REDAZIONE VENEZIA

Incidente sul lavoro, muore operaio 50enne. Cgil: "Strage che si consuma quotidianamente"

L'incidente è successo nel Veneziano, all'interno dell'azienda Ecoprogetto di Fusina. I sanitari hanno cercato di rianimarlo, ma è morto sul posto. Ieri è decededuto in ospedale un operaio di Porto Marghera

Operai al lavoro su un'impalcatura

Operai al lavoro su un'impalcatura

Venezia, 1 febbraio 2022 – È morto per le gravi lesioni riportate un operaio 50enne, precipitato da un’impalcatura nel Veneziano. Il gravissimo incidente è accaduto questa mattina all'interno dell'azienda Ecoprogetto di Fusina.

I sanitari del Suem 118, intervenuti sul posto, hanno cercato invano di rianimarlo e non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, avvenuto all'istante. Sul posto è intervenuta la polizia ed è stato attivato contestualmente lo Spisal.

Una situazione difficile in tutto il Veneto, dove il numero delle morti bianche continua a salire. Ieri, sempre nel Veneziano, è morto in ospedale, dopo giorni di agonia, un operaio colpito da una pala meccanica in movimento in un’azienda di Porto Marghera. Il 2021 si è chiuso con un terribile bilancio: 75 decessi per infortunio in tutto il Veneto.

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Cgil: “La produzione non si basi su una strage”

Dopo i due recenti infortuni mortali sul lavoro che hanno macchiato di sangue il Veneto, il segretario della Cgil regionale, Christian Ferrari, torna a chiedere risposte alla Regione. "Il confronto è ricominciato alla fine del 2021, ma ancora non ha prodotto il rinnovo del piano strategico che noi abbiamo chiesto per tutto l'anno", spiega. "Visti i dati pubblicati ieri da Inail e le vicende che registriamo quotidianamente, l'esigenza di una risposta è sempre più urgente", continua Ferrari. "Noi abbiamo scritto al presidente della Regione – prosegue il segretario della Cgil Veneto – per chiedere uno sforzo straordinario per il potenziamento degli organi ispettivi, che è fattibile e avrebbe un duplice valore: concreto, perché con più ispettori si potenzia funzione fondamentale che è quella non solo della repressione ma anche della prevenzione, e culturale, perché si darebbe un importantissimo messaggio politico, ovvero che la Regione Veneto mette il tema della sicurezza sul lavoro in cima alle priorità".

Dopodiché, prosegue Ferrari, "c'è tutta la questione della precarietà dilagante e dell'ampio ricorso ad appalti e subappalti che non si conciliano con la sicurezza”. Situazione intricata. “Basti pensare a quello che sta accadendo nell'edilizia con i vari bonus, registriamo centinaia di imprese che sbucano improvvisamente senza storia ed esperienza, e una ricerca forsennata di manodopera specializzata da mettere immediatamente al lavoro nei cantieri senza garantire loro una formazione". Insomma, quanto sta avvenendo "mostra chiaramente che la ripartenza dell'economia e il modello produttivo veneto non possono basarsi su una strage che si consuma quotidianamente", conclude il segretario della Cgil del Veneto, esortando la Regione a rispondere al più presto.

Morti bianche, in Italia 1.200 solo l’anno scorso

"La politica deve ritrovare il senso profondo delle priorità e del suo radicamento sociale, schierandosi concretamente in un unico fronte contro questa quotidiana strage di lavoratori: i tre morti di oggi ci mettono dinanzi a responsabilità ineludibili e alla necessità impellente di agire. Su questi temi la politica ritrova credibilità e noi ci siamo”, dice la presidente della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura (Pd), commentando le morti sul lavoro avvenute a Venezia, nel Mantovano e in provincia di Frosinone.

“Certo non possiamo accettare quanto sta accadendo – continua la presidente Mura –, che si confermi l'andamento dello scorso anno al termine del quale abbiamo contato oltre 1.200 caduti sul lavoro. Non solo controlli, ispezioni e repressione delle irregolarità, ma soprattutto un vasto piano di prevenzione per ridurre i comportamenti sbagliati e le condizioni insicure nella manifattura, nei cantieri, con i mezzi di trasporto".

L'appello: Scia di sangue insopportabile”

In poche ore ci troviamo a piangere due morti sul lavoro, una scia di sangue insopportabile. I numeri sono impressionanti e, purtroppo, in continuo aggiornamento: una strage che non può essere considerata normale”. È il commento dei consiglieri regionali del Pd Francesca Zottis e Jonatan Montanariello, dopo l'incidente mortale a Fusina, che segue quanto accaduto a Porto Marghera, dove ieri un lavoratore è deceduto dopo essere rimasto gravemente ferito la scorsa settimana da una pala meccanica.

In entrambi i casi proseguono gli esponenti Dem gli inquirenti faranno chiarezza sull'accaduto, ma resta il fatto di due persone uscite di casa per guadagnarsi da vivere e non più tornate. Ai loro familiari e ai loro colleghi va tutta la nostra solidarietà. Alla politica, sia nazionale che locale, invece rivolgiamo ancora una volta un appello per un impegno vero”. Secondo l’osservatorio dei sindacati, solo l’anno scorso in Veneto sono morti 75 lavoratori.

“In Venetocontinuano i consiglieri regionali – da anni chiediamo di rafforzare gli organici degli Spisal per incrementare i controlli, ma è un tema che chiama in causa tutti e va affrontato in ogni suo aspetto, a partire dalla prevenzione facendo attività di formazione e informazione, creando una cultura della sicurezza, che non è un costo su cui è possibile risparmiare”.