Treviso, 21 agosto 2023 – Promettevano milioni perché dicevano di avere le conoscenze giuste in banca e un investimento di 250mila euro si sarebbero decuplicato, fino a ricavare 2 milioni. Ma invece di un sistema per facili guadagni, era una truffa ben escogitata per approfittare delle difficoltà di un imprenditore agricolo della provincia di Padova.
Denunciati quattro professionisti
Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Treviso hanno denunciato quattro professionisti, ritenuti responsabili di un raggiro ai danni di un imprenditore agricolo padovano, in crisi finanziaria, al quale avevano promesso un guadagno di 2 milioni di euro a fronte di un investimento di 250 mila euro. Una truffa che ha visto come protagonisti in negativo, un avvocato trevigiano, un agente di commercio per bestiame da Bolzano, due consulenti finanziari domiciliati in provincia di Roma e Viterbo. Tutti ritenuti - indagini ancora in fase preliminare - responsabili di questo raggiro e dovranno rispondere, in concorso, del reato di truffa, aggravata dal danno di rilevante entità e, per il solo avvocato trevigiano, dall’abuso di prestazione d’opera.
La truffa
Le indagini sono state avviate a seguito della querela, presentata dall’imprenditore agricolo padovano. L’uomo per risolvere alcune personali problematiche finanziarie è stato indotto dal commerciante di bestiame altoatesino a rivolgersi all’avvocato trevigiano, esperto nel settore bancario e finanziario. Quest’ultimo, dopo essersi guadagnato la fiducia dell’imprenditore, con la complicità dei due consulenti finanziari, lo ha indotto a emettere cinque assegni circolari da 50mila euro ciascuno, che sarebbero serviti per realizzare un’operazione di finanza strutturata, che avrebbe reso un guadagno di 2 milioni di euro. A seguito degli accertamenti effettuati delle Fiamme Gialle è stato scoperto tutta la truffa messa in atto dai liberi professionisti. Infatti, i cinque assegni sono stati incassati dal legale trevigiano non per essere investiti sul mercato mobiliare, ma per essere, in parte, divisi con i suoi collaboratori e una parte utilizzati per l’acquisto di una Porsche cabriolet e per l’emissione di ulteriori assegni circolari.
Sequestrati 250mila euro
A fronte di quanto emerso dalle indagini, il gip, alla luce del grave quadro indiziario, ha disposto dunque il sequestro preventivo del profitto della frode, pari a 250 mila euro, cioè all’importo corrisposto dall’imprenditore padovano. A questo si aggiunge un provvedimento immediatamente eseguito dai finanzieri trevigiani, cautelando l’intera somma, rinvenuta prevalentemente sui conti correnti dell’avvocato con studio in provincia di Treviso.