Venezia, 24 gennaio 2024 – Una petizione contro l’avvocato di Filippo Turetta affinché rinunci alla difesa del suo assistito. Sta scatenando molte reazioni la raccolta firme (che sono già 163) del sito Charge.org contro Giovanni Caruso, legale di del 22enne che ha ucciso con più di venti coltellate l’ex fidanzata Giulia Cecchettin nel novembre scorso. Il giovane si trova detenuto nel carcere di Verona e aveva confessato il femminicidio durante l’interrogatorio davanti al giudice: “Mi è scattato qualcosa in testa, voglio pagare per quello che ho fatto”. Sulla sua auto, poi, i Ris hanno trovato molte tracce di sangue sul sedile posteriore della vettura.
"Rinunci alla difesa di Turetta”
Nella petizione lanciata online da una dipendente del ministero della Cultura – come riferisce ‘Il Corriere della Sera’ –, si chiede che Giovanni Caruso, avvocato di Filippo Turretta e ordinario di Diritto penale all’università di Padova, “rinunci alla difesa o, in caso contrario, l'Università di Padova, si esprima pubblicamente dissociandosi dalla scelta inopportuna di Caruso”.
La motivazione della raccolta firme sostiene l’idea che “non si può stare al tempo stesso con le vittime e con i carnefici”, facendo così il doppio gioco.
Il sito fa riferimento al fatto che l'Università da una parte conferisce la laurea postuma a Giulia Cecchettin (il 2 febbraio a Padova) schierandosi contro la violenza sulle donne, dall'altra non profferisce sillaba su “un suo importante membro che difende l'assassino e reo confesso”.
La replica della rettrice
La rettrice dell'ateneo euganeo, Daniela Mapelli, ha replicato rilevando che si "è arrivati ad un corto circuito, per un Paese democratico, dove tutti hanno diritto alla difesa, compreso il signor Turetta. Oltretutto l'Università mai potrebbe dire al professor Caruso, bravissimo docente che esercita anche la libera professione, se può o meno difendere qualcuno”.
In difesa di Caruso anche il Consiglio direttivo dei professori di Diritto penale secondo il quale "la difesa che Caruso sta esercitando legittimamente non può far dubitare della condivisione civica ed etica del contrasto alla violenza di genere, che noi, come docenti di diritto penale, sviluppiamo nella didattica”.