Identificate tutte vittime di Mestre: ecco chi sono e da dove vengono. Gravissima una bimba di 4 anni

Tra i morti c’è anche un bimbo di un anno e mezzo e una ventenne incinta in viaggio di nozze, il gruppo di giovani turisti stava tornando al camping dopo una gita a Venezia. Il racconto dell’operaio eroe

Mestre (Venezia), 4 ottobre 2023 – Hanno tutti un nome e un cognome, ma chi era con loro su quel maledetto autobus spesso non sa ancora che sono morti. Sono 21 le vittime del terrificante incidente di Mestre e, a circa 24 ore dalla tragedia, ora sono stati tutti identificate: 9 di loro sono ucraini, 4 rumeni, 3 tedeschi, un croato, due portoghesi, un sudafricano. Poi c’è Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus, unico italiano tra i deceduti. 

Tra loro anche un bimbo di anno e mezzo, una ragazzina di circa 11 anni, una ragazza di 28 anni, due giovani di 30, una di 38 anni e due donne di 65 e 70 anni. Una giovane donna croata Antonela Bakovic, incinta di 6 mesi, che era a Venezia in viaggio di nozze: il marito Marko è gravissimo. Tra le vittime anche la madre di due fratellini austriaci di 7 e 13 anni: sono in terapia intensiva e non sanno che la mamma non c’è più. 

Dei 15 feriti, 5 sono ucraini, uno tedesco, un francese, un croato, due spagnoli e 3 austriaci.  Tredici sono identificati e due da identificare. Tre sono minorenni, di cui un’ucraina ricoverata a Padova e due austriaci a Treviso.

Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha decretato a Venezia il lutto cittadino per tre giorni, fino a venerdì.

“Tragedia di giovani”

“È una tragedia di giovanissimi”. È la frase che per tutta la notte hanno continuato a ripetere i tanti soccorritori che questa notte hanno lavorato sul luogo della tragedia: il pullman precipitato dal viadotto Vempa con a bordo una quarantina di turisti stranieri. La conta delle vittime è terminata questa mattina, sono 21 i morti e 15 i feriti. Morto anche l’autista: il 40enne trevigiano Alberto Rizzotto, originario di Conegliano, ma residente a Tezze sul Brenta. 

Sono quasi tutte giovanissime le vittime dell’incidente, tra loro anche un bambino di un anno e mezzo, un 12enne e una ragazza minorenne, oltre a una ventenne croata in viaggio di nozze. Sono rimasti intrappolati tra le fiamme, blindati tra i rottami dell’autobus che nella caduta si è completamente capovolto, schiantandosi al suolo dopo un volo di quasi 15 metri. 

Sono otto le persone in terapia intensiva dopo lo schianto del bus. Di questi, due sono in condizioni molti critiche. A destare molte preoccupazioni è una bambina di soli 4 anni che versa in condizioni disperate con ustioni gravi su tutto il corpo ed è ricoverata all'ospedale di Padova.

Quattro morti sono ucraini, secondo quanto informa il ministero degli Esteri di Kiev. Sul pullman viaggiavano persone di diverse nazionalità: oltre agli ucraini, tedeschi (una vittima era originaria della Germania), austriaci, spagnoli e francesi. “Le salme sono state trasportate all'obitorio di Mestre, come sanità abbiamo organizzato un'accoglienza per i parenti, attivando anche un supporto psicologico. Affrontiamo anche la sfida della diversità linguistica, data la provenienza di molte nazioni coinvolte”, spiega il governatore del Veneto, Luca Zaia.

Sulle possibili cause del disastro, il governatore ha spiegato di voler “lasciare ai tecnici la ricostruzione della dinamica, basandoci sulle testimonianze delle persone in loco, le telecamere di bordo e le videocamere di sorveglianza. Si ipotizza un possibile malore dell'autista, poiché ho visto personalmente cosa può accadere quando una persona si sente male al volante, il che potrebbe spiegare l'incidente del pullman. Gli inquirenti diranno ciò che è accaduto”.

I due sposini

Tra le ventuno vittime c'è anche una giovane donna croata, di una ventina d'anni, Antonela Bakovic, in viaggio di nozze con il marito: era – pare – incinta di sei mesi. Il coniuge, connazionale, Marko Bakovic è invece ricoverato in rianimazione a Merano. A riferire della presenza della coppia in luna di miele in Italia è il sito croato di informazione 24Sata.hr, spiegando che si tratterebbe di due giovani provenienti dalla zona di Spalato, in Dalmazia. Sposati una ventina di giorni fa avevano scelto proprio Venezia come tappa del viaggio per coronare il loro sogno d'amore. Un viaggio di nozze da favola nella cornice da cartolina della città lagunare però finito in tragedia.

Il medico: “Adulti sotto i 50 anni”

“Ci siamo trovati di fronte una situazione speciale, particolare, inizialmente molto caotica, gestita grazie alle risorse e alla disponibilità di tutti in maniera encomiabile. Sono arrivata come secondo mezzo sul posto e insieme ai colleghi ho assunto il coordinamento della componente sanitaria”. Lo ha spiegato la dottoressa Federica Stella, dirigente medico del 118 che ieri sera ha soccorso i feriti del pullman precipitato a Mestre, dove 21 persone sono morte.

