Mestre (Venezia), 5 ottobre 2023 – Si erano sposati una ventina di giorni fa. E, per la luna di miele, avevano scelto una delle mete più classiche, Venezia, per poi proseguire il tour nelle città d’arte italiane. Un sogno d’amore finito in tragedia per una coppia di neo sposi provenienti dalla zona di Spalato, in Dalmazia. La giovane donna, una 20enne, Antonela Perkovic, era incinta ed è morta tra le lamiere del pullman precipitato martedì sera dal cavalcavia a Mestre. Il marito, connazionale, Marko Bakovic, è ricoverato in ospedale, per le ferite riportate nello schianto. Esistenze sconvolte, vite interrotte durante il viaggio di ritorno verso il residence Hu di Marghera dopo una giornata trascorsa nella cornice da cartolina della città lagunare.
L’incidente ha provocato 21 morti e 15 feriti, tra cui alcuni in gravissime condizioni. "Dove sono i nostri cari, come stanno?", è la prima domanda che i feriti coscienti e in grado di parlare hanno rivolto ai medici.
All’ospedale dell’Angelo di Mestre, una delle strutture mediche dove sono stati ricoverati alcuni feriti e dove sono state portate le salme, ieri sono arrivati gruppi di familiari provenienti dall’Ucraina, dalla Germania e dalla Spagna. Sono assistiti da medici e psicologi, oltre che dalle autorità consolari del loro Paese in Italia. I quattro pazienti coscienti ricoverati al dell’Angelo "chiedono informazioni sui parenti che erano con loro", perché "a bordo del bus precipitato dal cavalcavia "c’erano famiglie intere, c’erano nonni, nipoti e coniugi e ognuno chiede della propria famiglia". Il direttore medico dell’ospedale, Chiara Berti, sottolinea che "adesso il primo problema è la salute" del pazienti ricoverati, ma "appena saranno nelle condizioni c’è chi interverrà dal punto di vista del trauma psicologico". Un "lavoro molto complicato", sottolinea Moreno De Rossi, medico specializzato in psichiatria che si sta occupando dell’incidente: "Ci sono genitori che chiedono dei loro figli e figli che chiedono dei genitori, mariti che chiedono delle mogli, è un momento molto, molto duro". Alcuni hanno saputo che i loro cari sono morti, altri che si trovano in gravissime condizioni, come la bimba ucraina di quattro anni ricoverata a Padova.
"È una grande tragedia – spiega il console dell’Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, competente anche sul territorio del Veneto –. Ci siamo messi in contatto con i feriti e con le famiglie e stiamo prestando loro assistenza". L’Ucraina ha pagato il prezzo più alto, con nove persone decedute. Un gruppo di ucraini risulterebbe residente in Croazia. Si trovano in Italia per un gita, finita in tragedia. Un viaggio di piacere come la luna di miele dei neosposi della Dalmazia. Di loro resta una foto scattata durante il ballo, con il sorriso di due giovani e lo sguardo rivolto verso un futuro interrotto dallo schianto.