Verona, 4 giugno 2022 - Molti minorenni tra le decine i ragazzi identificati nelle ultime ore dopo la gigantesca rissa sul lago di Garda avvenuta tra Peschiera e Castelnuovo del Garda (Verona) il 2 giugno, durante un raduno convocato su Tik Tok. Le immagini stanno facendo il giro del web come il video diffuso da Welcome Favellas. Mostrano giovani salire sulle auto in sosta, devastare i plateatici, aggredire i passanti, innescare risse ad alto tasso alcolico in cui sarebbero comparse anche delle armi da taglio. La Polizia è stata costretta ad effettuare anche alcune cariche in tenuta antisommossa, per riportare l'ordine e disperdere i più violenti.
Si tratta di giovanissimi, molti minorenni - come confermano fonti delle forze dell'ordine - arrivati non solo dal veronese ma anche da altre province del Veneto, ma soprattutto dalla Lombardia, fino a Milano. Oltre a rissa aggravata, una delle accuse ipotizzate, cui si potrà dar seguito solo in seguito alla denuncia delle parti offese, è di danneggiamenti. I più scalmanati infatti sono saliti sulle auto in sosta, altri hanno travolto i plateatici. Durante l'assalto molti locali sono rimasti chiusi.
"Siamo molto preoccupati - ha detto il sindaco di Castelnuovo del Garda, Domenico Dal Cero - perché episodi come questo sono già successi in passato, ma soprattutto lo siamo per il numero di giovani coinvolti ed in particolare perché il tam tam sui social ha annunciato un nuovo assalto per oggi".
Timori e divieti in vista oggi di un nuovo raduno
Il primo cittadino gardesano ha poi spiegato che molti dei ragazzi coinvolti erano privi di documenti. In vista di un possibile nuovo "raduno", previsto per oggi 4 giugno il prefetto di Verona, Donato Cafagna, al termine del Comitato provinciale straordinario per l'ordine e le sicurezza pubblica ha annunciato un rafforzamento dei presidi di sicurezza, a cominciare dalla stazione ferroviaria di Peschiera del Garda, dove si concentra il maggiore arrivo di componenti di queste baby gang. Per tutto il fine settimana è entrata in vigore l'ordinanza sindacale che vieta di portare in spiaggia alcolici, bottiglie di vetro e anche casse per ascoltare la musica.
Sempre su ordine del prefetto Cafagna un nutrito contingente delle forze dell'ordine ha presidiato, la stazione ferroviaria di Peschiera del Garda, dove era annunciato il ritorno, grazie al tam tam sui social, dei giovani che il 2 giugno hanno dato vita alla maxi rissa. Pericolo che pare rientrato: alle prime ore del pomeriggio di oggi 4 giugno sono pochissimi i ragazzi scesi dai convogli in arrivo, controllati a vista dalla Polizia per scongiurare nuovi atti di violenza.
Le molestie sul treno
Tra gli investigatori c'è il sospetto concreto che nella folla di esaltati ci siano stati i responsabili delle molestie sessuali subite da sei ragazzine di 16 e 17 anni, quattro di Milano e due a Pavia, che proprio il 2 giugno erano a bordo del treno regionale 2640 che da Peschiera del Garda (Verona) nel tardo pomeriggio doveva portarle a Milano dopo aver trascorso una giornata a Gardaland. In stazione c'erano centinaia di ragazzi che correvano e urlavano. Poi una volta sul treno sono arrivate le molestie.
Il presidente Zaia sui fatti
"Continuiamo la nostra battaglia quotidiana per una libertà non solo individuale, ma sociale. Pensare che delle ragazze vengano importunate, molestate o che siano oggetto di aggressione nei nostri territori non esiste. Il mio appello è che ci sia tolleranza zero e che le forze dell'ordine ci mettano il massimo impegno per trovare i responsabili". Con queste parole il presidente della Regione Veneto Luca Zaia commenta la notizia di sei denunce per aggressioni sessuali, che sarebbero avvenute a danno di un gruppo di adolescenti mentre stava tornando a casa in treno da Peschiera del Garda, dopo una giornata trascorsa a Gardaland.
"Noi veneti siamo abituati a un rapporto sociale basato sul rispetto delle persone e delle regole. Non deve passare l'idea - conclude il governatore del Veneto - che fatti come questi possano diventare ordinari o addirittura, peggio ancora, che ci si possa assuefare. Non ci siamo mai neanche adeguati al fatto di mettere gli allarmi in casa e di pensare di chiuderci dentro. Ripeto, tolleranza zero".