Treviso, 12 luglio 2024 – È durato oltre quattro ore il sopralluogo dei vigili del fuoco con i droni tra il giardino dell’Abbazia di Vidor e gli argini del Piave, alla ricerca di elementi chiave per l’indagine sulla morte di Alex Marangon.
Ma non ha portato alcun nuovo elemento la nuova ricerca voluta dalla procura di Treviso per chiarire ulteriormente cosa sia accaduto al barista 25enne di Marcon (Venezia), scomparso la notte del 30 giugno da un ritiro sciamanico e ritrovato senza vita il 2 luglio alle Grave di Ciano, su un isolotto del fiume Piave. Dunque nulla che avvalori la caduta accidentale, il suicidio o l'omicidio. Per l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali della famiglia di Alex Marangon, rimane l'aggressione l'ipotesi “più seria e valida” per spiegare la morte del giovane. “Abbiamo sempre ritenuta residuale e priva di validi dati di sostegno l' ipotesi di un incidente” ha detto l'avvocato Gentile che sollecita “indagini su tutti i partecipanti al rito, comprese le perquisizioni a cominciare dalle loro automobili”. E sulla possibilità che il corpo non sia stato gettato nel dirupo ma portato via ha affermato: “non è facile dirlo, meglio aspettare”.
Cosa cercavano i droni
Le ricerche sono state condotte per capire cosa sia realmente accaduto sul terrazzamento di pietra che chiude il giardino davanti all'abbazia di Vidor e la scarpata sottostante: una parete alta 15 metri, ripidissima, ricoperta da un groviglio di piante, che finisce nel Piave.
Alex Marangon sarebbe caduto dal terrazzamento nel vuoto per finire nel fiume. Ma i droni portati sul posto non hanno notato alcun segno o traccia riferibile alla caduta di un corpo lungo la parete.
Si cercavano tracce sul mistero della caduta dal dirupo, perché secondo gli inquirenti, il ragazzo sarebbe morto per un’emorragia toracica prima di entrare in acqua, visto che il medico legale non avrebbe trovato acqua nei polmoni.
Scandagliata l’intera parete
Nessuna traccia di sangue nel dirupo, dunque. Ma grazie ai droni sono state fatte le riprese video dell'area, nascosta tra una fitta boscaglia. Per completare l'ispezione visiva, che era stata chiesta dalla Procura di Treviso, i vigili del fuoco si sono calati con delle corde lungo la parete, controllandola palmo a palmo.
Non avendo trovato alcun segno utile non è stato possibile verificare la reale traiettoria di caduta per spiegare con certezza se Alex sia scivolato involontariamente o, viceversa, sia stato gettato giù dal terrazzamento da qualcuno dei presenti al rito sciamanico.
Davanti all'Abbazia di Santa Bona di Vidor, nel Trevigiano, hanno operato le squadre del nucleo speleo fluviale dei vigili del fuoco, una decina in tutto, e tecnici con i droni provenienti da Treviso e da altri compartimenti della regione, oltre ai carabinieri.