
Castelfranco Veneto (Treviso), 28 dicembre 2023 – Ultimo saluto domani a Vanessa Ballan. I funerali della giovane mamma di 26 anni incinta del secondo figlio, uccisa nella sua casa di Riese Pio X il 19 dicembre, saranno celebrati dal vescovo di Treviso Michele Tomasi nel duomo di Castelfranco Veneto venerdì, alle 14.30, in una funzione dove sono attese centinaia di persone.
AGGIORNAMENTO / I funerali di Vanessa Ballan
Domani sarà lutto regionale in Veneto, annunciato dal presidente Luca Zaia come già era avvenuto il 5 dicembre per i funerali di Giulia Cecchettin, con l’invito a esporre o indossare nastri rossi e simboli contro la violenza sulle donne. Come segno di partecipazione nei Comuni trevigiani di Castelfranco Veneto, Riese Pio X, Altivole, Loria, Castello di Godego, Vedelago e Resana i sindaci hanno disposto lo spegnimento delle luminarie natalizie già da stasera.

Il messaggio di Zaia
"La drammatica vicenda della giovane concittadina Vanessa Ballan, che ha perso la vita in modo così violento con la creatura che portava in grembo - si legge nel provvedimento del presidente Zaia - ha gettato nello sconforto due famiglie, le loro comunità e suscitato in tutti noi un profondo senso di sgomento. Ho chiesto che sia decretato il lutto regionale, come messaggio corale delle istituzioni contro ogni violenza di genere: i casi di Vanessa - e di Giulia - sono e debbono essere uno spartiacque, suscitando una risposta collettiva contro crimini che non possono restare relegati alle cronache. Anche nei confronti di tante donne e tante giovani che possono trovare il coraggio di denunciare, se la società tutta si dimostra unita nel condannare i violenti e, nel contempo, nel tendere la mano a chi chiede aiuto. Invito quindi tutte le istituzioni ad apporre le bandiere a mezz'asta e sono certo che ognuno di noi - privati cittadini, commercianti ed imprese - saprà interpretare nella maniera migliore questo lutto regionale”.
L’omicidio di Vanessa Ballan
Vanessa Ballan è stata uccisa con otto coltellate inferte con una lama di 20 centimetri, una delle quali ha colpito il cuore e due i polmoni: colpi profondi che hanno provato il decesso in pochi minuti. Ad ucciderla sarebbe stato Bujar Fandaj, il 41enne artigiano kosovaro, titolare di un’impresa individuale di Altivole, arrestato poco dopo l'omicidio e che era stato denunciato dalla vittima alla fine dello scorso ottobre per stalking e minacce per averla ricattata facendo leva su alcuni video ripresi nel corso di momenti di intimità tra i due, che avevano una relazione sentimentale durata diverso tempo e interrotta per volontà della giovane la scorsa estate.
La denuncia per stalking
Una denuncia, quella della giovane madre che era in attesa del secondo figlio, che non aveva sortito alcun provvedimento da parte della procura. E proprio su questi aspetti c'è attesa per la relazione chiesta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio sull'operato dei magistrati che hanno seguito il caso. Il pubblico ministero Barbara Sabattini avrebbe infatti ritenuto non urgente l'adozione di provvedimenti di tutela dopo la denuncia, in attesa che arrivassero i tabulati relativi al traffico telefonico intercorso tra Ballan e l'indagato, visto che la donna aveva cancellato dal proprio dispositivo messaggi e chat.
La perquisizione a casa di Fandaj
Secondo quanto ricostruito dal procuratore trevigiano Marco Martani, il giorno dopo la segnalazione alle forze dell'ordine, sarebbe scattata una perquisizione nella casa dell'uomo, nel corso della quale sarebbero stati sequestrati alcuni telefoni cellulari contenenti il materiale video strumento per i ricatti. "Dopo la perquisizione - ha detto Martani dopo l’arresto del 41enne - da parte di Fandaj non c'erano più stati episodi di molestie, di avvicinamenti o minacce. La valutazione fatta - ha precisato Martani - era di non urgenza, cosa purtroppo che si è rivelata infondata”. Forse una sottovalutazione in merito alla quale Nordio vuole una riposta. Vanessa Ballan aveva denunciato anche un altro uomo, nel 2021, sempre per stalking, ma aveva ritirato la querela quando il suo suo molestatore aveva interrotto i comportamenti persecutori.