensione: da un lato, tutto ci spinge ad agire velocemente, siamo abituati ad avere una risposta immediata alle nostre richieste e diventiamo impazienti se si verifica un ritardo. La rivoluzione digitale degli ultimi anni ci ha permesso di essere costantemente connessi, di poter comunicare facilmente con persone molto distanti, di poter svolgere il nostro lavoro a distanza. Dovremmo avere più tempo a disposizione e invece ci accorgiamo che siamo sempre in affanno, rincorrendo l'urgenza dell'ultimo minuto. Dall'altro lato, sentiamo che tutto questo non è naturale". Lo ha detto papa Francesco rispondendo a una domanda sul tema "La pace va curata", formulata dalle rappresentanti del Tavolo Ambiente-Creato: Annamaria Panarotto delle mamme No-Pfas di Vicenza, un gruppo di genitori che si batte contro l'inquinamento dell'acqua che ammala i loro figli, e Vanessa Nakate, giovane custode della casa comune venuta dall'Uganda. "Questo è bellicoso, questo è guerra, non è naturale. Nella nostra società si respira un'aria stanca, tanti non trovano ragioni per portare avanti le loro attività quotidiane, appesantiti dalla sensazione di essere sempre fuori tempo, come intrappolati nella ripetizione di quanto si fa, poiché non si ha la forza o il tempo di mettere in discussione ritmi e modalità d'azione. Occorrerebbe a volte saper rallentare la corsa, non lasciarci travolgere dalle attività e fare spazio dentro di noi all'azione di Dio", ha sottolineato il Pontefice. Secondo Francesco, "la pace richiede tempo, la pace va curata, e se non si cura la pace c'è la guerra". "Rallentare può suonare come una parola fuori posto, in realtà è l'invito a ricalibrare le nostre attese e le nostre azioni adottando un orizzonte più profondo e più ampio. Si tratta di fare una rivoluzione in senso astronomico: il moto di un corpo celeste che ritorna al punto di partenza". "Bisogna cercare la pace. E come si fa? Col dialogo", ha indicato il Pontefice. 

08:50
Papa Francesco: "Stare con i piccoli per porre fine a guerra e violenza"

"Per porre fine ad ogni forma di guerra e di violenza bisogna stare a fianco dei piccoli, rispettare la loro dignità, ascoltarli e fare in modo che la loro voce possa farsi sentire senza essere filtrata. Incontrare i piccoli e condividere il loro dolore. E prendere posizione al loro fianco contro le violenze di cui sono vittime, uscendo dalla cultura dell'indifferenza e dalle sue giustificazioni". Lo ha detto papa Francesco nell'incontro all'Arena di Verona sulla giustizia e la pace rispondendo a una domanda dei rappresentanti del Tavolo Migrazioni - Elda Baggio di "Medici senza frontiere" e il brasiliano João Pedro Stédile del Movimento dei senza terra - sul tema "La pace va promossa". "È il Vangelo che ci dice di metterci dalla parte dei piccoli, dei deboli, dei dimenticati - ha ricordato il Pontefice -. È Gesù con il gesto della lavanda dei piedi che sovverte le gerarchie convenzionali. È sempre Lui che chiama i piccoli e gli esclusi e li pone al centro, li invita a stare in mezzo agli altri, li presenta a tutti come testimoni di un cambiamento necessario e possibile. Con le sue azioni Gesù rompe convenzioni e pregiudizi, rende visibili le persone che la società del suo tempo nascondeva o disprezzava, e lo fa senza volersi sostituire a loro, senza strumentalizzarle, senza privarle della loro voce, della loro storia, dei loro vissuti". "Oggi credo che il Premio Nobel che possiamo dare a tanti di noi è il Premio Nobel del Ponzio Pilato, perché siamo maestri nel lavarci le mani", ha puntato il dito papa Bergoglio. "Ecco, questa è la conversione che cambia la nostra vita e il mondo - ha proseguito Francesco -. Una conversione che riguarda tutti noi singolarmente, ma anche come membri delle comunità, dei movimenti, delle realtà associative a cui apparteniamo, e come cittadini. E riguarda anche le istituzioni, che non sono esterne o estranee a questo processo di conversione. Il primo passo è riconoscere che non siamo noi al centro, né le nostre idee e visioni. E poi accettare che il nostro stile di vita inevitabilmente ne sarà toccato e modificato". 