“Siamo stati sempre di più – ha proseguito – inizialmente le prime automediche e ambulanze, poi il supporto ci ha permesso di avere numeri quasi in esubero rispetto alle necessità. Siamo arrivati a pochi minuti dall'evento e chiuso in due ore tutta la componente sanitaria. Avevamo tutti pazienti molto giovani: alcuni bambini e ragazzi e per il resto tutti sotto i 50 anni”, ha concluso Stella.

Morti un bambino di un anno e mezzo e una 11enne

Ci sono due bambini – un bambino di un anno e mezzo e una ragazzina di 11 anni – e anche una ragazza minorenne tra le 21 vittime dell'incidente del pullman avvenuto a Mestre. A dirlo è Paolo Rosi, coordinatore del Suem 118 Veneto. Non ci sono stati nuovi decessi nella notte tra i 15 feriti portati negli ospedali della regione. Quattro di loro, in terapia intensiva, non sono ancora stati identificati. Oltre a queste, c'è una donna austriaca che si ritiene sia la mamma di due fratellini, di 13 e 3 anni, ricoverati a Treviso, in condizioni non gravi.

Ospedale di Treviso: 3 adulti e due fratellini austriaci 

Tra le persone che si trovavano ieri sera a bordo del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre e ricoverate all'ospedale di Treviso, ci sono 3 adulti e due fratellini austriaci di 7 e 13 anni. Questi ultimi hanno entrambi riportato fratture del femore e traumi lombari, sono stati operati durante la notte e adesso sono giudicati fuori pericolo. Sono supportati dal servizio psicologico data la perdita di entrambi i genitori. Tra gli adulti trasportati c'è una donna spagnola con ustioni sul 60% del corpo, trasferita in seguito al centro specializzato di Padova. Gli altri sono ancora due spagnoli e un ucraino, tutti con fratture costali e vertebrali; si trovano nel reparto di terapia intensiva, in prognosi riservata.

Campeggio: sequestrati gli elenchi degli ospiti

Gli agenti della questura hanno acquisito gli elenchi degli ospiti del campeggio Hu di Marghera. Nomi utili per poter risalire alle identità delle vittime e dei feriti nell'incidente del bus di ieri sera. All'interno della struttura, al momento non viene fatta alcuna dichiarazione, in attesa di comunicazioni ufficiali dall'azienda. Il via vai di ospiti nel campeggio prosegue regolarmente.

Chi sono le vittime

"Tra i 15 feriti, undici sono stati già identificati: quattro ucraini, un tedesco, un francese, un croato, due spagnoli e due austriaci”, dice il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, in collegamento a Tg1 Mattina. I più gravi sono cinque e si trovano in rianimazione. Due persone sono state operate nella notte con un intervento d’urgenza all'ospedale Padova e ora sono ricoverati in terapia intensiva.

Il bus, precipitato da un cavalcavia a Mestre e poi andato a fuoco, aveva caricato i passeggeri a Venezia e stava rientrando al camping Hu di Marghera. A bordo c’erano tanti ragazzi e ragazze molto giovani e pochi adulti, forse gli accompagnatori del gruppo.

I parenti dei ragazzi che erano a bordo dell’autobus stanno arrivando in queste ore a Mestre: sono poche le vittime identificate finora, molte di loro non avevano i documenti. I vigili del fuoco stanno cercando tra la cenere e la fanghiglia, passaporti ed effetti personali utili al riconoscimento di morti e feriti.

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Parenti sul posto

I parenti delle 21 vittime e dei 15 feriti coinvolti ieri nell'incidente stanno arrivando alla struttura ‘Hu Venezia camping in town’, dove i turisti stavano rientrando dopo una gita a Venezia. Stanno arrivando i primi familiari, ma ci vorrà tempo perché si tratta di persone che vivono all'estero: a bordo di quel bus c'erano ucraini, tedeschi, francesi, croati, spagnoli e austriaci. Da parte del gruppo Human Company, proprietario del camping che ospitava, c'è la massima disponibilità ad accogliere e a supportare i parenti insieme al Comune di Venezia che offrirà anche aiuto psicologico.

Eroi di Mestre: due operai hanno salvato vite 

Ci sono due giovani operai Fincantieri tra gli eroi della tragedia di Mestre. I due uomini, che lavorano nelle vicinanze di via dell’Elettricità, si sono precipitati sotto il cavalcavia non appena si sono resi conto dell'accaduto. Non ci hanno pensato un attimo: di sono gettati tra le fiamme per cercare di strappare dalla morte quante più persone possibile.

Un’impresa eroica. I due operai avevano appena terminato il turno in fabbrica, che dista qualche centinaio di metri dal luogo dell’inferno, hanno assistito alla scena in diretta: hanno visto il pullman cadere dall’alto e poi lo schianto. E subito sono corsi incontro alle vittime. Sono riusciti a liberare alcune persone che erano rimaste imprigionate tra le fiamme, all'interno nel bus precipitato dal cavalcavia.

Boubacar Toure: “L’autista era già morto”

Uno dei due operai – Boubacar Toure, un 27enne arrivato dal Gambia per lavorare in Italia – ha raccontato di aver estratto una bambina e di aver soccorso tre o quattro persone che erano a bordo e anche un cane. "Nella cabina del bus ho visto anche l'autista, ma era già morto. C’era anche un bambina”, ha detto Boubacar Toure. “Il vigile del fuoco mi ha detto che dovevamo pensare ai vivi, ai feriti, così l'ho aiutato ad estrarre quelle persone, per portarle all'esterno".