Venezia, 5 maggio 2023 - La Regione del Veneto continua a monitorare il territorio veneto e a intervenire tempestivamente, laddove ne emerge la necessità, per garantire la sicurezza idraulica e scongiurare rischi per la popolazione. “Per la messa in sicurezza del Piave - spiega l’assessore regionale al dissesto idrologico Gianpaolo Bottacin - per cui è stato coinvolto anche il territorio di San Donà organizzando una serata ad hoc qualche mese fa, ricordo che come Regione, sul medio corso del Piave abbiamo avviato e sta procedendo la progettazione del bacino di laminazione delle piene nelle Grave di Ciano (Comune di Crocetta di Montello), mentre per il basso corso è stato fatto lo studio di fattibilità nel tratto da Ponte di Piave alla foce. Due azioni importanti e necessarie, che nascono da basi scientifiche. Opere salvavita e quindi necessarie. Il nostro sguardo - prosegue l’assessore regionale– è puntato sul basso corso del fiume Piave (territorio Sandonatese) che, a più riprese, ha subito manutenzioni e aggiustamenti da parte delle nostre strutture per la salvaguardia degli abitanti rispetto al rischio alluvione: non devono più ripetersi, infatti, eventi drammatici come l’alluvione del 1966”.
Le opere previste a San Donà
Per quanto riguarda il territorio Sandonatese sono previsti 9 milioni e 800mila euro. Oltre 4 milioni sono stati stanziati per un intervento, per cui è stata avviata già la progettazione, che è finalizzato alla diaframmatura dell’argine in sinistra e in destra idraulica del fiume interessato, per un tratto compreso tra il ponte della Vittoria e il ponte dei Granatieri di Sardegna. Un altro intervento, di cui è stata avviata la progettazione definitiva, è, inoltre già stato finanziato per un importo di oltre 5 milioni e 400mila euro per opere di diaframmatura dell’argine sinistro e destro del Piave, nel tratto compreso tra il ponte dei Granatieri e la località Palazzetto (estensione di circa 2.700 metri). “Tutto ciò mette in evidenza l’attenzione della nostra Regione per la sicurezza idraulica – precisa l'assessore Gianpaolo Bottacin – Un’attenzione che è il frutto di un’implementazione del piano di opere di mitigazione del rischio idrogeologico e del miglioramento dei sistemi previsionali che abbiamo messo in atto, che ha permesso di posizionare, negli ultimi anni, il Veneto al top non solo in Italia ma anche in Europa in tale ambito”.
Nel 1966 100 morti
"Non a caso – prosegue – le ultime violentissime emergenze meteo che hanno investito il nostro territorio hanno sortito danni molto minori rispetto a quanto sarebbe accaduto in essenza di tali attività. Cito solo, a titolo di esempio, l’evento di inizio dicembre 2020 che ha fatto registrare precipitazioni maggiori rispetto all’alluvione del 1966 (quando in Veneto ci furono oltre 100 morti) e a quella del 2010 (quando ci furono 32 rotture arginali e mezza regione si allagò). Grazie a quanto messo in campo dalla Regione del Veneto in termini di prevenzione e previsione, i danni sono stati decisamente inferiori sia al 1966 che al 2010. Analogamente anche per l’evento del 2018, denominato Vaia. Proprio relativamente a questo ultimo, il Veneto ha ricevuto il plauso anche del Presidente della Repubblica, oltre che di autorevolissimi tecnici e accademici, tutti concordi nel riconoscere che, le opere di mitigazione del rischio realizzate, hanno avuto un ruolo fondamentale nel preservare l’incolumità umana”.