PATRIZIA TOSSI
Cronaca

Incidente di Mestre, l’assessore Boraso: "C'è stato un affiancamento, c'era grande traffico". Zaia: “Tutto fa pensare a un malore”

“Il guardrail era quasi una ringhiera”, accusa l’ad della società dell’autobus precipitato. Lavori in corso sul cavalcavia, si viaggiava su due corsie. La verità in un video sequestrato dalla procura. Zaia: “Mi si è gelato il sangue”

Incidente di Mestre, l’assessore Boraso: "C'è stato un affiancamento, c'era grande traffico". Zaia: “Tutto fa pensare a un malore”

Mestre, 4 ottobre 2023 – Potrebbe essere legata al traffico una delle ipotesi che si stanno facendo largo in questo primo giorno di indagini su quanto accaduto sul ‘cavalcavia maledetto’, dove si registrano 21 morti e 15 feriti. A dirlo è l’assessore alla Mobilità di Venezia, Renato Boraso: “O è un malore o è una dinamica legata al momento di grande traffico''. Ma poi aggiunge, in modo sibillino: ''C'è stato un affiancamento'' tra il bus e un ipotetico mezzo: “Io mi sono fatto un'idea del traffico, speriamo che la procura capisca bene cos'è successo''. Se fosse così, tornerebbe in campo la tesi dell’auto pirata circolata nelle ultime ore. 

Secondo il Governatore del Veneto, Luca Zaia: "Tutto fa pensare a un malore, però è prudente non avanzare ipotesi e usare il condizionale. Guasto tecnico o altri fattori oggi non ci sono noti”.

Ma a farsi spazio in queste ore di angoscia, anche le pessime condizioni del guardrail, che si è sfondato sotto il peso dell’autobus. “Le immagini dei filmati che abbiamo visto mostrano il pullman che si appoggia al guard rail che è quasi una ringhiera”, dice Massimo Fiorese, l'amministratore delegato della società proprietaria del bus, ‘La Linea. È l'azienda di trasporto che svolgeva questo servizio dedicato ai turisti tra il camping di Marghera e Venezia. 

Boraso: “C’è stato un affiancamento”

“Da quello che ho visto'' ieri sera sul posto e dalle immagini riprese dalle telecamere del viadotto mentre il bus stava transitando sul cavalcavia, ''era un momento di grandissimo traffico''. Si vede che ''c'è stato un affiancamento'', dice l'assessore, precisando però di non avere le competenze per comprendere cosa abbia determinato l'incidente. ''Io mi sono fatto un'idea del traffico, speriamo che la procura capisca bene cos'è successo''.

La strada sul cavalcavia è a doppia corsia, ma a causa dei lavori in corso in un punto precedente a quello dell'incidente, il traffico era ridotto solo su una carreggiata. Il restringimento però, spiega Boraso, “c'è molto prima'' del punto in cui il pullman è precipitato, ovvero quello della ''discesa, tutto dritto''. Al momento dell'incidente, ''il bus viaggiava a destra, lungo un rettilineo. La velocità era bassa'', sia a causa del traffico, sia perché ''in questa zona non puoi correre''.

Guardrail troppo vecchio?

Sul cavalcavia è in corso da un mese un intervento di ammodernamento da 6,5 milioni di euro. Ma, a quanto pare, il parapetto non era ancora stato sostituito. “Le indagini dovranno accertare le cause che hanno portato all'incidente, ovvero un malore dell'autista o un problema tecnico”. È quanto dichiara l'avvocato Domenico Musicco, presidente della onlus ‘Associazione Vittime Incidenti Stradali sul Lavoro e Malasanità’, commentando quanto avvenuto ieri sera a Mestre.

“Si deve, tuttavia, già osservare che poco o nulla era stato fatto per prevenirlo – continua Musicco – mi riferisco al guardrail sfondato dal mezzo, che già ad prima vista appare di tipo 'vecchio’ e comunque totalmente inidoneo a garantire la sicurezza su un tratto di strada pericoloso come quello. Si tratta infatti di un viadotto di grande percorrenza. Questo aspetto è già sicuramente al vaglio degli inquirenti e sarà oggetto di consulenze”.

“A dieci anni dalla tragedia di Avellino – conclude il penalista – dove morirono quaranta persone a bordo di un pullman precipitato dal viadotto Acqualonga, ci troviamo così di nuovo a piangere oltre venti morti per protezioni vecchie e inadeguate”.

Zaia: “Ragioni sconosciute, forse un malore”

L'ipotesi principale al momento è che il conducente del bus, il trevigiano Alberto Rizzotto, "possa aver avuto un malore". Il bus è fuoriuscito dalla carreggiata sul cavalcavia della Vempa, ha sfondato il guardrail ed è finito nel vuoto vicino ai binari, dopo un volo di una decina di metri.

