Veneto, 15 marzo 2023 - È corretta l'operazione di tracciamento del confine amministrativo tra i comuni di Canazei (Trento) e Rocca Pietore (Belluno) sul monte Marmolada. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza nella quale ha riunito le motivazioni sui ricorsi proposti dal comune di Canazei e dalla regione Veneto. Il Veneto, dunque con questa sentenza, perde la guerra, a colpi di carte bollate e rilievi cartografici, della Marmolada. L'intero ghiacciaio dello splendido monumento naturale, collocato sulla montagna più alta delle Dolomiti (dal 2009 patrimonio Unesco) e dunque luogo con forte attrazione turistica, fa parte del Trento Alto Adige e non del Veneto. Mezzo secolo di leggi, accordi e schermaglie legali si sono chiusi ieri, con la decisione dei giudici del Tar del Lazio, che hanno riunito le motivazioni dei due ricorsi pendenti. La sentenza ritiene corretto il tracciamento del confine amministrativo tra i Comuni di Rocca Pietore, in provincia di Belluno (1.1.52 abitanti, 1.143 metri di altezza; dal 2016 fa parte dei Borghi più Belli d'Italia con la frazione di Sottoguda e dal 2018 è stato riconosciuto bandiera arancione dal Touring Club Italiano), e dunque in Veneto, e quello di Canazei, nella provincia autonoma di Trento. Si "salvano" soltanto gli approdi delle funivie, in alta quota, a Serauta e a Punta Rocca, che quindi restano in territorio veneto.
Il ghiacciaio della Marmolada era stato interessato nel luglio 2022 dalla tragedia legata all’improvviso cedimento di una parte del ghiacciaio, a causa delle alte temperature, che aveva provocato diversi morti. La grave calamità e le alte temperature registrate fino a novembre hanno creato diversi problemi all'economia legata al turismo.
Linea di confine
La linea di confine tra i due comuni veneti è stata al centro di una lunghissima vicenda giudiziale iniziata nel 1973 allorquando il comune di Canazei propose ricorso chiedendo la rettifica dei confini di modo da far ricomprendere l'intero ghiacciaio della Marmolada nel proprio territorio. Un decreto presidenziale del 1982, su parere conforme del Consiglio di Stato, riconobbe come il confine andasse rettificato "in aderenza alle deliberazioni delle commissioni internazionali del 1911", quando il confine rappresentava la frontiera politica internazionale tra il Regno d'Italia e l'Impero austro-ungarico, demandandone l'onere al ministero dell'Interno. Il decreto presidenziale fu impugnato davanti al Tar; il ricorso fu respinto, con una pronuncia poi confermata in appello.
Canazei ha dimostato erroneità dei cartografi
Nel 2000 il ministero dell'Interno diede mandato all'amministrazione del Catasto e all'Istituto geografico militare di procedere alla corretta delimitazione del confine; in attesa del completamento del complesso iter procedimentale, il comune di Canazei ha presentato un nuovo ricorso contro il silenzio del ministero dell'Interno, su cui il Tar si è pronunciato nel 2019 con una sentenza non definitiva. Con un unico motivo di ricorso, il comune di Canazei ha evidenziato l'erroneità della linea di confine tracciata dagli organi cartografici, ritenendola contrastante con il dictum del Consiglio di Stato.
Corretta la demarcazione del 1911
Il Tar, premettendo che "trattandosi di una mera operazione materiale, il compito degli organi cartografici è privo di discrezionalità, atteso che non è richiesto di tracciare il più idoneo confine, bensì semplicemente di eseguire il comando cristallizzato nel ricordato decreto presidenziale del 1982", ha ritenuto che "gli scostamenti rispetto alle indicazioni della commissione internazionale del 1911 e dai precedenti cartografici appaiono pienamente legittimi, in quanto operazioni di natura non innovativa dell'ordinamento, bensì meramente correttiva della precedente demarcazione, svolta con più precise ed accurate tecnologie". La correttezza dell'operazione di tracciamento dei confini tra gli Enti ha determinato quindi il rigetto delle impugnazioni.