Venezia, 12 agosto 2021 – Operai senza paga e cantieri fermi: la situazione del Mose non si sblocca. Passano i giorni e resta intricatissima la situazione dei lavoratori che operano nel sistema Mose, in particolare i dipendenti di Comar, Thetis e Consorzio Venezia Nuova. E ora si andrà in pressing su due ministeri a Roma, sperando di ottenere risposte e rassicurazioni prima del 24 agosto. Per quel giorno è infatti prevista l'assemblea dei lavoratori e, se non arriveranno i segnali sperati, "si dovrà iniziare con azioni ben precise", avverte Paolo Bizzotto, segretario della Cisl.
Nei giorni scorsi, i sindacati confederali avevano parlato di iniziative di mobilitazione "anche eclatanti che facciano comprendere alle istituzioni quanto grave sia la situazione". E la situazione, come emerge dall'incontro che c'è stato oggi con l'assessora regionale al Lavoro, Elena Donazzan, resta molto difficile. Per effetto del concordato preventivo del Consorzio, depositato nei giorni scorsi,"c'è l'impossibilità di continuare a garantire stipendi agli operai Comar: quei lavoratori, addetti al sollevamento delle paratoie, sono senza stipendio e con prospettiva di cassa integrazione”. Cassa in vista “anche per Thetis e stamattina ci hanno comunicato anche per il Consorzio Venezia Nuova", segnala Bizzotto.
Niente stipendi, ma anche cantieri fermi
Per avere risposte su come e quando si sbloccheranno questi due fronti – garanzia sugli stipendi e ripresa dei lavori – i sindacati si rivolgeranno si andrà al Ministero del Lavoro e su quello delle Infrastrutture. "È necessario comprendere al più presto quali sono le soluzioni applicabili al caso specifico. In accordo con i sindacati, ho assunto l'impegno di raccordarmi con la Prefettura per comprendere tempi e modi del prossimo tavolo prefettizio con tutti i soggetti a vario titolo interessati", spiega Elena Donazzan.
La fase di difficoltà e incertezza dei circa 300 lavoratori delle tre imprese, del resto, "pone anche interrogativi circa l'ultimazione e la gestione del Mose e di servizi di primaria importanza, svolti da questi lavoratori per l'interesse e la salvaguardia della laguna di Venezia", segnala la Regione in una nota diffusa dopo il summit. Il ministero delle Infrastrutture dovrebbe chiarire se e come autorità e società “in house” possono intervenire nella partita. Parallelamente, le imprese stanno cercando una strategia di uscita per superare la situazione aperta dal concordato ma, come rileva Bizzotto, anche in questo caso servono intese larghissime, che coinvolgano anche il ministero. Di qui, l'esigenza di riunire tutti i soggetti ad un unico tavolo: si proverà a farlo in Prefettura con sollecitazioni in questo senso che partiranno a brevissimo.
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Serve un cronoprogramma della ripresa
"Qui ci sono lavoratori senza soldi, con la prospettiva della cassa integrazione e manca una visione di come continueranno i lavori. Ci serve chi ci dia un cronoprogramma: nel 2021 non finiranno i lavori del Mose, non sappiamo quando accadrà, ci sarà una proroga, ma intanto non sappiamo nemmeno quando ripartiranno e intanto l'autunno si avvicina e con l'autunno anche il periodo delle alte maree", avvisa Bizzoto.
Il blocco dei cantieri innesca effetti anche sull'indotto. Dall'1 settembre, inoltre, rientreranno in Thetis i dipendenti distaccati al Provveditorato e questo "acuirà il problema occupazionale". Al tavolo "le parti hanno condiviso che la grave situazione di difficoltà dovrà essere affrontata in termini ampi e completi con tutti i soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti: principalmente il ministero delle Infrastrutture, da cui dipendono gli organi commissariali che gestiscono il Cvn", recita la nota della Regione. L'assessora Donazzan interpellerà a breve il ministero del Lavoro sui lavoratori di Cvn, Thetis e Comar.
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