Treviso, 22 luglio 2023 – Non è stato un “furto finito male” ai danni di un'anziana indifesa, ma un omicidio progettato con freddezza da parte dell'ex marito, che puntava così a risolvere alcune contese patrimoniali legate al divorzio. Voleva liberarsi di lei per andare a vivere con la sua ex domestica, di 48 anni più giovane.
È morta così la 72enne Margherita Ceschin, la donna di Conegliano trovata morta il 24 giugno nella casa in cui viveva. All’inizio gli inquirenti pensavano all’incursione dei ladri, ma la confusione trovata nell’abitazione era stata creata ad arte dai suoi killer. Lunedì l’udienza di convalida del fermo dei quattro arrestati: l’ex marito 80enne, la colf domenicana di 32 anni e due killer assoldati dall’uomo.
La finta rapina per depistare le indagini
Il disordine era solo una messinscena: l'obiettivo principale, secondo quanto è stato accertato dagli investigatori, era quello di uccidere la donna, che è stata selvaggiamente picchiata e anche soffocata. Indagato come presunto mandante del delitto è l'ex marito, un 80enne proprietario di un'azienda vinicola di Ponte di Piave (Treviso), Comune dove aveva scelto di andare a convivere con quella che inizialmente era stata assunta come collaboratrice domestica, una cittadina dominicana di 32 anni. Insieme a loro, assoldati come esecutori materiali dell'assassinio, sono stati arrestati due conoscenti connazionali dell’ex domestica domenicana, di 38 e 41 anni, uno dei quali risulta avere dei precedenti legati a un traffico di cocaina.
Torace sfondato dal peso dei killer
La notte tra il 23 e il 24 giugno scorsi, Margherita Ceschin – secondo il quadro che è emerso dall'autopsia – sarebbe prima stata tramortita con uno o più colpi alla testa dai killer, erano entrati nel suo appartamento attraverso un terrazzino. Poi, dopo essere svenuta, sarebbe stata soffocata con un cuscino premuto sul volto. Il corpo della donna aveva la cassa toracica sfondata: probabilmente la frattura è stata provocata dal peso di uno dei killer che si sarebbe seduto sul suo corpo, causando la rottura di varie costole.
Le intercettazioni telefoniche
A mettere gli inquirenti sulla pista dell’ex marito della vittima sono stati i racconti di alcuni conoscenti, che hanno messo a fuoco un cattivo rapporto tra i due coniugi. E così, grazie alle riprese di impianti di sorveglianza e al contenuto delle intercettazioni telefoniche, gli investigatori hanno quindi accantonato la pista della rapina andata a male, per mettere a fuoco il movente reale, quello di un'esecuzione del delitto su commissione. La convalida dei fermi operati dai carabinieri del nucleo investigativo trevigiano è fissata per lunedì. Tutti gli indagati si trovano ora in carcere.
Quattro arrestati: chi sono
Quattro persone arrestate per l’omicidio di Margherita Ceschin, la donna di 72 anni ritrovata senza di vita nella sua abitazione di Conegliano, nel Trevigiano. Si tratta del presunto mandante del delitto – l'ex marito 80enne della vittima – che avrebbe agito in concorso con una 32enne di origini dominicane e di due connazionali della donna: un 38enne ed un 41enne. Quest'ultimo, è stato trovato in possesso di circa tre etti di cocaina.
La donna sarebbe stata soffocata da un cuscino e poi picchiata con un colpo violentissimo che le ha sfondato la cassa toracica. Quando i carabinieri sono entrati in casa, la donna era già morta riversa su un divano.
Il movente
Secondo le ipotesi degli investigatori, alla base del delitto consumato lo scorso 24 giugno, ci sarebbero gli accesi attriti tra i coniugi. Liti che sarebbero state determinate da ragioni patrimoniali legate alla pratica di divorzio che la coppia aveva in atto. Sul principio sembrava che la donna fosse morta per un infarto, ma l’autopsia ha svelato un’altra verità: la donna è stata colpita alla testa e poi soffocata.
L’appartamento era completamente a soqquadro quando gli investigatori sono entrati per prelevare elementi utili alle indagini e cristallizzare la scena del crimine. La prima ipotesi era orientata a un furto degenerato in violenza, ma le indagini si sono poi ritrovate sulla pista dell’omicidio, probabilmente commissionato dall’ex marito della vittima. I fermati sono stati rintracciati nel Trevigiano e non hanno opposto resistenza ai carabinieri che, al termine delle formalità di rito, li hanno portati nei carceri di Treviso e Venezia.