Venerdì, 23 marzo 2023 - Safilo tira dritto su Longarone: al tavolo di crisi in Regione Veneto, l'azienda ha confermato "la non strategicità del sito e la ricerca di soluzioni alternative alla chiusura". E la Regione è tornata a chiedere "maggiori dettagli rispetto alle ragioni finanziarie e produttive in base alle quali Safilo lo scorso gennaio ha espresso la volontà di dismissione dello stabilimento bellunese". Il botta e risposta c'è stato ieri pomeriggio in sede regionale, a Palazzo Grandi Stazioni a Venezia, per il tavolo di aggiornamento sulla situazione di Safilo convocato dall'assessora regionale al Lavoro Elena Donazzan insieme all'Unità di crisi aziendali della Regione. Hanno partecipato alla riunione i rappresentanti dell'azienda supportati da Confindustria Belluno, e quelli Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil con i rappresentati dei lavoratori dello stabilimento di Longarone.
Safilo cerca acquirenti
Safilo ha aggiornato rispetto alla ricerca avviata per di esplorare soluzioni alternative alla chiusura dello stabilimento di Longarone. "È stato preso atto - riferisce una nota della Regione - che l'azienda e i sindacati hanno proceduto secondo quanto concordato nell'ultimo tavolo con specifici incontri per singoli siti di produzione di Santa Maria di Sala e Padova. Per i quali è stato confermato o l'obiettivo dell'azienda di mantenerli aperti e di investire nel loro sviluppo". Impegni che saranno verificati con incontri periodici. Ma su Longarone le cose vanno diversamente: Safilo vuol chiudere e la Regione prova a non recedere dall'obiettivo di salvare la fabbrica e i 468 addetti.