Roma, 18 novembre 2024 – In tutta Italia, almeno 30 panchine rosse sono state intitolate a lei, 6 murales rappresentano il suo volto, nel suo nome sono nate oltre cento iniziative e più di 50 borse di studio a lei dedicate sono state conferite da associazioni, università, aziende. In un anno, la sua famiglia ha ricevuto oltre tremila lettere di sostegno. Nella coscienza collettiva esiste un ‘prima’ e un ‘dopo’ Giulia Cecchettin, la studentessa di Vigonovo assassinata un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
I femminicidi, però, non si fermano: dopo di lei, altre 113 donne, nel nostro Paese, sono state uccise per mano di un uomo (62 da mariti, fidanzati o ex). È proprio per contrastare la violenza sulle donne e "mantenere viva la memoria di Giulia, diffondendo il suo messaggio di amore, gioia e speranza; ricordandone la determinazione, lo spirito altruista e la passione per la vita" che è nata la ‘Fondazione Giulia Cecchettin Ets’.
Il messaggio di Valditara e la risposta di Elena Cecchettin
"Occorre non far finta di non vedere che l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del merito, ha chiuso così il suo intervento, in videomessaggio, alla presentazione della fondazione. A rispondere al ministro con una storia su Instagram è la sorella di Giulia, Elena Cecchettin: "Cos'ha fatto in quest'anno il governo? Dico solo che forse, se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e 'perbene', si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia donne nel nostro Paese ogni anno".
Oggi la presentazione a Montecitorio
L’atto costitutivo è stato firmato il 29 ottobre, a Padova, dai fondatori: il padre di Giulia, Gino Cecchettin, la sorella Elena e il fratello Davide. Ma la presentazione ufficiale avverrà oggi, alle 11.30, nella Sala della Regina di Montecitorio. Interverranno, tra gli altri, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella e la presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Martina Semenzato.
Per la Fondazione, la cui vicepresidente è Anna Maria Tarantola, interverranno, oltre a Gino Cecchettin, le componenti del consiglio di amministrazione: tra le altre, l’ex nuotatrice e campionessa olimpica Federica Pellegrini, la giornalista Gaia Tortora e Daniela Mapelli, rettrice dell’università di Padova, dove Giulia avrebbe conseguito la laurea in Ingegneria biomedica.
Gli obiettivi della Fondazione
Tra gli obiettivi della Fondazione, anticipati dallo stesso Gino Cecchettin in un’intervista a ‘Che tempo che fa’, c’è in primis lo sviluppo di programmi educativi e di sensibilizzazione sulla violenza di genere per scuole e famiglie. "Vogliamo far capire agli studenti che amare è molto meglio che odiare – ha spiegato il padre di Giulia –. Significa elaborare piani didattici su cui i membri del nostro comitato tecnico sono già al lavoro. Un percorso creato con la velleità di convincere le istituzioni a prevedere un’ora di educazione all’affettività nelle scuole".
Le attività avranno inizio già nei primi mesi del 2025 e la sfida principale riguarda il reperimento delle risorse per rendere concreti tali propositi. La prima fonte di risorse è costituita dai proventi netti di Gino Cecchettin, derivanti dai diritti d’autore del libro ‘Cara Giulia’, edito da Rizzoli. Al momento, il libro ha superato le 100mila copie e resta uno dei 10 titoli più venduti in Italia nel 2024.
La campagna ‘Oltre le parole'
Ulteriori risorse arriveranno dalle donazioni e dalle quote di chi vorrà aderire alla Fondazione (il sito web è già attivo). Intanto, in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne, ActionAid ha promosso la campagna ‘Oltre le parole’, finalizzata a ribadire che di violenza maschile sulle donne si deve parlare ogni giorno, non solo nelle date simboliche o in seguito all’ennesimo femminicidio. La campagna intende denunciare, in particolare, il disinteresse della narrazione politica nei confronti di quella che dovrebbe essere una priorità.
Il 25 novembre, un’affissione digitale a Roma, in piazza dei Cinquecento alla stazione Termini, rivelerà un post della presidente del Consiglio Meloni sulla Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Il post, però, è di un anno fa: da allora, la premier non ha più comunicato sul tema. Secondo la ricerca di ActionAid, in un anno, solo l’1,5% dei post sui social media dei rappresentanti politici italiani si è occupato di violenza maschile sulle donne.