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Omicidio San Stino di Livenza, convalidato l'arresto di Pitteri: il marito della vittima

"Sono qui, venitemi a prendere". Il 65enne ha confessato al telefono di avere ucciso la moglie Cinzia Luison a bottigliate. I carabinieri l'hanno trovata riversa a terra e con il volto completamente sfigurato. L'uomo giocava d'azzardo, per questo aveva i conti bloccati

Venezia, 9 dicembre 2022 – È stato convalidato l'arresto di Giuseppe Pitteri, l'autista di bus in pensione di 65 anni che ha ucciso la moglie a bottigliate. L’omicidio di Cinzia Luison, 60 anni, si è consumato martedì all’interno del loro appartamento di San Stino di Livenza, nel Veneziano. Il marito – che tutti in città conoscevano come Walter – l’ha colpita con violenza con una bottiglia di vetro, fino a quando la donna è morta. Poi ha confessato tutto.

La convalida del fermo si è svolta nella tarda mattinata di oggi: l'uomo è rimasto in silenzio davanti al magistrato. Pitteri si è avvalso della facoltà di non rispondere e, come preannuncia il suo legale, lo farà anche nel prossimo interrogatorio. Il 65enne Giuseppe Pitteri, detto Walter, aveva un “amministrazione di sostegno in dipendenza di una pessima gestione delle proprie risorse economiche”, ha raccontato il procuratore di Pordenone, Raffaele Tito. L'uomo aveva il vizio del gioco d'azzardo e per questo gli erano strati bloccati i conti e affidato un amministratore di sostegno. Una situazione difficile che lo aveva reso più violento. 

Giuseppe Pitteri e la moglie Cinzia Luison
Giuseppe Pitteri e la moglie Cinzia Luison

La telefonata al 112

“Io sono qui, venitemi ad arrestare”. Sono le parole usate da Giuseppe Pitteri durante la telefonata fatta ai numeri di emergenza subito dopo l’omicidio, avvenuto lo scorso 6 dicembre. Erano circa le 13 quando ha afferrato il cellulare e ha chiamato il 112. “Ha riferito di avere ucciso la propria compagna”, racconta il procuratore Raffaele Tito. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, “la donna giaceva a terra, in posizione supina, con il volto completamente sfigurato e piena di sangue, completamente vestita”, è la ricostruzione della Procura. “L'uomo aveva i pantaloni con schizzi di sangue e altri schizzi si riscontravano anche sulle pareti. L'evento pare essere avvenuto fra la cucina e il soggiorno”.

L’omicidio: la dinamica

La Procura ha reso noto che, prima dell'arrivo dei carabinieri, “una delle due figlie, nel rientrare nell'appartamento, ha trovato il cadavere della madre a terra in una pozza di sangue e, quindi, immediatamente è uscita chiedendo aiuto ai vicini. Secondo il medico legale, la donna è morta tra le 13 e le 13.30. “La causa è stata ricondotta a un trauma cranico encefalico da azioni contundente protratta caratterizzata da estrema violenza”, continua il procuratore.

Le indagini hanno accertato che la donna – che gestiva un noto negozio di parrucchiera nel paese vicino di Blessaglia di Pramaggiore era da poco rientrata a casa per la pausa pranzo. “Non risultano mai esserci state denuncie di maltrattamenti in precedenza – ricorda la Procura – né ci sono mai state segnalazioni ai servizi sociali, Le prime indagini consentono di affermare che, pur in assenza di precedenti, i rapporti fra i due erano da tempo assai freddi”.