Venezia, 25 novembre 2024 – “Noi non abbiamo mai lavorato per il trasferimento delle materie, delle competenze ma delle funzioni, Noi dobbiamo puntare alla virtuosità, dobbiamo fare in modo che nessuno resti indietro”. È questa la versione di Luca Zaia sull’autonomia differenziata, difesa ieri durante il suo intervento a ‘Che tempo che fa’ di Fabio Fazio. Il presidente del Veneto ha discusso di numerose tematiche dell’attualità politica, esprimendosi anche sulle dichiarazioni del ministro Giuseppe Valditara sul patriarcato, alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, che ricorre oggi.
“L’autonomia? È attenzione ai più deboli”
“Innanzitutto la Corte costituzionale dice che il ricorso di Sardegna, Campania, Puglia e Toscana è rigettato, dice che l’autonomia è costituzionale – ha sottolineato riguardo all’autonomia – La Consulta parla di livelli essenziali delle prestazioni perché questo è l’unico governo che dopo 21 anni li rende obbligatori: significano diritti sociali e civili uguali per tutti i cittadini. I Lep non nascono per l’autonomia ma perché vanno risolti problemi di disuguaglianza in questo Paese”. In altre parole, per il governatore, la norma “significa solidarietà, sussidiarietà, attenzione ai più deboli”.
E a coloro che sostengono che l’autonomia differenziata sia ingiusta per alcune regioni, Zaia risponde: “L’efficienza prescinde dai soldi, il Sud ha un margine di crescita molto più alto del Nord”. “Qualcuno si è agitato perché ho detto che esiste una questione settentrionale in un Paese a due velocità con moltissime diseguaglianze esiste una questione pesante meridionale e ne esiste una settentrionale, noi siamo legati come gemelli siamesi”, ha aggiunto.
“Violenza sulle donne in Italia è bollettino di guerra”
“Gino Cecchettin è un grande, gli ho detto da subito che lo voglio aiutare con la Fondazione. Giulia è morta l’11 novembre 2023 e ritrovata il 18 novembre, a ridosso della Giornata contro la violenza sulle donne. Direi che su temi come questi non ci vorrebbe polemica”. Così Luca Zaia ha voluto sferzare le critiche sul ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha definito la lotta al patriarcato come “ideologia”, sottolineando che gli abusi “sono dovuti agli immigrati illegali”. “Immagino che non volesse essere inopportuno, eravamo davanti a una ragazza ammazzata da un ragazzo italianissimo”.
Per il governatore, la situazione della violenza sulle donne in Italia è un “bollettino di guerra”: “Su 1.500 casi di donne che vanno al pronto soccorso, anche con violenze gravi, solo 500 denunciano, due terzi se ne tornano a casa e vivono col loro aggressore, è veramente una tragedia”.
“La Lega dovrà ritarare molte scelte”
Sebbene sul suo futuro politico non si sia espresso molto (“Per 11 mesi ho ancora la Regione del Veneto”), Zaia ha tirato le somme della sconfitta elettorale della Lega in Umbria, dove la presidente Donatella Tesei non è stata riconfermata: “Siamo arrivati al 34-36%, dopodiché è la storia di molti partiti. Dobbiamo pensare che l’identità va pari passo col consenso. L’ Umbria è sempre stata oggettivamente sempre in mano alla sinistra”.
Zaia, che ha anche ricordato i tempi in cui Bossi chiedeva la secessione della Padania (“una provocazione”), ha sottolineato come esista “una Lega della politica e una Lega degli amministratori”. Interrogato sullo spostamento del suo partito a destra, ha considerato: “Queste sono scelte che sono state fatte e sono anche convinto che dovremo ritarare molte scelte. Una delle vie è pensare che il mondo guarda alla moderazione, quelle che sono le assolute novità, bisogna essere progressisti rispetto ad alcuni temi, come quelli etici, dove molto stesso pare siano prerogativa di una parte politica. Ogni stagione ha il suo frutto”.