Pieve di Soligo (Treviso), 15 novembre 2023 – Forse un errore umano la causa della morte della 26enne Anila Grishaj, l’operaia rimasta schiacciata da un macchinario. È successo ieri nello stabilimento della Bocòn di Pieve di Soligo, nel Trevigiano, un’azienda alimentare che produce di surgelati.
La testa di Anila è rimasta incastrata in un macchinario per l’imballaggio dei prodotti. La forza dell’urto le avrebbe lesionato le vertebre cervicali. Ecco cosa hanno scoperto gli investigatori. Intanto la Commissione di inchiesta del Senato ha messo in agenda un sopralluogo nel Trevigiano per settimana prossima.
Commissione Senato: il sopralluogo
“L'ufficio di presidenza, allargato ai rappresentanti dei gruppi della Commissione di inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, effettuerà un sopralluogo la prossima settimana in Veneto, a Treviso, per effettuare incontri e indagare sui ripetuti incidenti sul lavoro nella regione, dopo che ieri ha perso la vita la giovane operaia Anila Grishaj”. Lo rendono noto le senatrici del Pd Susanna Camusso, vicepresidente della Commissione, e Cristina Tajani. “Il presidente Tino Magni – proseguono le senatrici – ha presentato oggi questa proposta all'ufficio di presidenza, dopo che come Pd avevamo chiesto un intervento della commissione nella regione. Il sopralluogo sarà infatti l'occasione per avviare un approfondimento sulla situazione della sicurezza sul lavoro in Veneto”.
Macchinario azionato per errore
L'incidente nel quale ha perso la vita ieri Anila Grishaj potrebbe essere stato causato da un errore umano. Lo si apprende da fonti investigative, secondo le quali il meccanismo che ha provocato il trauma mortale sarebbe stato azionato inavvertitamente da un collega della vittima. La donna si trovava in una posizione pericolosa, ma nella convinzione che il dispositivo fosse disattivato. La macchina è stata sequestrata.
Omicidio colposo: le indagini
La procura di Treviso ha intanto avviato un'inchiesta per l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Le organizzazioni sindacali hanno organizzato stamani un sit-in all'esterno dello stabilimento, tra i cui dipendenti non ci sono lavoratori iscritti al sindacato.
L'intenzione delle associazioni è quella di chiedere un'assemblea, al fine di affrontare con più attenzione il tema della sicurezza. In mattinata, nell'azienda è tornata una delegazione di ispettori dello Spisal. Secondo quanto si è appreso, l'attività produttiva questa mattina è ripresa regolarmente, mentre è rimasto chiuso un locale collegato alla società, ospitato nello stesso stabile, in cui si effettuano attività di ristorazione.
Chi era Anila Grishaj
Anila era molto brava sul lavoro, tant’è che l’anno scorso era stata promossa responsabile di linea alla Bocòn, l’azienda di surgelati dive lavorava da cinque anni.
Di origine albanese, la 26enne è cresciuta a Vergoman, borgata di Miane, dove viveva con i genitori Agostin e Marjana, la sorella e un fratello. Una famiglia molto unita. “Una buona famiglia che vive da anni a Miane – ha detto il sindaco trevigiano di Miane, Denny Buso – Anila l’avevo conosciuta quando aveva partecipato nell’infopoint nella Mostra del vino, quando era studentessa. Siamo vicini ai familiari, siamo tutti addolorati”.