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Inchiesta Venezia, Boraso intercettato: "Facciamo causa al Comune"

L'assessore alla Mobilità voleva chiedere un risarcimento di 10 milioni all'ente che avrebbe dovuto rappresentare. Lo scrive il gip nell'ordinanza dell'arresto

L'assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso. ANSA/ UFFICIO STAMPA COMUNE VENEZIA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++

Venezia, 17 luglio 2024 – La bolla è scoppiata, il ciclone giudiziario sta travolgendo Venezia. All’indomani dell’arresto dell’assessore Renato Boraso e dell’avviso di garanzia al sindaco Luigi Brugnaro, dal fascicolo della procura stanno emergendo nuovi particolari sul presunto interesse privato nella compravendita del terremo dei Pili, di proprietà del primo cittadino.

“Bisogna fare una causa di 10 milioni di euro di danni al Comune, che ci ha preso per il c... come ho sempre detto”. Sono le parole dell'assessore alla mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso, registrate nel corso di un’intercettazione telefonica. La conversazione di Boraso è citata nell'ordinanza del gip ed è stata definita dal giudice “rivelatrice della completa immedesimazione con l'interesse privato della società Park 4.0 srl da parte dell'assessore, che dovrebbe esclusivamente perseguire l'interesse del Comune e che invece arriva al punto di proporre una causa milionaria contro il Comune (che in teoria dovrebbe rappresentare)”.

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