
Un'immagine dello studio pubblicato su Science Advances (mosevenezia.eu)
Venezia, 1 aprile 2022 - Il Mose, quando funziona, produce un effetto collaterale e problematico. Se da un lato il suo utilizzo a protezione della città di Venezia risolve almeno temporaneamente il problema dell'acqua alta che sempre più frequentemente minaccia Venezia e gli altri insediamenti lagunari, dall'altro ha un impatto importante sull'evoluzione morfologica della laguna nel suo insieme. E nello specifico andrà a incrementare la risospensione dei sedimenti dai bassifondali lagunari, favorendo l'interrimento dei canali e riducendo la capacità delle barene di sopravvivere al progressivo innalzamento del livello medio del mare. Processi che, se non saranno contrastati, porteranno nel tempo a un progressivo appiattimento della topografia lagunare.
Questo è quanto emerge dallo studio 'Loss of geomorphic diversity in shallow tidal embayments promoted by storm-surge barriers', pubblicato da un team di ricercatori dell'Università di Padova sulla prestigiosa rivista scientifica 'Science Advances', frutto della collaborazione tra Centro Interdipartimentale di Idrodinamica e Morfodinamica Lagunare (CIMoLa), Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (Icea) e Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova, che ha coinvolto anche il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell'Università Ca'Foscari di Venezia e il Dipartimento di Ingegneria Ambientale dell'Università della Calabria, e che si è svolto nell'ambito del Progetto Venezia 2021, finanziato dal Provveditorato alle Acque di Venezia tramite Co.Ri.La, il Consorzio per il coordinamento delle ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia.
Lo studio ha analizzato gli effetti sulla morfologia della laguna delle prime chiusure del Mose, avvenute nell'autunno 2020, ricavando che l'utilizzo del sistema di paratoie mobili alle bocche di porto ha importanti conseguenze sull'idrodinamica e sul trasporto di sedimenti all'interno della laguna.
In particolare, la riduzione dei livelli di marea incrementerebbe la risospensione dei sedimenti dai bassi fondali lagunari, favorendo l'interrimento dei canali e riducendo al contempo la capacità delle barene - formazioni pianeggianti tipiche degli ambienti lagunari - di sopravvivere al progressivo innalzamento del livello medio del mare Se non opportunamente contrastati, tali processi - concludono i ricercatori - porteranno nel tempo a un progressivo "appiattimento" della topografia lagunare, modificandone in modo sostanziale l'attuale morfologia.
Se da un lato la temporanea chiusura delle bocche di porto risulta indispensabile per la limitazione delle acque alte (lo studio sottolinea che soluzioni ingegneristiche diverse dal Mose non avrebbero modificato le dinamiche evidenziate) dall'altro i ricercatori sostengono la necessità di trovare un compromesso tra le esigenze di salvaguardia delle aree urbane dalle inondazioni e la conservazione dell'ecosistema lagunare, mettendo allo studio interventi in grado di mitigare gli effetti messi in luce dalle indagini.