Lo scenario che emerge dalle indagini tende a descrivere il ritiro sciamanico come un ritrovo di persone probabilmente alterate dall'assunzione di infusi di sostanze “purgative” previste dal rito. Non solo ayahuasca, una pianta allucinogena usata nei riti di purificazione sciamanica, ma forse altre erbe usate dai due 'curanderi' sudamericani invitati all’abbazia di Vidor. Saranno oggetti di prossime valutazioni da parte del pm la legalità dell’uso di queste sostanze.
Gli effetti di queste bevande, viene spiegato dagli inquirenti, inducono spesso reazioni immediate e violente di espulsione di materia gastrointestinale, oltre che perdita di lucidità. Tra le ipotesi sulla dinamica della morte del 25enne, si fa strada quindi quella che il 25enne possa essersi trovato privo di lucidità e che questa condizione lo abbia portato ad allontanarsi rapidamente dal gruppo nel cortile della ex abbazia di Santa Bona. Inoltrandosi nella macchia di bosco, è una ipotesi ritenuta verosimile, il giovane potrebbe non essersi accorto del limite del precipizio nel quale è possibile sia caduto.