“Il mezzo elettrico ha preso fuoco per ragioni ancora sconosciute" e "cruciale sarà l'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza e delle videocamere interne del bus". Così Luca Zaia, il presidente del Veneto, aggiorna sulla dinamica dell'incidente di Mestre costato la vita a 21 persone, tra cui un bambino di un anno e un'adolescente. "Nei soccorsi sono stati impegnati oltre 100 vigili del fuoco, più di 40 mezzi del Suem, l'elicottero del Suem 118 di Treviso. Sono stati coinvolti tutti i principali ospedali del Veneto", aggiunge Zaia.

Le indagini: cosa c’è da chiarire

Sono tanti i punti oscuri che rendono ancora più inquietante la tragedia di Mestre, una vera apocalisse che ha portato alla morte di 21 turisti – quasi tutti giovanissimi, tra cui anche due bambini – e ha ferito altre 15 persone. La procura di Venezia ha aperto un fascicolo e avviato le indagini sull’incidente dell’autobus – un mezzo elettrico modello Yutong E12 ma al momento è tutto avvolto nel più stretto riserbo. Ecco chi c’era a bordo del bus e chi era l’autista Alberto Rizzotto, il 40enne trevigiano di Tezze sul Brenta

Gli inquirenti avrebbero in mano un video, registrato dalle telecamere di sorveglianza del viadotto Vampa: in quei fotogrammi potrebbe esserci la risposta ai tanti dubbi su quanto accaduto a Mestre. “Mi si è gelato il sangue”, ha detto questa notte il governatore Luca Zaia.

Il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, conferma che un riesame di quanto accaduto al pullman sarà fatto oggi. “Noi, allo stato attuale, non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti”, ha detto, rimandando alle prossime ore ulteriori commenti. “Oggi disporremo un'attività medico legale – ha poi aggiunto – sia per attività ordinaria di controllo, sia anche perché possiamo immaginare che vi sia qualche soggetto privo di documenti e dobbiamo provvedere ad acquisire tutti gli elementi necessari per l'identificazione”. Il mezzo nel frattempo è stato sequestrato.

Forse un malore: escluso il colpo di sonno

Tre le ipotesi che si fanno spazio tra le macerie di Mestre. La prima, che è rimbalzata già ieri da sera e al momento appare come la più accreditata dagli inquirenti, è un possibile malore di Alberto Rizzotto, il 40enne trevigiano – originario di Conegliano, ma residente a Tezze sul Brenta – che era alla guida del pullman. I colleghi sono sotto choc e lo descrivono come “un autista esperto che svolgeva l'attività da 7 anni”.

Al momento dell'incidente, l'autista aveva caricato i turisti stranieri – tra le vittime tanti ucraini, ma anche francesi, tedeschi e due spagnoli – nel centro storico e li stava riportando al campeggio Hu di Marghera. Da quanto risulta, aveva preso servizio 90 minuti prima, un dettaglio che sembrerebbe quindi escludere l'ipotesi di un colpo di sonno.

Le altre ipotesi: un’auto pirata? 

Non si esclude nessuna ipotesi nel ricostruire la dinamica della tragedia, le cui cause sono ancora al vaglio degli inquirenti. Tutto verrà analizzato nei minimi dettagli, nulla sarà lasciato al caso. Come del resto sono stati puntuali ed efficienti i soccorsi.

Questa mattina rimbalzano tante voci sul luogo dell’incidente, tra cui due ipotesi che, se fossero confermate, potrebbero rendere ancora più inquietante quella che in molti già chiamano “l’apocalisse di Mestre”. Si parla di una manovra sbagliata del pullman oppure, questa è l’ipotesi più terribile, una possibile collisione con un altro mezzo fuggito dopo l’impatto. Un’auto pirata? A dirlo saranno i fotogrammi del video sequestrato dalla procura.

Il video: “Era quasi fermo quando ha sfondato il guardrail”

L'autobus era nuovo e lui era bravo”, sostiene Massimo Fiorese, amministratore delegato della società di trasporto del pullman, ‘La Linea’. Un video diffuso sembra suffragare l'ipotesi di un malore: “Si vede il pullman, un mezzo molto pesante perché elettrico – dice Fiorese – poco prima di cadere dal cavalcavia. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guard rail”. La morte dell’autista ha destato una fortissima impressione tra chi lo conosceva. “Mi spiace tanto! Speravo fosse un altro Alberto…”, scrive un’amica del 40enne trevigiano Alberto Rizzotto.