Verona, 30 ottobre 2024 – Una maxi-frode fiscale tra false fatture e soggetti residenti in paradisi fiscali. I finanzieri del comando provinciale di Verona hanno eseguito il fermo disposto dal Pubblico Ministero, convalidato dal GIP del locale Tribunale, con il trasferimento in carcere fi un imprenditore veronese operante nel settore del commercio di prodotti petroliferi, suo figlio e il commercialista della società, poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, di un’ingente frode fiscale. Le Fiamme Gialle, inoltre, hanno sequestrato disponibilità finanziarie, quote societarie, beni immobili, mezzi di trasporto e conti correnti italiani ed esteri per oltre 33 milioni di euro, equivalenti al profitto della frode perpetrata dagli indagati.
L’attività di indagine della Guardia di finanza
I finanzieri in sinergia con la sezione territoriale nord est del settore contrasto illeciti della divisione contribuenti dell’Agenzia delle Entrate hanno permesso di scoprire un articolato schema fraudolento. Nello specifico i tre responsabili hanno introdotto nel sistema economico legale crediti d’imposta fittizi per circa 30 milioni di euro ed emesso fatture false per oltre 20 milioni di euro senza l’applicazione dell’IVA. Tutto questo attraverso acquisizioni di rami d’azienda a prezzo irrisorio e mediante la sottoscrizione di contratti di associazione in partecipazione, anche con soggetti economici residenti in paradisi fiscali. Il risultato delle operazioni societarie poste in essere ha consentito agli indagati di ridurre in maniera significativa l’IVA dovuta all’erario.
Sequestrato anche lo studio professionale
In considerazione della reiterazione delle condotte, per scongiurare il protrarsi dei reati, l’Autorità Giudiziaria ha disposto anche il sequestro dello studio professionale del commercialista, delle autocisterne utilizzate per il trasporto del prodotto petrolifero e degli uffici aziendali.