Venezia, 26 gennaio 2024 – Non è stato un infarto dell’autista a causare l’incidente dell’autobus di Mestre: Alberto Rizzotto, l’autista, aveva un problema di ostruzione delle coronarie asintomatico (di cui, quindi, probabilmente non era conscio) ma non tali da causarne il decesso. La morte è stata provocata senza dubbio dal violentissimo impatto seguito alla caduta del bus dal cavalcavia Vempa a Mestre. Ossia: era ancora vivo quando il mezzo è precipitato da un’altezza di 10 metri e a causarne il decesso è stato lo sfondamento cranico.
L’analisi
Sono le prime conclusioni firmate dal medico legale Guido Viel, l'esperto scelto dalla Procura di Venezia per l’autopsia sulla salma, per fare chiarezza sulle cause del decesso dell’autista che morì assieme ad altre 20 persone, lo scorso 3 ottobre.
Secondo quanto riporta l’Agi, esiste un "nesso di causalità certo", dunque, tra la caduta e il decesso del conducente del bus della società 'La Linea'. Nessun elemento, si legge nelle conclusioni, conferma l'ipotesi che soffrisse di una coronopatia sintomatica, una possibilità avanzata dopo i primi esami cardiologici svolti dalla professoressa Cristina Basso, docente all'università di Padova. I rilievi fatti da quest'ultima sono "probabilmente" riconducibili a un quadro silente di una patologia asintomatica in vita.
Va ricordato che Rizzotto si sottoponeva ogni anno ai controlli medici previsti per chi guida mezzi pubblici, senza ricevere alcuna prescrizione.
Le altre piste
Le indagini della magistratura veneziana sulle cause dell'incidente prosegue lungo gli altri due filoni, quello delle condizioni di sicurezza dell'infrastruttura e quello della sicurezza dell'autobus, un mezzo a motore elettrico costruito dalla cinese Yutong, acquistato dall'azienda di trasporti veneziana La Linea e noleggiato dal campeggio per trasportare i propri ospiti a Venezia.
Il varco
Il cavalcavia e il tratto di guardrail, assieme al 'varco di servizio' in corrispondenza del quale è avvenuto lo sfondamento da parte del bus, sono oggetto della perizia affidata a Placido Migliorino, il funzionario del Mit che aveva svolto gli accertamenti sul Ponte Morandi di Genova. La richiesta verte sull'esistenza o meno di una "situazione di precarietà o di pericolo imminente" nelle strutture e nel punto della caduta, sullo "stato attuale delle barriere" del cavalcavia, se queste "rispondevano agli standard di sicurezza" e se la loro "installazione e geometria garantivano il contenimento" prescritto dalla legge. Su quel tratto erano iniziati da poco i lavori di ristrutturazione, che il Comune aveva approvato fin dal 2018.
L’autobus
Sempre Migliorino sta svolgendo esami sull'autobus, ancora custodito nell'area dell'ex mercato ortofrutticolo di Mestre; dal mezzo è stata prelevata una parte di guardrail che la notte dell'incidente è rimasta conficcata nella carrozzeria ed è precipitata con tutto il resto. Pare invece difficoltoso l'esame delle immagini ritratte dalle telecamere interne del bus. Per la tragedia sono indagati tre funzionari del Comune di Venezia e l'amministratore delegato de La Linea.