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Covid Verona, infermieri categoria più a rischio: aumento di ansia, depressione e bornout

A dimostrarlo è stata una ricerca condotta dall'Università di Verona. Il 56% degli infermieri impegnati sul fronte Covid soffre di ansia e il 41% di bornout e depressione

Protesta degli infermieri

Verona, 3 gennaio 2022 – Infermieri più a rischio di ansia, bornout e depressione: segni indelebili di una guerra contro il Covid che sta mettendo sotto assedio il personale sanitario. A studiare gli effetti collaterali del virus è stata l'Università di Verona, che ha valutato l'impatto psicologico subito dal personale dell'Azienda ospedaliera universitaria attraverso i dati raccolti sul campo tra aprile e maggio del 2020,

La ricerca – firmata da Antonio Lasalvia, docente di Psichiatria del dipartimento di Neuroscienze e pubblicata sulla rivista “International Journal of Enverinomental Research and Public Health” – ha messo in evidenza come, a distanza di un anno dall'inizio della pandemia, lavorare all'interno dell'ospedale ha prodotto ulteriore sofferenza emotiva negli operatori, i quali si sono trovati a gestire nel corso del biennio 2020-2021 tre ondate pandemiche. E la situazione non migliora, la quarta ondata sta saturando gli ospedali: ecco cosa è accaduto oggi in Veneto, la regione in cui la variante Omicron è dominante. 

Infermieri, categoria più a rischio

Attraverso questionari standardizzati, compilati dal personale in maniera telematica, si è arrivati a coinvolgere un campione di 1.033 persone, rappresentativo di tutti i dipendenti. I dati raccolti mostrano che le persone con livelli elevati di ansia sono passate dal 50% al 56%, quelle con depressione dal 27% al 41%, quelle in burnout, ovvero esaurimento su piano emotivo, dal 29% al 41%

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“L'incremento – ha spiegato Lasalvia – si è mantenuto stratificando per profilo professionale e reparto, con un incremento più marcato per la depressione e il burnout. A distanza di un anno dall'inizio della pandemia, gli infermieri rappresentano la categoria professionale a maggiore rischio di ansia e depressione, mentre gli specializzandi a maggiore rischio di burnout, soprattutto per quanto riguarda il senso di efficacia professionale”. Ma non solo. “Lavorare in contesti di terapia intensiva – ha concluso – si associa ad un aumentato rischio di sviluppare maggiore esaurimento emotivo e un atteggiamento di maggiore distacco dal lavoro”.