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Turismo, città d'arte allo stremo. Brugnaro: "Tutto fermo, siamo massacrati"

In un anno, il Veneto ha perso 20mila posti di lavoro nelle città d'arte e nelel località di montagna. Caner: "Servono sostegni per gestire questa fase e regole unifirmi in tutta Europa per attrarre turisti stranieri"

Venezia

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Venezia, 21 gennaio 2022 - "Il turismo nelle grandi città d'arte è stato massacrato, non ci sono i turisti perché non ci sono i voli intercontinentali: da due anni c'è una sofferenza molto elevata". È il grido di allarma lanciato dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. La crisi del settore è stata più volte rimarcata anche dagli albergatori, che da tempo chiedono aiuto al Governo, fino ad arrivare all’ultimo “aut aut” di Federalberghi Veneto: “Se non arrivano i finanziamenti, dovremo licenziare”.

Venezia ha bisogno di fondi, il Veneto chiede nuove manovre per superare la pandemia. E così, proprio quando Roma è stata incoronata meta più amata al mondo per il buon cibo, il primo cittadino della laguna chiede aiuto. "Abbiamo chiesto ristori, quantomeno speciali per la filiera turistica, perché l'emergenza continua a colpire duro il settore turistico – dice Brugnaro ci sono persone che perdono il lavoro, pensate a negozi specializzati, guida turistiche, noli, taxi. È tutto fermo", continua Brugnaro. "Il turismo intercontinentale per noi è una percentuale importante".

Lavoro in crisi

Quello turistico è un settore che ha sempre garantito lavoro in diversi ambiti, dagli alberghi ai servizi per i viaggiatori. “Il settore del lavoro legato al turismo non è solo hotel e ristoranti – conferma il sindaco – ma anche a tutti i servizi che ruotano attorno. Penso che oggi arriverà un intervento del governo, abbiamo chiesto dei ristori speciali per la filiera turistica e casse integrazione”.

La crisi non molla. “L'emergenza ha colpito duro. I trasporti pubblici a Venezia, quelli in acqua, hanno perso 80 milioni nel 2020 e 70 milioni nel 2021, quest'anno sarà anche peggio, ma noi i collegamenti con le isole li dobbiamo fare lo stesso, il Comune sta sostenendo i costi”.

Caner: “Uniformare le regole per favorire il turismo”

Le misure di contrasto al Covid dovrebbero essere uniformate in tutta Europa, e l'Italia dovrebbe evitare "atteggiamenti autolesionisti" come il prolungarsi delle restrizioni, mettendo invece "gli operatori del turismo nelle condizioni di lavorare in un clima sereno, fornendo loro strumenti di sostegno per gestire questa fase complicata". Lo afferma l'assessore regionale veneto al Turismo, Federico Caner, che sposa la linea del ministro al Turismo, Massimo Garavaglia. "Misure come la cassa integrazione Covid, così come la decontribuzione per le imprese del settore, sono di certo necessarie per gestire questa fase in cui l'epidemia, anche per effetto della variante Omicron e le conseguenti restrizioni, è tornata a pesare sul settore", spiega Caner.

Veneto: persi 20mila posti di lavoro

Secondo i dati di Veneto Lavoro, nel 2020 il settore turistico veneto ha perso 20mila posti di lavoro, mentre il 2021 si è chiuso con un -22% di assunzioni rispetto a 2019. "Dietro questi numeri ci sono persone, intere famiglie che hanno fatto del turismo la loro attività e c'è tutto un sistema che da solo produce oltre 18 miliardi di euro", ricorda l'assessore. "Uniformare le condotte dei diversi Paesi sul fronte delle regole è necessario, per favorire anche l'arrivo dei turisti dall'estero di cui si è sentita la mancanza tanto nelle destinazioni di montagna, quanto nelle città d'arte, forse tra le più colpite da questa terribile pandemia".