Padova, 17 gennaio 2022 - Uno studio dell’Università di Padova ha scavato nella pandemia, mettendo a confronto le azioni messe in atto per contenere i contagi. A raccontare i risultati della ricerca è Vicenzo Baldo del Dipartimento di medicina molecolare dell'Ateneo di Padova. Lo studio è stato realizzato con l'obiettivo di verificare l'efficacia sul campo di quanto successo durante la pandemia, in particolare per capire come si si è comportata la vaccinazione nei confronti della positività, ma anche dell'ospedalizzazione e della mortalità. Covid, forme gravi e mortali legate a carenza di cellule staminali e a iperglicemia
Covid, scoperte due importanti molecole. "Potrebbero inibire il ciclo vitale del virus"
I non vaccinati rischiano 6,25 volte di più il contagio da Covid-19 rispetto ai vaccinati, 10 volte di più di finire in ospedale e 12 volte di più di morire.
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Il periodo preso in esame è di settemesi e va dal 27 dicembre 2020 al 7 settembre scorso, quindi abbraccia l'inizio delle vaccinazioni: sono state 2 milioni 270 mila le persone coinvolte. "Per ogni soggetto esaminato – spiega Baldo – abbiamo visto se sono positivi, quanto è durata la positività, se ne è seguita l'ospedalizzazione, quanto è durata la degenza e i casi di mortalità”. Una studio importante, soprattutto alla luce dei dati di oggi in Veneto, che attende nei prossimi giorni il picco dei contagi.
Lo studio: ecco i dati
“Per quanto riguarda la contrazione del virus c'è un'incidenza del 4,9% ogni 100mila abitanti nei non vaccinati e dello 0,6% tra i vaccinati. Nelle ospedalizzazioni – continua il professore patavino – c'è una percentuale del 2,9% ogni 100mila abitanti per i non vaccinati e dello 0,3% per chi è vaccinato. La mortalità è dello 0,7% per i non vaccinati e dello 0,06% per i vaccinati. Inoltre il vaccinato si negativizza sei giorni prima e, se finisce in ospedale, viene dimesso cinque giorni prima del non vaccinato". Secondo lo studio gli effetti della vaccinazione, avrebbero comportato per la sanità veneta, indirettamente, anche un risparmio di 36 milioni di euro. L'Università di Padova ha testato anche l'efficacia della mascherina Ffp2 nella prevenzione dei contagi.
Mortalità più alta per no-vax
Nel periodo dello studio, il 70,4% della popolazione veneta aveva ricevuto almeno una dose, e il 59,2% aveva avuto la seconda dose. L'efficacia nel prevenire l'infezione va da un 4,9 ogni 10 mila soggetti nei non vaccinati, allo 0,8 nei vaccinati, quindi 6.,5 volte in meno. Nei soggetti over 80 questo rischio aumenta di 10 volte. L'efficacia sul campo è stata stimata nell'ordine dell'88%.
Per quanto riguarda l'ospedalizzazione, il tasso è stato del 2,9 per 100 mila nei non vaccinati, e dello 0,3 nei vaccinati, circa 10 volte meno; analizzando le fasce d'età, per i soggetti oltre i 40 anni il rischio è 20 volte superiore. Dei soggetti ricoverati il 94% non era vaccinato, i più gravi (1.500 circa) erano no vax per il 90%. L'efficacia sull'ospedalizzazione è stata stimata del 94%.
Per la mortalità, il dato è dello 0,7 per 100 mila nei non vaccinati contro lo 0,006% dei vaccinati, 12 volte inferiore. Il rischio aumenta a 16 volte negli over 40 fino a 41 negli over 80. L'efficacia è risultata del 94%. Infine, un soggetto non vaccinato ha la probabilità di rimanere positivo circa 6 giorni in più rispetto al vaccinato, e di rimanere ricoverato circa 5 giorni in più. Anche in Veneto l'efficacia del vaccino è risultata ridotta dopo 5 mesi, confermando la necessità della terza dose.