PATRIZIA TOSSI
Politica

Veneto, 5 teatri nella lista dei monumenti nazionali: ecco quali. È polemica: “Esclusi luoghi importanti”

Presentati 15 emendamenti al Ddl del Governo, che per ora prevede 46 teatri d'Italia. Sono 17 i grandi esclusi veneti: da Rovigo a Padova, Vicenza e Belluno

Il teatro 'La Fenice' di Venezia

Il teatro 'La Fenice' di Venezia

Venezia, 20 marzo 2024 – Cinque teatri veneti diventeranno monumenti nazionali da tutelare, pietre miliari della cultura italiana. È Venezia la città del Veneto più rappresentata nella lista dei 46 teatri italiani presentata lunedì in aula dalla maggioranza di Governo, ma sul tavolo ci sono 15 emendamenti e qualcosa potrebbe ancora cambiare.

Forse il Veneto – che è comunque tra le regioni più rappresentate con Venezia, Treviso e Vicenza – qualche carta in più potrebbe giocarsela: il Pd ha chiesto di poter aggiungere altri 17 teatri veneti e il Teatro sociale di Cittadella (Pordenone). La discussione è stata rinviata alla prossima settimana.

Veneto: quali sono i 5 teatri monumento

Dal Carlo Goldoni di Venezia – inaugurato nel 1622, è il più antico teatro veneziano ancora esistente – alla Fenice (1792) e il teatro Malibran, costruito sul terreno della residenza di Marco Polo e aperto al pubblico il carnevale del 1678.

Anche Treviso avrà il suo monumento: il Teatro Del Monaco. Realizzato ex novo sul finire del Seicento dal conte Onigo, dal quale inizialmente prese il suo nome, fu inaugurato nel 1692 con con l’opera Rosiclea, mai rappresentata prima. Qui fu festeggiato il matrimonio di Napoleone e vennero organizzati i ricevimenti degli imperatori Ferdinando e Francesco I e del Viceré Arciduca Ranieri. Dal 1931 il Goldoni è diventato di proprietà comunale.

Il quinto teatro entrato nel decreto legge del Governo è l’Olimpico di Vicenza, progettato dall'architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1580, pochi mesi prima della morte. È il primo e più antico teatro stabile coperto dell'epoca moderna, ispirato agli studi vitruviani. Fu inaugurato il 3 marzo 1585 con la memorabile messa in scena dell'Edipo Tiranno di Sofocle.

Teatri esclusi: la polemica

“Emergono da più parti polemiche – dice Rachele Scarpa, deputata Pd – intorno alla proposta di legge presentata dalla maggioranza di governo per trasformare 46 teatri d'Italia in altrettanti monumenti nazionali. Una lista, destinata ad ampliarsi durante l'esame del provvedimento, inevitabilmente parziale in considerazione della mancanza di criteri oggettivi per l'attribuzione del titolo di ‘monumento nazionale’, da cui mancano teatri importanti, la cui assenza è difficilmente spiegabile”.

Tra i teatri esclusi, ci sono il Filarmonico, il Ristori e il nuovo di Verona (secondo teatro d'opera del Veneto), il Teatro Verdi di Padova, il Teatro Sociale di Rovigo, il Dino Buzzati di Belluno, il comunale di Lonigo (VI), l'Accademico Castelfranco Veneto (TV), il Teatro Accademia di Conegliano (TV), il Salieri di Legnago (VR), il modernissimo Noventa Vicentina (VI), il Filarmonico di Piove di Sacco (PD), il civico di Schio (VI), il Comunale di Thiene (VI), il Lorenzo da Ponte di Vittorio Veneto (TV), il Teatro de la Sena di Feltre (BL) o il Teatro sociale Eugenio Balzan di Badia Polesine (RO).

L’emendamento del Pd

Tanti i teatri veneti esclusi dal decreto e che potrebbero esser ripescati nei prossimi giorni. “Proprio per questo e per tenere fede al principio di applicare criteri oggettivi e non semplicemente personalistici o politici – prosegue la deputata – penso sia giusto che tutti questi teatri siano ricompresi. In questa direzione, ho presentato, insieme ad altri colleghi, un emendamento che richiede di attribuire il titolo di Monumento nazionale anche ad essi".

"Rilanciamo con forza la necessità – dice Scarpa – che alla politica degli elenchi si sostituisca da parte della maggioranza la disponibilità a fissare finalmente criteri oggettivi e trasparenti che consentano a tutti di poter richiedere se in possesso dei requisiti il riconoscimento di monumento nazionale. Il provvedimento è stato rinviato alla settimana prossima anche grazie all'intenso lavoro emendativo portato avanti dal Partito Democratico. Mi auguro nella sua discussione, la prossima settimana, il governo dia ascolto alle proposte dell'opposizione per non penalizzare teatri importanti, riconoscendo oggettivamente la grande valenza architettonica e culturale del nostro patrimonio”.