GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Caso di malaria in Veneto, ulteriori analisi: non è autoctono

Scongiurata l’ipotesi peggiore, il virologo Burioni invitava tutti all’allerta se non fosse stato importato: “Un guaio che non vi immaginate, altro che dengue”. Le indagini della regione rassicurano

Verona, 8 novembre 2024 – Un caso di malaria ha fatto tremare la sanità veneta, e il virologo Roberto Burioni invitava tutti all’allerta. Ieri infatti la direzione prevenzione della regione Veneto aveva reso noto un caso. Fortunatamente però, le indagini della regione hanno accertato oggi che non si tratta di un caso di malaria autoctono ma di importazione. Scongiurando l’ipotesi peggiore, che aveva subito fatto gridare all’allarme il virologo del San Raffaele: “Se autoctono un guaio che neanche vi immaginate. Altroché dengue”. 

1605-DIRE-2705_14801-90894136
Caso di malaria in Veneto, le analisi tranquillizzano: non è autoctono ma importato

La Direzione Prevenzione della Regione Veneto fa sapere che “l'indagine è stata condotta dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 9 in stretta sinergia con la Direzione Prevenzione e con l’Istituto Superiore di Sanità. Sono emersi elementi determinanti per escludere la possibilità che si tratti di un caso autoctono. A seguito di verifiche incrociate con l’Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) è emerso, infatti, un recente viaggio all’estero in area endemica per malaria - inizialmente non dichiarato - che consente di classificare il caso come importato”

Un ritorno della malaria in Italia è possibile?

La preoccupazione di Burioni, che faceva riferimento ai recenti focolai di dengue sviluppatisi in varie zone d’Italia, in particolare a Fano (in provincia di Pesaro e Urbino), ricordava il fatto che una malattia, anche se non è endemica nel nostro Paese, se ha modo di svilupparsi tramite zanzare che pungono individui infetti, potrebbe ipoteticamente espandersi, come è appunto avvenuto con la dengue, che proprio in questi giorni sta pian piano esaurendo i focolai. Teoricamente, anche se non tutte le zanzare possono fare da vettore per la malaria, è quindi possibile un focolaio endemico: basta che un malato venga punto e poi la zanzara punga una persona sana, trasmettendo la malattia.

Le contromisure adottate

La regione Veneto si è subito attivata: le indagini messe in campo nel protocollo previsto in questi casi prevedono la verifica della presenza del Plasmodium vivax, ovvero il parassita che causa la malaria, nelle zanzare locali, tramite cattura e analisi. Si possono poi effettuare analisi e sorveglianza sanitaria nelle persone che risiedono nella zona e potrebbero essere state esposte alla zanzara in questione. Infine, si può attivare una campagna di disinfestazione massiccia. L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, nell’ambito della sorveglianza regionale routinaria per le malattie trasmesse da vettore, ricerca la presenza di Zanzara Anopheles attraverso le trappole dislocate nel territorio regionale con immediata possibilità di verifica nelle aree coinvolte.

Malaria: come si trasmette e sintomi

La malaria non si trasmette da persona a persona, ma esclusivamente attraverso il contatto con sangue infetto o la puntura di zanzare infette. In Italia era stata eliminata ufficialmente negli anni '70 grazie a campagne di bonifica e di controllo delle zanzare, oltre all'uso di farmaci specifici. In Veneto, come anche nelle altre regioni, tutti i casi di malaria registrati ogni anno riguardano persone di ritorno da viaggi in Paesi in cui è diffusa. La malattia si manifesta con febbre, brividi intensi, sudorazione, mal di testa, nausea, vomito, dolori muscolari. La malaria è curabile efficacemente se diagnosticata e trattata tempestivamente, riducendo così il rischio di complicazioni gravi.