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Zona bianca Veneto, Zaia: “Sulla carta lo siamo già, ma serve calma”

Il governatore ha parlato in conferenza stampa dopo la comunicazione del bollettino. I numeri della pandemia nella Regione sono buoni, ma la partita deve ancora finire. C’è fiducia per il 7 giugno

Luca Zaia

Luca Zaia

Venezia, 21 maggio 2021 – “Sulla carta siamo in zona bianca”. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha descritto così la situazione epidemiologica e clinica della Regione nel corso della conferenza stampa odierna post comunicazione del bollettino Covid. Il governatore ha ricordato i buoni numeri della pandemia che la Regione ha registrato questa settimana: l’Rt a 0,74, l’incidenza del 44,9% dei casi ogni 100mila abitanti e la soglia di riempimento degli ospedali al 9%. “Per i parametri che abbiamo siamo in zona bianca – ha detto -. Soltanto che essendo cambiate le regole, lo siamo solo sulla carta. Di fatto, ma non di diritto”.

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Nessuna esultanza

Zaia ha voluto lanciare comunque un appello agli abitanti del Veneto: “Vi dico: calma, non è la festa della Liberazione. Non abbiamo vinto nulla, dobbiamo ancora stringere i denti, sapendo però che la macchina della nostra sanità funziona. La mascherina? Diventerà un accessorio, come l’ombrello. Quando servirà andrà messa, sarà normale e nessuno verrà visto male”.

Sul coprifuoco

Il coprifuoco per l’Italia, a oggi, come scritto nel decreto, sparisce il 21 giugno. Se dovessimo diventare zona bianca, in Veneto andrebbe via il 7: due settimane prima. Il condizionale va usato. Dobbiamo sempre arrivarci”, ha sottolineato Zaia.

Sui postumi della malattia

Il Veneto sta già predisponendo il provvedimento per l'indicazione alle Usl e l'applicazione dell'esenzione del ticket per chi, superato il virus, presenta i postumi del Covid. Per Zaia però, la misura - introdotta dal Dl Sostegni bis - dovrebbe essere garantita a vita per queste persone. “Per chi ha postumi da Covid ha l'esenzione ticket è per due anni, ma secondo me, dico sinceramente, dovrebbe esserlo per sempre. Faccio appello al legislatore perchè lo valuti”.

"Metà dei positivi non ha avuto sintomi - ha ricordato Zaia - ma esistono pazienti, e sono il 5-7%, che sono finiti in ospedale, con il respiratore e la terapia intensiva. Se i postumi di questa patologia diventano invalidanti va riconosciuto il ruolo di questi 'reduci' di quella che è stata una Terza Guerra Mondiale”.