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Università di Padova, inaugurazione anno accademico: "Stanchi di piangere nostri coetanei"

Alla presenza della Ministra Bernini e della rettrice Mapelli, accorato appello della presidente dei 70mila studenti Emma Ruzzon: "Quest'anno 2.426 borse di studio mai erogate"

Università, la ministra Bernini accanto alla Rettrice Mapelli all'inaugurazione dell'Anno Accademico a Padova

Università, la ministra Bernini accanto alla Rettrice Mapelli all'inaugurazione dell'Anno Accademico a Padova

Padova, 13 febbraio 2023 - La ministra della ricerca e dell'Università Anna Maria Bernini è intervenuta stamane all'inaugurazione dell'801/o Anno Accademico dell'Università di Padova, il secondo ateneo più antico d'Italia, che conta quasi 70mila studenti. Ricordando i molti progetti di ricerca che vedono protagonista l'Ateneo patavino, e la capacità di produrre innovazione, la rettrice Daniela Mapelli ha sottolineato: "Siamo attrattivi, sì: anche quest'anno Accademico abbiamo infatti più di 23mila immatricolazioni, e la quota studentesca internazionale copre l'11% degli immatricolati".

Ricerche per 151 milioni di euro

Ammontano ad un totale di 151 milioni di euro, e vedono coinvolti 492 docenti strutturati, i progetti di ricerca presentati dall'Università di Padova per accedere ai fondi del Pnrr - ha rimarcato Mapelli. Progetti, ha ricordato, che permetteranno di arruolare 133 ricercatrici e ricercatori di tipo A e 155 dottorande e dottorandi.

Bernini: "Coltivare i propri talenti"

"Il nostro compito è di suggerire, responsabilizzare, convincere i nostri studenti che bisogna lavorare per coltivare sempre i propri talenti. Bisogna curare la formazione per coltivare il talento, lavorare per fare la differenza, quelli che un'università come Padova, ha sempre perseguito, facendo della ricerca, della sperimentazione, dell'innovazione la sua cifra distintiva. E soprattutto bisogna essere liberi, di una libertà che solo lo spirito critico, e la conoscenza possono dare". Sono le parole espresse dalla ministra Bernini.

"Stanchi di piangere nostri coetanei"

"Siamo stanchi di piangere i nostri coetanei e vogliamo che tutte le forze politiche presenti si mettano a disposizione per capire, insieme a noi, come attivarsi per rispondere a questa emergenza, ma serve il coraggio di mettere in discussione l'intero sistema merito-centrico e competitivo". Lo ha affermato la presidente degli studenti dell'Università di Padova Emma Ruzzon, nel suo discorso all'inaugurazione dell'801/o anno accademico, ricordando recenti suicidi di studenti. Ruzzon ha aggiunto che "ci viene insegnato che fermarsi significa deludere delle aspettative, sociali e molto spesso familiari".

Deposta una corona con fiocco verde

Ruzzon ha appoggiato una corona d'alloro a terra prima di pronunciare il proprio discorso. "La corona d'alloro - ha spiegato - non deve significare l'eccellenza, la competizione sfrenata. Deve essere simbolo del completamento di un percorso che è personale, di liberazione attraverso il sapere. Abbiamo scelto di mostrarla qui con un fiocco verde, quello del benessere psicologico, per tutte quelle persone che non potranno indossarla, per tutte le persone che sono state o stanno male all'idea di raggiungere questa corona. Stare male non deve essere normale".

"Aspettative asfissianti"

"Credo siano evidenti a tutti - ha sottolineato quindi - le profonde contraddizioni della narrazione mediatica intorno al percorso universitario. Ci viene restituito il quadro di una realtà che fa male. Celebrate eccellenze straordinarie facendoci credere che debbano essere ordinarie, facendoci credere che siano normali. Sentiamo il peso di aspettative asfissianti che non tengono in considerazione il bisogno umano di procedere con i propri tempi, nei propri modi".

Compito delle istituzioni rimuovere ostacoli “strutturali”

La rappresentante degli studenti ha aggiunto che "il mancato raggiungimento di un risultato è da attribuirsi esclusivamente alla colpa del singolo di non essersi impegnato abbastanza. Ricordiamoci però che molti degli ostacoli che incontriamo nel nostro percorso accademico sono strutturali e sono, per esempio, non potersi permettere una casa da fuori sede, non poter frequentare le lezioni, non avere una borsa di studio, ed è codardo che si deleghi al singolo studente la responsabilità di trovare un modo per arrivare alla fine del percorso indenne, superando degli ostacoli che è compito delle istituzioni rimuovere". Ha infine ricordato che "quest'anno a Padova 2.426 studentesse e studenti avevano diritto a ricevere una Borsa di Studio che non è mai stata erogata. Mi chiedo come si possa immaginare che vivano serenamente il loro percorso universitario quando la preoccupazione principale diventa come sostenersi economicamente".