Venezia, 19 aprile 2023 - Il Veneto nonostante le precipitazioni dei giorni scorsi resta stretto nella morsa della siccità. I dati rilevati dall'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpav) registrano ancora deficit di pioggia e neve nella regione, nella prima metà del mese di aprile. Mentre le scarse piogge mettono a rischio l'agricoltura e i raccolti, a guadagnarci è il turismo balneare dell'alto Adriatico che allunga la stagione fino ottobre, allineandosi alle località turistiche del sud.
I dati Arpav di aprile
Nel corso dei primi 15 giorni del mese sono caduti mediamente 28 millimetri di precipitazione, circa il 30% degli apporti attesi a fine mese rispetto al valore medio dal 1994 al 2022. Lo rileva l'Agenzia regionale per l'ambiente (Arpav). Tutti i bacini idrografici risentono dei modesti apporti del periodo: su quelli montani (Brenta, Adige e Piave) è caduto tra il 24% e il 28% delle precipitazioni mediamente attese a fine mese, sui restanti gli apporti oscillano tra il 30% ed il 40%, con una situazione leggermente migliore su Lemene e Tagliamento, dove risulta caduto circa il 45% di quanto atteso.
Poca neve sulle Dolomiti
Sulle Dolomiti, in quota sono caduti 40-60 centimetri di neve fresca e 15-30 nelle Prealpi, con punte di oltre 50 a 2000 metri nell'Alpago. La somma di neve fresca dal primo ottobre al 15 aprile evidenzia comunque un deficit di precipitazione nevosa del 39%, diminuito rispetto al 40% registrato al 15 marzo. La risorsa idrica nivale continua ad essere scarsa, simile all'inverno scorso, anche dopo la nevicata del 13 e 14 aprile scorsi. Gli effetti sulla falda dopo le piogge del 13 aprile sembrano marginali in alta pianura, dove non si osserva un chiaro cambiamento del trend di netto calo, mentre hanno avuto effetti più sensibili, anche se probabilmente temporanei, in alcune zone di media e bassa pianura.
Otto mesi sulle spiagge
Le ricadute della siccità che mettono in ginocchio l'agricoltura, allungano la stagione balneare. Per la Fondazione Think Tank Nord Est l'aumento delle temperature e la diminuzione delle piogge sono un'opportunità per promuovere una stagione turistica balneare lungo l'alto Adriatico di 8 mesi, da marzo a ottobre. Negli ultimi anni, infatti, non solo durante l'estate, si sono registrati lunghi periodi caratterizzati da temperature miti ed assenza di precipitazioni.
Ciò - secondo la Fondazione - consente di estendere il periodo dell'anno in cui si possono svolgere attività all'aperto, creando quindi le condizioni per un vero e proprio allungamento stagionale. La Fondazione Think Tank Nord Est ha analizzato i dati raccolti da Agenzia regionale per l'ambiente del Veneto, che evidenziano una chiara tendenza negli ultimi anni. Infatti, il numero dei giorni soleggiati è in netta crescita; nelle stazioni di rilevazione posizionate lungo le spiagge della Venezia Orientale si è passati da una media di 281 giorni di sole all'anno nel periodo 2010-2016 a 288 tra 2017 e 2022.
300 giornate di sole da Cavallino a Caorle
In particolare, tra 2019 e 2022 l'incremento è stato veramente significativo: il massimo si è raggiunto proprio nel 2022, con un valore ben superiore alle 300 giornate soleggiate all'anno lungo tutto il litorale da Cavallino a Bibione, passando per Jesolo, Eraclea e Caorle. Oggi, quindi, la costa veneta può contare su 300 giorni di sole all'anno, al pari di altre rinomate località turistiche italiane e straniere (collocate più a sud) che godono di un clima quasi sempre mite.