REDAZIONE VENEZIA

Strage bus di Mestre, concluse le perizie: l’incidente causato da un guasto allo sterzo

Il perno ‘incriminato’ funge da collegamento con le ruote. Resta da stabilire il nesso di casualità tra la rottura del dispositivo e lo stato delle barriere del cavalcavia

Bus Mestre: Procuratore, lo sterzo del mezzo si è rotto

Bus Mestre: Procuratore, lo sterzo del mezzo si è rotto

Mestre, 21 giugno 2024 – La rottura di un perno nel giunto che collega lo sterzo alle ruote: questo ha causato l’uscita di strada del pullman di turisti caduto dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre 2023. La tragedia ha portato alla morte di 22 persone – tra cui il conducente Alberto Rizzotto – e al ferimento di altre 15.

Ad annunciarlo, in seguito alle indagini peritali, è stato il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi. “Questa è la ricostruzione fatta – ha spiegato – Rottura che ha una casualità, allo stato, con la situazione di ingovernabilità del mezzo”. Resta quindi ora da stabilire “il nesso di casualità tra la rottura dello sterzo e lo stato delle barriere del cavalcavia”. Queste ultime non erano in buone condizioni, a detta del procuratore, e risalivano agli anni Settanta

Al momento, sul registro degli indagati, risultano i nomi di due funzionari del comune di Venezia  – rispettivamente il dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità e il responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma – e dell’amministratore delegato della società di trasporti La Linea. 

L’incidente ha avuto luogo sul cavalcavia Rizzardi di Maghera, poco dopo le 19 e 30. A bordo c’erano soprattutto stranieri in vacanza, tra cui un neonato di un anno e altri due minorenni che risultano tra le vittime. La Procura della Repubblica di Venezia ha disposto immediatamente un’indagine, le cui primissime ipotesi si sono concentrare sullo stato del guardrail del cavalcavia e sulla salute dell’autista. Tuttavia, una perizia sul cuore di Rizzotto ha dimostrato che l’uomo non ha subito alcun malore; esclusa anche la pista del colpo di sonno. È deceduto per via dello sfondamento del cranio, a seguito della caduta di dieci metri del mezzo. 

L’ipotesi di reato per i tre accusati è di omicidio stradale, omicidio stradale colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose.