REDAZIONE VENEZIA

Mestre, nuova terapia salvavita contro tumori del sangue

Trattati i primi due pazienti con la "fotochemioterapia anticorporea" che aiuta a prevenire il rigetto nei soggetti trapiantati con staminali

L'ospedale dell'Angelo di Mestre, nel Veneziano

Venezia, 10 aprile 2023 - Il dono pasquale, per i malati oncologici, è l'arrivo all'Ospedale dell'Angelo di Mestre della "fotochemioterapia anticorporea". Nei giorni scorsi, infatti, i primi due pazienti oncologici ematologici sono stati sottoposti con successo alla procedura salvavita. "La nostra Medicina Trasfusionale - spiega il primario Gianluca Gessoni - è ora in grado, con un suo nuovo ambulatorio specifico, di sottoporre i pazienti ad un innovativo trattamento salvavita, per il quale in passato erano costretti a trasferirsi a Padova". La "fotochemioterapia extra corporea" è una procedura di alta specializzazione, che permette di migliorare la possibilità di successo del trapianto in caso di tumori maligni del sangue (leucemie, linfomi, mieloma) e di altre malattie ematologiche.

Fotochemioterapia anticorporea: come funziona

"La procedura che siamo ora in grado di effettuare all'Angelo - spiega Gessoni - è un prezioso supporto al lavoro della nostra équipe di Ematologia: si effettua sui pazienti che hanno subìto il trapianto di cellule staminali emopoietiche, e aiuta in sostanza a prevenire il rigetto e la 'malattia da trapianto contro l'ospite' (GvHD), che può verificarsi in seguito all'intervento". Con la fotochemioterapia extracorporea si agisce sulle cellule mononucleate circolanti del paziente, dopo averle prelevate, con il paziente allettato per poche ore nell'ambulatorio dedicato. La procedura salvavita introdotta all'Angelo è nata a fine anni '80 come terapia di prima linea nella cura dei tumori cutanei, e si è dimostrata efficace anche nel trattamento di condizioni cliniche particolarmente complesse. All'Ospedale dell'Angelo l'attività attualmente è rivolta ai pazienti provenienti dall'unità clinica di trapianto di cellule staminali emopoietiche, e affetti da GvHD acuta e cronica. La possibilità di effettuare questa terapia sarà di notevole impatto sull'outcome clinico e sul miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.

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