Venezia, 1 agosto 2021 – È inesorabile l’aumento del mare in laguna, entro il 2011 il livello si innalzerà fino ai 120 centimetri. A rivelarlo è uno studio sull’andamento dei dati storici della città Patrimonio dell’Unesco, finalizzato a capire come cambierà il futuro per poter progettare infrastrutture per la difesa di Venezia.
“Per progettare le future infrastrutture di difesa per Venezia e altre città costiere, sarà cruciale stimare l'impatto delle emissioni sull'innalzamento del livello del mare durante questo secolo”. Lo affermano gli autori di una nuova analisi scientifica sul rischio di acqua alta a Venezia, pubblicata oggi sulla rivista scientifica “Natural hazards and earth system sciences”. Lo studio è stato realizzato in team dai ricercatori dell'Università del Salento, dell'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche e dell'Università Ca' Foscari Venezia. Gli scenari di cambiamento climatico ipotizzati dalla ricerca indicano che il livello del mare potrebbe aumentare ancora e addirittura accelerare nel corso del 21esimo secolo.
Il fattore chiave è l'innalzamento del livello del mare rispetto alla “superficie terrestre solida locale” che risulta dalla subsidenza, ovvero il lento e progressivo sprofondamento della superficie su cui sorge la città e dall'innalzamento del livello medio del mare. Scenari complessi che a lungo termine indicano molta incertezza riguardo all'innalzamento del livello del mare relativo a Venezia: entro il 2100 si prevede un aumento compreso tra i 17 e i 120 centimetri. Venezia, acqua alta da record in laguna: il Mose non è entrato in funzione
I ricercatori spiegano lo studio
Davide Zanchettin, professore all'Università Ca' Foscari di Venezia e uno dei principali autori dello studio, imputa l'incertezza al fatto che le previsioni si basano su una vasta gamma di scenari di emissione di gas serra, oltre che ad una comprensione ancora incompleta dei processi, sia remoti che interni al Mediterraneo e all'Adriatico, che contribuiscono alle variazioni del livello del mare. "Una previsione è utile se è ben circoscritta”, afferma Zanchettin. “Ci sono importanti feedback nel sistema climatico, per esempio relativi alle dinamiche delle calotte di ghiaccio polare – continua – che sono ad oggi fonte di grande incertezza nelle proiezioni climatiche e che dobbiamo quindi comprendere e simulare meglio, se vogliamo fare previsioni più affidabili".
"Quando, come a Venezia, le aree a rischio sono prossime al limite superiore del range della marea – aggiunge Piero Lionello, professore all'Università del Salento – qualsiasi evento meteorologico può essere pericoloso e causare allagamenti gravi. Piccoli contributi all'aumento del livello del mare possono determinare pesanti impatti". Mose, 300 operai senza stipendio e Cig in arrivo: "Pressing sui ministeri per ripartire"