Verona, 29 giugno 2024 – Bambino di 6 anni cade in piscina e va in arresto cardiaco: due giovanissimi poliziotti eroi gli salvano la vita. È stato il tempestivo intervento di Domenica e Antonio, due agenti della questura di Verona fuori servizio, a evitare la tragedia.
Il piccolo Ayan Paolo aveva i polmoni pieni di acqua e non respirava più, ma il destino ha voluto che i due poliziotti fossero in piscina per trascorrere il giorno di riposo. Non solo: solo qualche settimana prima, i due colleghi avevano frequentato un corso dell’Associazione Italiana Soccorritori e si erano certificati per il primo soccorso. E questo ha salvato la vita ad Ayan: hanno subito riconosciuto i segni dell’arresto cardiaco e sono intervenuti col defibrillatore.
Cosa è successo
Si chiama Ayan Paolo e ha sei anni il piccolo tratto in salvo, ieri mattina, in una piscina di Verona. Ad intervenire in modo tempestivo ed efficace sono stati Domenica ed Antonio: due poliziotti delle Volanti della questura di Verona che, liberi dal servizio, si sono trovati “al posto giusto nel momento giusto” e hanno evitato una tragedia.
I due agenti di polizia erano a bordo piscina quando hanno sentito le urla di alcuni bagnanti. Hanno visto un capannello di persone accalcate sulla sponda opposta della vasca, chiedendo disperatamente aiuto. Il bambino era tra le braccia di alcuni bagnanti, che lo avevano recuperato dall’acqua, privo di conoscenza e con le labbra cianotiche.
Domenica ed Antonio hanno capito che non c’era da perdere neanche un minuto: si sono precipitati nel punto esatto in cui si trovavano e, dopo essersi qualificati come appartenenti alla Polizia di Stato, con sangue freddo hanno preso in mano la situazione.
Il salvataggio
Ayan era steso supino a bordo vasca, in stato di incoscienza, con le labbra cianotiche e gli occhi all’ingiù. Aveva bevuto troppa acqua e non riusciva a respirare. Con sangue freddo, i giovanissimi poliziotti hanno immediatamente effettuato la manovra ‘Gas’ – acronimo di ‘Guardare, ascoltare, sentire’, che i due poliziotti avevano appena imparato in un corso per l’uso del defibrillatore – e, dopo aver avvicinato l’orecchio al naso e alla bocca del bambino, cercando di osservarne i movimenti del torace e di captare la pressione dell’aria delle sue guance, hanno capito che era in arresto cardiaco.
L’arresto cardiaco
A quel punto si sono coordinati e, dopo essersi confrontati in pochi istanti, si sono divisi: mentre l’assistente bagnanti allertava il 118 e Domenica incominciava le prime manovre del massaggio cardiaco, Antonio si è guardato intorno alla ricerca di un defibrillatore.
Dopo averlo recuperato vicino ai servizi igienici della piscina, Antonio è accorso in aiuto della collega. I minuti immediatamente successivi sono stati concitati: solo alla dodicesima compressione, Ayan ha incominciato ad espellere acqua, riprendendo lentamente a respirare. Quando finalmente ha aperto gli occhi, accanto allo sguardo impaurito dei genitori, a sorridergli c’erano Domenica ed Antonio, che gli sono rimasti accanto fino a quando è intervenuto il personale medico che lo ha portato al pronto soccorso.
L’abbraccio in ospedale
A poche ore di distanza dall’episodio che li ha fatti incontrare, Domenica ed Antonio sono andati a trovare Ayan in ospedale dove, accolti a braccia aperte dallo sguardo, questa volta rassicurato dei suoi genitori, lo hanno sorpreso con “la cassetta degli attrezzi del poliziotto”.