Venezia, detenuto si suicida in carcere: è il 56° dall’inizio dell’anno. “Serve assistenza psichiatrica”

È stato ritrovato impiccato con un lenzuolo: a nulla sono serviti i soccorsi. La condanna di De Fazio (Uilpa): “Cos'altro deve accadere per suscitare un proporzionato intervento del governo e del parlamento?”

Venezia, detenuto si suicida in carcere: è il 56° dall'inizio dell'anno (foto d'archivio)

Venezia, detenuto si suicida in carcere: è il 56° dall'inizio dell'anno (foto d'archivio)

Venezia, 15 luglio 2024 – Aveva compiuto 37 anni da poco ed era recluso per diversi reati relativi allo spaccio di stupefacenti: è il cinquantaseiesimo suicida in carcere dall’inizio dell’anno. La triste scoperta nella notte nella casa circondariale Santa Maria Maggiore di Venezia: l’uomo si è impiccato con un lenzuolo. A nulla sono serviti i soccorsi.

Siamo nel pieno di un'emergenza penitenziaria senza precedenti: 14.500 detenuti oltre il massimo ospitabile, 18mila unità mancanti alla polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, proteste collettive e disordini frequentissimi, risse, stupri, aggressioni, incendi, devastazioni, evasioni, traffici di sostanze, telefonini e armi, ma cos'altro deve accadere per suscitare un proporzionato intervento del governo e del parlamento? – commenta Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – Si aspetta una strage ancora più grave? Un'evasione di massa? Cosa? Perché è chiaro che andando avanti così qualcos'altro di irreparabile accadrà ben presto”. 

“Un'emergenza come quella in essere non possa essere affrontata con misure ordinarie, tanto meno con inutili decretini come quello recentemente licenziato dal governo – aggiunge il sindacalista – Servono interventi eccezionali e con carattere d'urgenza per deflazionare subito la densità detentiva, consentire cospicue e reali assunzioni straordinarie e accelerate nella Polizia penitenziaria e assicurare l'assistenza sanitaria e psichiatrica. Vanno poi avviate riforme complessive. Il tempo è già scaduto”.