PATRIZIA TOSSI
Veneto

Emergenza Granchio Blu nell’Alto Adriatico, pesca di molluschi a rischio. Corazzari: “Vertice d’urgenza per affrontare il problema”

La Regione ha convocato per il 20 luglio un tavolo di coordinamento con il Consorzio dei pescatori del Polesine, il sindaco di Porto Tolle e la prefettura di Rovigo. Il crostaceo originario dell’Atlantico minaccia le specie autoctone: “Disastro ambientale”

Granchio blu

Granchio blu

Venezia, 18 luglio 2023 – Emergenza granchio blu nell’Alto Adriatico, convocato d’urgenza un tavolo di coordinamento per catturare “la specie aliena” che minaccia la pesca. “Da giorni, la Regione del Veneto sta lavorando fianco a fianco con il Comune di Porto Tolle e il Consorzio delle Cooperative pescatori del Polesine – spiega l'assessore alla Pesca del Veneto, Cristiano Corazzari – per individuare misure concrete ed efficaci per affrontare il fenomeno, tra le quali le modalità migliori per la cattura di tale specie aliena e idonee forme di utilizzo e smaltimento degli esemplari catturati”. La preoccupazione è alta soprattutto per gli allevamenti delle vongole di Goro, il Comune del ferrarese dove la sindaca Maria Bugnoli si è mossa nei giorni scorsi con un’ordinanza per la raccolta e lo smaltimento del granchio blu, così come ha fatto la zona di Comacchio

I pescatori chiedono aiuto

I pescatori della Sacca di Goro chiedono alle istituzioni di emanare subito una deroga per la pesca a strascico, autorizzandola entro un miglio dalla costa per poter catturare gli esemplari femmina che depongono le uova del granchio dell’Atlantico. “È l’unica arma a disposizione per combattere questo disastro ambientale”, dicono. “Stanno sparendo tutte le specie bentoniche (gli organismi che vivono sui fondali, ndr), il granchio nuota velocissimo e mangia di tutto, soprattutto le vongole”.

Granchio blu: perché fa paura

L’arrivo del granchio blu nell’Adriatico preoccupa gli esperti. È un crostaceo aggressivo e invasivo, che potrebbe mettere a rischio l’ecosistema marino dei nostri mari in poco tempo. Originario delle coste del Nord America, il granchio blu dell’Atlantico – il cui nome scientifico è ‘Callinectes Sapidus’ – e in Italia è stato avvistato per la prima volta l’anno scorso sul litorale laziale. Secondo gli esperti, sarebbe arrivato nel Mediterraneo trasportato dall’acqua di zavorra delle navi. Il pericolo più alto è che, vista la proliferazione veloce, in poco tempo possa attaccare le specie marine autoctone e creare squilibri gravi nei nostri mari.

Summit d’urgenza in Veneto

È stata convocata d’urgenza per giovedì 20 luglio la riunione del Comitato direttivo del Nord Adriatico. “La Regione del Veneto si sta muovendo attivamente sulla problematica del granchio blu – dice l’assessore Corazzari - siamo in stretto contatto con il prefetto e la provincia di Rovigo, il Comune di Porto Tolle e la Regione Emilia Romagna. In particolare, in qualità di Presidente di turno del Distretto di Pesca del Nord Adriatico, organismo riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura e composto dalle tre regioni costiere dell’Adriatico settentrionale, ho convocato d’urgenza una riunione del Comitato Direttivo”.

“In pieno accordo con il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine – aggiunge Corazzari – stiamo mettendo a punto nuove e più efficaci forme di intervento che saranno definite in tempi molto brevi, in accordo con prefettura di Rovigo e il Comune di Porto Tolle. La Regione, peraltro, aveva affrontato il problema del granchio blu fin dal novembre scorso, affidando una specifica ricerca sul tema all’Università di Venezia in collaborazione con la Fondazione della Pesca di Chioggia”.

Goro: “A rischio la sopravvivenza di 1.600 famiglie”

Il 7 luglio, il sindaco di Goro ha emesso un’ordinanza per lo smaltimento del granchio blu che minaccia gli allevamenti locali di molluschi. “È l’unico modo possibile per fermare la devastazione che questa specie aliena invasiva sta facendo non solo dell’intero ecosistema della Sacca di Goro, ma anche del lavoro di oltre 1.600 famiglie che da sempre sussistono grazie all’allevamento di vongole veraci, cozze e ostriche”, fanno sapere dal Comune di Goro.

Ma l'ordinanza della sindaca ferarrese Maria Bugnoli non piace alla Regione Veneto. “Non ha fatto altro che autorizzare per l’area ferrarese – precisa Corazzari – modalità di intervento e attrezzature che erano già consentite e in pieno utilizzo nelle lagune venete fin dall’approvazione della Carta Ittica Regionale e del Regolamento Regionale dello scorso gennaio 2023. Ciò che è stato messo in atto a Goro dal 7 luglio, nel Comune di Porto Tolle si faceva già da almeno 6 mesi. Tutti gli interventi messi in campo a Goro erano già stati assunti dalla Regione del Veneto in precedenza. E così sarà anche in futuro, in considerazione della strettissima collaborazione tra le due amministrazioni regionali”.