Papa Francesco all'Arena di Verona con oltre 10mila persone
Papa Francesco all'Arena di Verona con oltre 10mila persone
08:44
Papa Francesco: "L'individualismo radice delle dittature"

"La cultura fortemente marcata dall'individualismo rischia sempre di far sparire la dimensione della comunità, dei legami vitali che ci sostengono e ci fanno avanzare. E questa in termini politici è la radice delle dittature. E inevitabilmente produce delle conseguenze anche sul modo in cui si intende l'autorità. Chi ricopre un ruolo di responsabilità in un'istituzione politica, oppure in un'impresa o in una realtà di impegno sociale, rischia di sentirsi investito del compito di salvare gli altri come se fosse un eroe. Questo avvelena l'autorità. E questa è una delle cause della solitudine che tante persone in posizione di responsabilità confessano di sperimentare, come pure una delle ragioni per cui siamo testimoni di un crescente disimpegno". Lo ha detto papa Francesco nell'incontro all'Arena di Verona sulla giustizia e la pace, rispondendo a una domanda sul tema "La pace va organizzata" rivoltagli dall'afghana Mahbouba Seraj, venuta da Kabul, e da Giulia Venia del gruppo di lavoro sulla democrazia. "Se l'idea che abbiamo del leader è quella di un solitario, al di sopra di tutti gli altri, chiamato a decidere e agire per conto loro e in loro favore, allora stiamo facendo nostra una visione impoverita e impoverente, che finisce per prosciugare le energie creative di chi è leader e per rendere sterile l'insieme della comunità e della società", ha avvertito il Pontefice, secondo cui "nessuno esiste senza gli altri, nessuno può fare tutto da solo". "Allora - ha proseguito - l'autorità di cui abbiamo bisogno è quella che innanzi tutto è in grado di riconoscere i propri punti di forza e i propri limiti, e quindi di capire a chi rivolgersi per avere aiuto e collaborazione. L'autorità è sostanzialmente collaborativa. L'autorità per costruire processi solidi di pace sa infatti valorizzare quanto c'è di buono in ognuno, sa fidarsi, e così permette alle persone di sentirsi a loro volta capaci di dare un contributo significativo". Per il Papa, "questo tipo di autorità favorisce la partecipazione, che spesso si riconosce essere insufficiente sia per quantità che per qualità". Inoltre, secondo Francesco, "una grande sfida oggi è risvegliare nei giovani la passione per la partecipazione. La forza dell'insieme. Bisogna investire sui giovani, sulla loro formazione, per trasmettere il messaggio che la strada per il futuro non può passare solo attraverso l'impegno di un singolo, per quanto animato delle migliori intenzioni e con la preparazione necessaria, ma passa attraverso l'azione di un popolo, il popolo è protagonista, in cui ognuno fa la propria parte, ciascuno in base ai propri compiti e secondo le proprie capacità". 

08:22
Don Ciotti: "No alla guerra male necessario, le scelte di pace restano possibili"

"È vietato illudersi, vietato arrendersi. Se tutto dice guerra, le scelte individuali di pace restano possibili e indispensabili". Lo ha detto don Luigi Ciotti, intervenendo a 
Verona all'incontro "Arena di Pace", cui prende parte anche papa Francesco. "Dobbiamo costruire alleanze - ha proseguito don Ciotti - con chiunque rifiuti la logica della violenza e della sopraffazione, convertire le parole, il lessico della guerra alle esigenze della pace. Combattere per la pace in tutte le sedi possibili, assediare le istituzioni chiamate a renderla possibile, riarmare la diplomazia, restituirle spazio, dignità e strumenti". Don Ciotti ha infine invitato a "disertare le discussioni che vedono la guerra come un male necessario, esprimere il dissenso chiaro verso chi avvalla la logica della violenza per interesse e profitto. L'industria delle armi coperta dai politici che la fomentano. Serve uno scossone morale, affacciarsi oltre il baratro del possibile annientamento della vita", ha concluso.

