Rebellin, arrestato il camionista che investì e uccise l'ex campione di ciclismo

L'autotrasportatore tedesco Wolfgang Rieke, 62 anni, si è presentato alle autorità di Steinfurt giovedì e ora è in stato di fermo nel carcere di Münster (Germania). Il fratello: “Finalmente verità e giustizia”

L'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, investito e ucciso da un camionista tedesco

L'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, investito e ucciso da un camionista tedesco

Vicenza, 17 giugno 2023 - E' stato arrestato Wolfgang Rieke, 62 anni, l'autotrasportatore tedesco che il 30 novembre dello scorso anno ha investito e ucciso l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, 51 anni, che morì sul colpo. Per Rieke il gip di Vicenza aveva chiesto un mandato di arresto europeo. Gli investigatori avevano identificato il conducente grazie alle telecamere di sorveglianza installate vicino al luogo dell'incidente.

L'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, investito e ucciso da un camionista tedesco
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Entro 60 giorni la decisione sull’estradizione

Il camionista è ora in stato di fermo nel carcere di Münster (Germania). Secondo l'ordinanza, si legge nella nota della Procura, il decesso di Rebellin "è da imputare esclusivamente ad una pluralità di norme comportamentali da parte di Rieke".

Bild riferisce che l'uomo si è presentato alle autorità di Steinfurt giovedì, accompagnato dal suo avvocato difensore, secondo quanto riferito dal procuratore generale Elmar Pleus dell'ufficio del pubblico ministero di Hamm. 

Il Senato dell'Alta Corte Regionale di Hamm sta esaminando se verrà emesso un mandato d'arresto formale per l'estradizione: entro 60 giorni l'autorità tedesca deve ora adottare la decisione finale se consegnare o meno il camionista alla giustizia italiana. Secondo il diritto dell'UE, se l'imputato acconsente al trasferimento, deve essere condotto in Italia entro dieci giorni.

"È stata pienamente riconosciuta la validità dell'attività investigativa svolta dai Carabinieri di Vicenza - commenta il comandante Provinciale dei carabinieri di Vicenza, Giuseppe Moscati - Dallo scorso 30 novembre, i carabinieri hanno lavorato incessantemente per arrivare a questo risultato, sempre sostenuti dalla comunità vicentina, che ci ha chiesto di fare piena luce su questa tragica scomparsa. Lo dedichiamo anche a loro".

Il fratello: finalmente verità e giustizia

"È un primo, decisivo passo per la verità e la giustizia per Davide", è il commento di Carlo Rebellin, fratello dell'ex campione. "Finalmente - aggiunge Carlo Rebellin - abbiamo la certezza di quello che è accaduto e di poter rendere giustizia a Davide. Stavamo aspettando da tanto questa notizia, speriamo sia solo il primo passo per punire adeguatamente il responsabile".

FOCUS / Il fratello: “Nessun perdono”

"Inaccettabile la fuga del camionista"

"Stavamo aspettando da tanto questa notizia, speriamo sia solo il primo passo per punire adeguatamente il responsabile"- spiega il fratello di Rebellin, che imputa all'indagato non solo e non tanto il fatto di aver causato il tragico incidente, "che è un fatto che può succedere, anche se poi è la cosa più dolorosa perché ci ha strappato Davide", ma soprattutto "come si è comportato dopo, dalla fuga a tutto il resto, una condotta inaccettabile: ha persino lavato il suo mezzo con detergente concentrato per tentare di cancellare ogni traccia dell'impatto", un'azione che ha profondamente colpito il fratello dell'atleta. "Senza contare - prosegue - che in questi mesi non si è mai fatto sentire, neanche tramite il suo legale, per una scusa, una giustificazione: nulla. Ciò significa o che non ha realizzato ciò che ha commesso o, come temo, che non gli importa nulla, e non è certo un comportamento serio, soprattutto da parte di chi aveva già combinato gravi guai con il camion. E' giusto che paghi per tutto ciò che ha commesso" aggiunge Carlo Rebellin.  

L'incidente: la ricostruzione

Per la Procura di Vicenza l'autotrasportatore tedesco, dopo aver investito Rebellin, è sceso dalla cabina avvicinandosi alla vittima e subito dopo ha ripreso posto nell'abitacolo si è allontanato, ma è stato fotografato da alcuni testimoni. Secondo le indagini successive dei carabinieri, che hanno delegato l'autorità tedesca dopo aver identificato il camion che nel frattempo era tornato in Germania, la motrice non risultava più collegata al rimorchio.

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Il Tir lavato con detergente acido

Gli investigatori poi il 20 gennaio scorso hanno eseguito un sopralluogo nell'azienda tedesca del camionista, la Duveneck, dove il tir era custodito, procedendo all'analisi del veicolo e scoprendo che erano presenti delle deformazioni nelle plastiche in corrispondenza dell'urto con la bici e il corpo di Rebellin. In più l'autoarticolato era stato lavato con un detergente acido nelle parti interessate dall'urto. La consulenza tecnica - si legge nella nota a firma del procuratore Lino Giorgio Bruno - ha accertato "che il conducente aveva a disposizione una visibilità diretta e indiretta che consentiva di percepire in maniera adeguata la presenza del ciclista sulla carreggiata. Anche grazie a una telecamera che si attiva automaticamente quando entra in funzione l'indicatore di direzione". Per il consulente, quindi, è ravvisabile un comportamento colposo di Rebellin nell'immettersi nella rotatoria, questo però non ha avuto nessun rilievo rispetto alla causa dell'incidente visto che il ciclista è sempre stato davanti al tir ad una distanza - si legge - "sufficente a poterlo vedere in relazione alla visibilità diretta sull'ampio parabrezza" .  

Chi era Davide Rebellin

Nato a San Bonifacio il 9 agosto 1971, è morto il 30 novembre 2022, falciato dal camionista tedesco a Montebello Vicentino, durante un allenamento in bicicletta. Professionista dal 1992 al 2022, ha vinto un'edizione dell'Amstel Gold Race (nel 2004), tre della Freccia Vallone (nel 2004, 2007 e 2009) e una della Liegi-Bastogne-Liegi (nel 2004), oltre a una tappa al Giro d'Italia. Negli ultimi anni della sua lunga carriera, Rebellin aveva continuato a gareggiare a livello professionistico, seppur in squadre e in corse non di primissimo livello. L'incidente mortale è avvenuto il 30 novembre scorso sulla rotatoria della Fracanzana che conduce verso il parcheggio del ristorante "La Padana", a Montebello Vicentino.