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Doppia truffa nel Trevigiano. Percepivano il reddito di cittadinanza e vendevano auto raggirando i clienti: 800mila euro di incassi

Sono 14 le persone coinvolte nel sistema escogitato nel Trevigiano. Due famiglie ‘divise sulla carta’ per ottenere 300mila euro di aiuti. Uno dei truffatori aveva venduto vetture per 500mila euro in modo poco chiaro

Doppia truffa nel Trevigiano. Percepivano il reddito di cittadinanza e vendevano auto raggirando i clienti: 800mila euro di incassi

Treviso, 23 ottobre 2023 – Bonus per 300mila euro incassati illecitamente da famiglie inesistenti e oltre 500mila euro ottenuti raggirando i clienti sulla vendita di auto. Redditi, tra l’altro, mai dichiarati. È l’ultima truffa sul reddito di cittadinanza scoperta dalla Finanza nel Trevigiano, protagoniste due famiglie formate da 14 persone della zona di Vittorio Veneto.

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Il sistema della truffa 

Quattordici persone incassavano da anni il reddito di cittadinanza senza averne diritto: non solo avevano escogitato un sistema, a quanto pare ben rodato, con cui ‘dividevano’ i nuclei familiari per ingannare gli algoritmi e ‘moltiplicare’ gli assegni, ma addirittura avevano nascosto all’Inps l’incasso di mezzo milione di euro. Soldi in gran parte ottenuti dalle vendite di auto, spesso concluse truffando il cliente sulle reali qualità delle vetture.

Le indagini

Gli accertamenti hanno preso il via dall'approfondimento della posizione fiscale di alcuni appartenenti a diversi nuclei familiari del Trevigiano, tutti residenti allo stesso indirizzo e beneficiari della misura di sostegno.

Le indagini della tenenza di Vittorio Veneto hanno fatto emergere numerose falsità nelle domande presentate, a partire dal 2019, per ottenere il reddito di cittadinanza: le due famiglie realmente residenti all'indirizzo riportato nelle domande, infatti, erano state ‘frazionate’ sulla carta in diversi nuclei, in modo da ottenere maggiori erogazioni.

Denunce penali

Uno degli indagati aveva perfino incassato il Reddito di Emergenza, misura di sostegno che era stata ideata per aiutare le famiglie in difficoltà durante la pandemia. Tutti gli indagati sono stati denunciati alla procura di Treviso, che dovrà decidere a breve sui profili penali dei 14 truffatori. Le segnalazioni sono state inviate anche agli uffici dell'Inps per il recupero delle somme indebitamente erogate: 300mila euro in quattro anni.