Tutte le interferenze sull'attività amministrativa, notano i pm, “sono avvenute senza nessuna reazione e opposizione da parte dei funzionari”, segno che per loro era “prassi consolidata e accettabile”. A detta dei magistrati, le regole di trasparenza e di perseguimento dell'interesse pubblico “appaiono non raramente sacrificati” a favore degli “interessi particolari degli amministratori” e degli imprenditori con “rapporti privilegiati e occulti” o che “corrispondono un obolo o una vera e propria tangente” all'assessore Boraso.
CronacaInchiesta Venezia, Comune sotto torchio. I pm: "llegittimità diffusa"