08:00
L'arrivo all'Arena per l'incontro su giustizia e pace: 10mila persone presenti

Papa Francesco è arrivato in auto all'Arena di Verona dove, come terzo appuntamento della sua visita nella città veneta, presiede l'incontro "Arena di Pace - Giustizia e Pace si baceranno". Nel corso dell'evento il Pontefice risponde ad alcune domande sul tema, poste da operatori e associazioni. Sono presenti almeno 10mila persone. 

Il Papa all'Arena di Verona per l'incontro su giustizia e pace
Il Papa all'Arena di Verona per l'incontro su giustizia e pace
07:30
Papa Francesco con i bambini in piazza San Zeno, risponde alle loro domande

"La domanda è come possiamo noi essere segno di pace nel mondo? Voi sappiate che in questo momento il mondo è in guerra. Ci sono tante guerre, sia Ucraina, Terra Santa, nell'Africa, Myanmar, tante, tante guerre. E Gesù predica la guerra o la pace? E noi cosa vogliamo fare la guerra o la pace? Cioè che dobbiamo essere un segno di pace, no? Ma se tu litighi con il compagno o la compagna di scuola, sarai un segno di pace? Non si sente bene. No, dobbiamo essere un segno di pace, condividere sempre bene, ascoltare gli altri, giocare con gli altri, ma non litigare con gli altri. Diciamolo insieme: dobbiamo essere un segno di pace, insieme". Così, rispondendo alle loro domande e formulandone altre a sua volta, papa Francesco si è rivolto ai bambini e ai ragazzi nell'incontro in piazza San Zeno, subito dopo quello con il clero nella Basilica omonima. Il Papa, nel suo botta e riposta ha esortato i più giovani anche ad "andare controcorrente". 

Visita di papa Francesco a Verona
Visita di papa Francesco a Verona
07:00
Basilica di San Zeno: "Verona città dell'amore, ispirò il genio di Shakespeare"

"Questo auguro a voi e alle vostre comunità: una santità capace, una fede viva che con carità audace semini il Regno di Dio in ogni situazione della vita quotidiana. E se il genio di Shakespeare si è fatto ispirare dalla bellezza di questo luogo per raccontarci le vicende tormentate di due innamorati, ostacolati dall'odio delle rispettive famiglie, noi cristiani, ispirati dal Vangelo, impegniamoci a seminare ovunque un amore più forte dell'odio e della morte. Sognatela così, Verona, come la città dell'amore. E che l'amore di Dio vi accompagni e vi benedica». Ha evocato la vicenda di Romeo e Giulietta papa Francesco al termine del suo discorso ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose durante l'incontro nella Basilica di San Zeno, a Verona.

06:40
Piazza San Zeno: papa Francesco benedice l'enorme stauta "L'abbraccio"

Un'enorme statua in bronzo e acciaio di oltre 10 metri, installata in piazza San Zeno, è stata benedetta da papa Francesco nella sua prima tappa della visita a Verona. La scultura, dal titolo "L'abbraccio", è opera di Roberto Brizzi ed è stata realizzata nella fonderia artistica Bmn Arte di Verona, ideata dallo scultore Alessandro Mutto e realizzata con la collaborazione con lo specialista in bronzi artistici Ivo Adami. Pesa 4,5 tonnellate, con mani e piedi realizzate in bronzo fuso, mentre il corpo e le figure stilizzate sono fatte con l'acciaio. Nelle prossime settimane, la statua sarà smontata e trasportata a Gerusalemme, dove sarà collocata sul tetto del palazzo della Custodia, di fronte al Muro della Città vecchia, con un sistema di illuminazione interna che la renderà particolarmente suggestiva. Il progetto è stato voluto dall'associazione "Una Via Crucis per Gerusalemme" e dalla Custodia di Terra Santa, con il sostegno di mons. Rino Fisichella, di mons. Giorgio Benedetti e il placet del vescovo Domenico Pompili. 

Il Papa a Verona: a San Zeno incontra il clero e poi i bambini
Il Papa a Verona: a San Zeno incontra il clero e poi i bambini