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Biennale Architettura, Lokko: non c’è storia senza Africa

La curatrice Lesley Lokko presenta il suo Laboratorio del Futuro che apre sabato 20 maggio a Venezia con uno sguardo molto diverso: niente archistar ma, degli 89 partecipanti, metà provengono dal continente africano o dalla diaspora africana, con parità di genere e attenzione ai più giovani. Leone d'Oro alla carriera a Demas Nwoko

Venezia, 19 maggio 2023 - Niente archistar ma "practitioner", termine più ampio di "architetto" o "urbanista", pochi progetti di edifici e molte idee su come l'abitare richieda "nuove sfide" dal punto di vista sociale, ambientale e della sostenibilità: è The Laboratory of the Future (Il Laboratorio del Futuro) come recita il titolo della 18esima Mostra Internazionale di Architettura organizzata dalla Biennale di Venezia da sabato 20 maggio a domenica 26 novembre 2023 ai Giardini, all'Arsenale e a Forte Marghera.

E per la sua curatrice, la scrittrice e architetta scozzese con cittadinanza ghanese Lesley Lokko, il futuro ha un solo nome da cui partire per riflettere: Africa.

Storia dell’Architettura ‘incompleta’

Così, per la prima volta, i riflettori della Biennale Architettura sono puntati sull'Africa e sulla sua diaspora, "su quella cultura fluida e intrecciata di persone di origine africana che oggi abbraccia il mondo". "Nell'architettura in particolare - ha spiegato Lokko - la voce dominante è stata storicamente una voce singolare ed esclusiva, la cui portata e il cui potere hanno ignorato vaste fasce di umanità - dal punto di vista finanziario, creativo e concettuale - come se si ascoltasse e si parlasse in un'unica lingua. La 'storia' dell'architettura è quindi incompleta. Non sbagliata, ma incompleta. Noi con questa Mostra racconteremo una storia nuova grazie al concetto di 'cambiamento'. È impossibile costruire un mondo migliore se prima non lo si immagina, a partire dagli effetti della decolonizzazione e della decarbonizzazione".

Parla di una Mostra come "laboratorio della sperimentazione" Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia, dove "poter ascoltare dall'interno le diverse voci che vengono dall'Africa e dialogano con il resto del mondo, costringendoci ad abbandonare un'immagine di quel continente e dei suoi abitanti che abbiamo perpetuato per secoli, quella di un'Africa vista più come un problema (migranti, povertà, fame, conflitti…) o solo come un paese da aiutare". "Questo cambio di prospettiva nell'incontrare un continente che anagraficamente è il più giovane della terra, e oggi diviene per molti paesi un interlocutore alla pari per accordi economici sul piano dell'approvvigionamento energetico o degli investimenti infrastrutturali - ha aggiunto Cicutto - porta con sé una grande rivoluzione". 

The laboratory of the future

"The Laboratory of the Future" è una mostra divisa in sei parti. Comprende 89 partecipanti, di cui oltre la metà provenienti dall'Africa o dalla diaspora africana. L'equilibrio di genere è paritario e l'età media dei partecipanti è di 43 anni, mentre scende a 37 nella sezione Progetti Speciali della Curatrice, in cui il più giovane ha 24 anni. Il 46% dei partecipanti considera la formazione come una vera e propria attività professionale e, per la prima volta in assoluto, quasi la metà dei partecipanti proviene da studi a conduzione individuale o composti da un massimo di cinque persone.

In tutte le sezioni della Mostra, oltre il 70% delle opere esposte è stato progettato da studi gestiti da un singolo o da un team molto ristretto. 64 partecipazioni nazionali hanno organizzato le proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (27), all'Arsenale (22) e nel centro storico di Venezia (14).

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Niger partecipa per la prima volta

Il Niger partecipa per la prima volta alla Biennale Architettura; Panama si presenta per la prima volta da solo, nel passato partecipava come Organizzazione internazionale italo-latino americana. Torna la partecipazione della Santa Sede, con un proprio Padiglione sull'Isola di San Giorgio Maggiore (aveva partecipato per la prima volta alla Biennale Architettura nel 2018).

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è curato dal collettivo Fosbury Architecture, formato da Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino, Claudia Mainardi. Il titolo della mostra è Spaziale Ognuno appartiene a tutti gli altri.

Leone d’oro alla carriera a Demas Nwoko

La Giuria della 18esima Mostra Internazionale di Architettura - deliberata dal Cda della Biennale di Venezia su proposta di Lesley Lokko - è composta dall'architetto e curatore italiano Ippolito Pestellini Laparelli (presidente); dall'architetta e curatrice palestinese Nora Akawi; dalla direttrice dello Studio Museum di Harlem, la statunitense Thelma Golden; dal direttore di Cityscape Magazine, il zimbabwese Tau Tavengwa; dall'architetta e docente polacca Izabela Wieczorek.

La Giuria assegnerà i seguenti premi ufficiali: Leone d'oro per la miglior Partecipazione Nazionale, Leone d'oro per il miglior partecipante e Leone d'argento per un promettente giovane partecipante.

Il Leone d'Oro alla carriera sarà consegnato a Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano, durante la cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Architettura 2023, che si terrà sabato 20 maggio (ore 11) a Ca' Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

Biennale architettura College, prima edizione

Per la prima volta in assoluto la Biennale Architettura include Biennale College Architettura, che si svolgerà dal 25 giugno al 22 luglio 2023. Nel corso di quattro settimane di programma didattico, quindici docenti internazionali - Samia Henni, Marina Otero, Nana Biamah-Ofosu, Thireshen Govender, Lorenzo Romito, Jacopo Galli, Philippa Tumumbweinee, Ngillan Gbadebo Faal, Rahesh Ram, Guillermo Fernandez-Abascal, Urtzi Grau, Samir Pandya, Alice Clancy, Sarah de Villiers e Manijeh Verghese - lavoreranno con cinquanta tra studenti, laureati, accademici e professionisti emergenti provenienti da tutto il mondo e selezionati da Lesley Lokko attraverso un processo di open call. Ángel Borrego Cubero girerà un documentario dedicato all'esperienza formativa, che verrà pubblicato nel mese di ottobre di quest'anno. Nel mese di luglio si unirà al College un gruppo internazionale di critici. Tra gli eventi speciali spicca quello del Victoria and Albert Museum di Londra che presenta per il settimo anno consecutivo il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sale d'Armi A) dal titolo Modernismo tropicale: Architettura e Potere in Africa occidentale, a cura di Christopher Turner insieme a Nana Biamah-Ofosu e Bushra Mohamed.