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Afghanistan, Zahara dal Festival di Mestre: "Spenti i riflettori, ci si dimentica"

"Vorrei tornare a Kabul, ma da qui do voce alle donne", ha detto l'attivista Zahra Hamadi al Festival della politica di Mestre

Zahara Hamadi con Debora Serracchiani e Nicola Pellicani

Zahara Hamadi con Debora Serracchiani e Nicola Pellicani

Venezia, 11 settembre 2021 - “Ora c'è boom mediatico sull’Afghanistan, ma spenti i riflettori si dimentica”. È un invito a non abbandonare le donne di Kabul quello portato a Mestre dall’attivista Zahra Hamadi, l’imprenditrice fuggita dai talebani attraverso il corridoio umanitario italiano, grazie alla mobilitazione e agli appelli del fratello Ahmed, regista cinematografico, che a Venezia si è rifatto una vita con il ristorante Orient Experience. Zahara ha partecipato al Festival della Politica di Mestre, quest’anno dedicato al “Potere delle donne”.

“Vorrei tornate, ma da qui do voce alle donne. Come attivista dei diritti non posso dare soluzioni per il futuro del mio Paese. La risposta la devono dare quelle persone che hanno voluto portare questo Paese a come è oggi. Anche io sto aspettando di capire cosa decideranno i Grandi”, ha detto Zahara a margine di un incontro del Festival che si chiuderà domani, giunto alla decima edizione. “Sull'Afghanistan - ha proseguito - adesso c'è un boom mediatico, sentiamo le cose che succedono, il non rispetto della parola data da parte dei Talebani, l'elenco è lungo. Sono preoccupata per il fatto che la memoria e la storia ci dicono: finché siamo sotto i riflettori si parla, si promette, però appena si spengono poi si dimentica, e l'Afghanistan rischia di essere dimenticato”, ha concluso. Premio Ischia, la voce di Zahra: “Meglio la morte che essere in gabbia”